L’annuncio di nuove assunzioni alla Fca di Melfi con l’incremento di produzioni dei due nuovi modelli di auto, l’intesa sottoscritta per il polo murgiano del salotto, il ritorno in fabbrica dei dipendenti della Vibac di Viggiano sono segnali importanti da interpretare per mostrare più coraggio nel rilancio dei distretti industriali rispettivamente dell’automotive (Melfi), del mobile imbottito (Matera-Murgia) e dell’indotto del petrolio (Viggiano). A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza evidenziando che il recente rapporto di Intesa Sanpaolo vede rosa per le oltre 12.000 imprese dei 144 distretti italiani, il cui fatturato crescerà di oltre il 3% nel corso del 2015 e del 2016, recuperando pienamente i livelli del 2008 con 3 anni di anticipo rispetto all’intero sistema manifatturiero italiano. Le imprese – continua – hanno dunque bisogno non di “aiuti”, per altro non più proponibili, quanto di servizi per infrastruttura e logistica, per la commercializzazione e l’export, di formazione-aggiornamento dei lavoratori, mentre aumenta nel contempo l’interesse degli investitori esteri per il Sud e rientrano alcune produzione precedentemente delocalizzate.
Non si sottovaluti che le imprese meridionali riescono a praticare prezzi inferiori alla concorrenza, nonostante le diseconomie ambientali, i sovracosti di trasporto e la mancanza di “effetto distretto” grazie principalmente ad un minor costo del lavoro. La capacità competitiva dei distretti meridionali – dice Potenza – è cambiata però con il tempo. Man mano che la produzione aumenta i distretti affiancano progressivamente al costo del lavoro altri fattori in grado di dare loro un vantaggio competitivo, attraverso innovazioni di processo e organizzative. In generale ciò che riduce più i costi totali al di là del costo del lavoro è l’organizzazione della produzione su base distrettuale. L’esistenza dei fornitori, la rete dei trasportatori, l’abitudine a lavorare insieme rende questo vantaggio stabile e difficile da riprodurre. Vi è dunque una complessa dinamica dei fattori competitivi. Non si può certo sostenere che i distretti meridionali abbiano ormai maturato capacità tali da metterli al riparo dalla concorrenza internazionale. In molti casi, però, specie nei distretti più grandi, vi sono interessanti tendenze evolutive in atto. La lezione di queste esperienze è una: analizzare la propria situazione di partenza, le risorse e le capacità disponibili, i punti di debolezza; individuare quali sono i tasselli più importanti che mancano e cercare, con il tempo, di acquisirli.
Secondo il segretario della DC se si vuole accrescere il processo di rafforzamento del sistema-Basilicata cui fa riferimento il Presidente Pittella, contestualmente, vanno rilanciati i due distretti agro-alimentari (Metapontino e Vulture) e definita una strategia per quelli turistici, a partire da Matera, e del turismo rurale-ambientale. Si prenda esempio dalla vicina Puglia dove la Giunta Regionale ha creato una task force senza pari per drenare i fondi europei: ha stipulato 43 contratti di programma con grandi gruppi, sedici dei quali esteri, mobilitando 3 miliardi di investimenti in più di ottomila aziende.