Ha fatto il suo debutto in Basilicata lo spettacolo teatrale “Il Giocatore”, andato in scena prima al teatro Comunale di Matera martedì 3 marzo e in seguito a Potenza, giovedì 5 marzo allo “Stabile”. Lo spettacolo è stato messo in scena dalla compagnia Teatro delle Albe di Ravenna e costituisce il primo passo di una collaborazione con il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, di cui vedremo i frutti anche nei prossimi anni.
Quando si parla de “Il Giocatore” viene subito in mente il romanzo di Dostoevskij, in cui il protagonista rimane letteralmente stregato dalla roulette, una grandissima novità per l’epoca in cui è ambientata la storia. “Il Giocatore” andato in scena nei teatri di Matera e Potenza è invece un testo scritto circa un anno fa da Marco Martinelli, fondatore del Teatro delle Albe, e che guarda al rapporto che tanti italiani hanno oggi con le “macchinette”, vale a dire le video slot e i video poker che si trovano in bar e sale giochi.
«”Il Giocatore” nasce per interrogarsi anche su il gioco nelle sue differenti dinamiche» ha dichiarato in una intervista Alessandro Argnani, attore che interpreta il protagonista della storia, «il gioco è il bello dello stare insieme, il bello di riconoscersi in tanti». Le video slot non prevedono infatti l’interazione con altri individui, né consentono agli utenti di mettere in gioco le proprie abilità, come avviene invece nei classici giochi di società, ma anche nei tanti videogiochi di abilità strategia che si possono trovare online o per console.
Le “macchinette” hanno insomma il potere di allontanare le persone anche dai tradizionali giochi di carte come la briscola o il bridge, che si praticano in gruppo, ma anche dal poker, spesso giocato tra amici per trascorrere qualche serata. Anche in Italia si è infatti diffuso il poker in versione texas hold’em, diverso dal poker all’italiana in quanto è un vero e proprio gioco di abilità, definito non a caso “poker sportivo”. Vincere in questo gioco non è questione di fortuna, ma comporta un vero e proprio allenamento, conoscenza delle regole poker e saper prendere la giusta decisione, pur in un contesto in cui le informazioni disponibili sono incomplete.
Il poker a torneo premia quindi i giocatori più bravi e che maggiormente si applicano nello studio della disciplina, mentre il personaggio protagonista dello spettacolo andato in scena a Matera e a Potenza ha avuto la sfortuna di scontrarsi con un gioco in cui l’abilità conta ben poco, vale a dire le macchinette dei bar. L’uomo è un agricoltore che lavora in Romagna, legato alla terra, ma molto meno ai valori che da sempre hanno contraddistinto i contadini romagnoli. È infatti un agricoltore della nuova generazione, che si è arricchito e che non ha saputo resistere alla tentazione di tentare la fortuna alle macchinette, che finiranno tuttavia per rovinarlo. Arriverà a giocarsi il suo stesso lavoro: prima il trattore e poi la terra, con cui aveva accumulato ricchezza. Continuerà la sua parabola discendente arrivando a mentire ad amici, parenti e soprattutto a sé stesso.
C’è tuttavia un segnale di forte speranza in questo spettacolo. L’essere umano si trova infatti sempre ad un bivio con il gioco: può essere la via dell’autodistruzione che ha percorso il contadino romagnolo, ma può essere anche l’essenza stessa dello stare insieme, un’occasione per divertirsi con gli amici, o per farsene di nuovi confrontandosi con nuovi giocatori, dal vivo o anche online. Utilizzando le parole del regista Marco Martinelli «Il gioco è una sfinge. Come una sfinge, ci interroga sulla nostra natura». E ancora: «Il gioco può rivelarsi strumento demonico o danza angelica, inferno o paradiso, perché va al fondo della nostra enigmatica natura umana». Insomma, come spesso accade nei drammi, anche “Il Giocatore” di Martinelli ha sullo sfondo un segnale positivo, di fiducia e speranza nell’essere umano.