Maurizio Landini a Matera. Il segretario della FIOM-CGIL ha partecipato nel pomeriggio ad un’assemblea coi lavoratori e-Geos Telespazio presso il Centro di Geodesia Spaziale in località, ha risposto alle domande dei giornalisti presso sede della CGIL Matera e ha raggiunto infine l’auditorium Gervasio Duni in piazza Sedile per partecipare al primo incontro del ciclo “Lavoro, si fa per dire: conversazioni su Lavoro, Diritti ed Economia”, organizzato dall’associazione “Statutodeilavoratori.it”.
L’associazione, composta da giovani ricercatori e dottori di ricerca dell’ateneo barese, ha scelto Matera, in quanto simbolo del Sud che si proietta verso l’Europa, ed in considerazione della recente nomina a capitale europea della cultura 2019, per questo primo incontro in cui si discuterà di lavoro e democrazia con il segretario della FIOM-CGIL Maurizio Landini, autore del recente successo editoriale “Forza Lavoro” (Feltrinelli ed.).
L’evento patrocinato dal Comune di Matera e dal Master in Gestione del lavoro e delle relazioni sindacali dell’Università di Bari, è stato introdotto da Claudio de Martino, dottore di ricerca in diritto del lavoro dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e presidente di Statutodeilavoratori.it .
Maurizio Landini è stato intervistato dal vicepresidente di “Statutodeilavoratori.it”, Alessandro Ventura, e dialogherà con i professori Vincenzo Bavaro e Stella Laforgia dell’Università di Bari, sviscerando i temi di maggiore attualità nel mondo del lavoro, con particolare attenzione al tessuto produttivo pugliese e lucano: dalle novità del contestato Jobs Act, alle prospettive degli stabilimenti della Fiat a Melfi e dell’ILVA a Taranto, sino all’auspicata legge sulla rappresentanza sindacale.
Lavoro, democrazia e diritto a un’esistenza libera e dignitosa. Questi i temi affrontati anche in conferenza stampa da Maurizio Landini, introdotto da Giuseppe Giannella e affiancato al tavolo da Manuela Taratufolo, segretario generale Cgil Matera e Massimo Brancato, segretario regionale Fiom.
Si discute da 20 anni di politiche industriali, questo Governo sarà in grado secondo Lei di passare dalle parole ai fatti? “L’atteggiamento del Governo Renzi è contraddittorio: da un lato si impegna per salvare l’Iva e il settore siderurgico, dall’altro con la Finmeccanica vende il settore trasporti a uno straniero. E’ innegabile che siamo di fronte ad uno stato di arretratezza di tutto il Mezzogiorno ma se non c’è un programma straordinario di instimenti, pubblici e privati, non si va da nessuna parte. Prendiamo per esempio il Jobs Act: il Governo promette alle imprese licenziamenti più facili e un po’ di tasse in meno ma per finanziare gli sgravi fiscali a favore di assume sottrae fondi destinati agli investimenti per il Mezzogiorno. Io credo che sia opportuno puntare invece su un piano straordinario del territorio, guardando in particolare allo sviluppo delle nostre città. In Italia un terzo delle aziende va bene grazie all’export ma gli altri due terzi sono in difficoltà. Il calo della produzione è stato del 25%, sono fallite 100 mila aziende, si sono persi 2 milioni di posti di lavoro, abbiamo 3 milioni e mezzo di disoccupati mentre 4 milioni non cercano più un’occupazione e 15 milioni pur avendo un lavoro sono sotto il livello di povertà. La realtà è che il Governo pensa il rilancio del sistema produttivo passa dal mercato, io credo che questa politica sia completamente sbagliata. Purtroppo non c’è più una differenza tra Nord e Sud perchè siamo un Paese del Sud Europa che non riesce ad imporre le sue esigenze a livello comunitario. Il patto di stabilità, il problema del credito con il costo più alto rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, gli investimenti tecnologici frenati dall’assenza della banda larga. Sono questi i temi che un Governo dovrebbe affrontare, puntando sopratutto sull’investimento di fondi pubblici. Pensiamo al mercato dell’auto. FCA ha annunciato 2000 nuovi posti di lavori, noi abbiamo detto che se si riducono gli orari e si fa la quinta squadra come hanno fatto già altre aziende, penso alla Ducati, alla Volkswagen, i posti di lavoro possono diventare anche 2500. La BMW, con gli investimenti sulle auto elettriche, ha annunciato per esempio che saranno impiegati altri 8000 lavoratori, 5000 in Germania e 3000 negli altri stabilimenti dislocati in altri Paesi. Il Governo deve quindi ragionare in questi termini se vuole davvero garantire uno sviluppo al nostro Paese”.
Michele Capolupo
La fotogallery della conferenza stampa con Maurizio Landini (foto www.SassiLive.it)