Matera Capitale Europea della Cultura ha bisogno delle sue infrastrutture, a partire dal raddoppio della Statale 7 Matera-Ferrandina.
Confapi Matera sollecita una questione che sta a cuore al territorio per i suoi risvolti strategici sul fronte dei collegamenti con Bari, con la Basentana e con la Jonica.
“È trascorso un anno dall’Accordo infrastrutture stradali Piano per il Sud tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, la Regione Basilicata e l’Anas. Una Intesa che prevedeva un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro per lavori di adeguamento e messa in sicurezza, di completamento di opere già avviate e di realizzazione di nuove infrastrutture stradali sul territorio lucano – ha evidenziato il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito – e che riservava solo 2 milioni di euro alla progettazione dell’ampliamento della Matera-Ferrandina. Un semplice restyling che non basta, perché gli impegni sono sempre stati sul raddoppio di un’arteria sulla cui strategicità sono d’accordo tutti.”
Le opportunità di crescita economica e sociale dell’intero territorio non possono prescindere dai servizi e dalle infrastrutture materiali e immateriali. Arrivare all’appuntamento del 2019 sprovvisti di questa dotazione, a tutti gli effetti necessaria, danneggerebbe l’intero progetto. “Uno dei problemi cruciali della regione, se non il primo punto debole, sono proprio le infrastrutture. Sia per quanti vogliono raggiungerci, sia per gli stessi abitanti costretti a viaggiare su strade obsolete e pericolose.”
Nello specifico, la Statale 7 ricopre un ruolo fondamentale e oggi, con l’aumento del traffico pendolare, commerciale e turistico, l’indice di pericolosità è decuplicato. Di fatto parliamo di un percorso a imbuto, un “collo di bottiglia” che rallenta tantissimo le comunicazioni rendendole fortemente rischiose. Un problema oggettivo e serio che non deve essere relegato a vantaggio di attenzioni elettorali, momentanee, come la scelta del candidato sindaco. “Come cittadini, e non solo come portavoce delle esigenze delle imprese, scontiamo in prima persona il disagio di questa viabilità sempre più precaria. Uno svantaggio che incide sul nostro grado di sicurezza e sulle nostre prospettive.”
“Limitarsi a dei piccoli interventi non può risolvere il problema, serve una riqualificazione complessiva che provveda a realizzare subito il raddoppio. Occorre accelerare i tempi – conclude Enzo Acito – ed evitare di imbrigliare nello status quo una scommessa precaria, che molti, invece, danno già vinta: lo sviluppo.”