In vista delle prossime elezioni comunali a Matera arrivano alcune riflessioni politiche del giornalista materano Nino Grilli. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione.
Nino Grilli: “Cambiare Matera? Si può, ma…”
Più ci si avvicina al momento delle elezioni amministrative e più aumenta lo sconcerto dei cittadini materani. L’unica cosa che appare chiara è il messaggio che transita sulla bocca di tutti coloro che si propongono di guidare la prossima amministrazione cittadina: cambiare Matera! A onor del vero la città ultramillenaria, patrimonio mondiale dell’umanità per volere dell’Unesco non ha bisogno di essere cambiata. A cambiare dovrebbe essere la mentalità di chi si propone per la prossima campagna elettorale. Siamo alla stregua del messaggio renziano che vuole produrre un cambiamento della nostra bella Italia. Missione impossibile finchè non cambierà la mentalità dei nostri politici, ben propensi a salvare la loro pagnotta e la loro poltrona e intenti a godersi la loro immorale condotta che, affidata ad una evidente corruzione, rende impossibile raggiungere qualsiasi tipo di cambiamento. E non a caso in Parlamento i nostri politici da due anni discutono (a vanvera e per finta) sulla necessità di approvare una legge anti corruzione. Legge che a loro evidentemente non conviene approvare, ma che resta utile (sempre a loro) per continuare nella loro oramai comprovata disonestà politica. Ma veniamo a noi e alla nostra Matera! Il quadro completo dei candidati sindaci non si è ancora composto del tutto e probabilmente ne vedremo ancora delle belle fino a tempo scaduto per la presentazione delle liste. Ragionando sul presente il famigerato “cambiamento” dovrebbe essere affidato a Salvatore Adduce, forte del risultato ottenuto con Matera 2019 ma nel contempo indebolito dalle diatribe interne al suo stesso partito(il PD) che continua a dire Adduce sì- Adduce no- Adduce ni, segno evidente di una situazione non certo agevole per promuovere un vero cambiamento che non si può esimere da una fonte di natura politica partecipante e permeata di comune accordo. Oppure a Nicola Benedetto, di area non certo distante al Pd, che si propone come una sorta di “restauratore”, magari forte di interventi restauranti come quello del Palazzo Gattini e (forse) quello dell’ex-mulino Alvino. Beh, in tal senso di situazioni da restaurare in città ce ne sarebbero a iosa. O ancora a Angelo Tortorelli con la sua “mirabiliante”(ogni riferimento è puramente….) proposta osante di portare una certa verve, trasferendola da Via don Minzoni a Via A.Moro, anche se non è dato sapere se avrà o meno un preciso riferimento di tipo politico. O ancora a Francesco Vespe con la sua proposta “pungente” fedele al suo stesso cognome che probabilmente si affida a una visione “tele spaziale” del suo futuro impegno per il cambiamento diretto ad una non meglio precisata altraMatera (civica o no?). O a Antonio Materdomini a cui oltre a essere grati per le gustose e quasi quotidiane offerte su Facebook, non possiamo fare altro, non avendo conoscenza di un suo precedente di tipo politico, che sperare in un suo devoto affidamento all’ispirazione e all’impegno assunto dal suo movimento, anche se spesso soggetto a qualche perplessità, a livello nazionale. L’alternativa dichiarata (ma occorre capire fino a che punto possa essere ritenuta tale) dovrebbe arrivare da un neonato comitato che ha affidato (in puro stile centrosinistroso) la scelta ai cittadini materani che vorranno farlo con le oramai fatidiche primarie. E qui lo scenario che si presenta è veramente variegato! Tra Raffaello De Ruggieri di storia politica non certo nuova e che non sembrerebbe alternativa all’attuale governo cittadino, con il quale ha attivamente collaborato in tema Matera 2019, alla stregua del promotore dello stesso comitato (Angelo Tosto); Maria Rita Iaculli figlia d’arte (se così si può dire) in virtù dell’appartenenza familiare non scevra da impegno politico, in altri tempi, in una certa direzione; Antonio Serravezza fautore di un blog esaltante della città di Matera e delle sue tradizioni, ma con esperienza maturata in campo imprenditoriale con un’azienda che (ahimè!) non è sopravvissuta; Venanzia Rizzi, materana trapiantata in una realtà nordeuropea dove le situazioni di questo tormentato Sud e di questa città sono oramai lontani nel tempo, ammesso che lì siano mai esistiti; Massimiliano Amenta, nuova generazione di politico che si propone sperando di “muovere” qualche utile pedina per cambiare la città, la scelta si fa ardua e i cittadini materani (quelli che lo vorranno fare) dovranno meditare un bel po’ sul da farsi. Sempre che (e questo appare alquanto scontato che avvenga) non si aggiungano altri illustri pretendenti alla poltrona al sesto piano di Via A.Moro. “Cambiare Matera” si può fare, ma sempre a patto che il cambiamento avvenga nelle menti e nei comportamenti di chi risulterà vincitore il 31 maggio (o 7 giugno) prossimi, salvo appuntamento con un eventuale ballottaggio, lasciando da parte interessi di altra natura che senza meno sono in arrivo con l’esaltante successo della nomina a Capitale Europea della cultura nel 2019. Altrimenti ….., ma di questo avremo occasione di parlarne a tempo debito!
Nino Grilli