Disagio giovanile, importanza dell’arte della comunicazione, riaffermazione dei valori tradizionali della famiglia, promozione di luoghi e spazi di confronto: sono questi i temi del nuovo incontro promosso ed organizzato dalla Commissione Pari Opportunità di Centro Democratico, presieduta da Luisa Rubino e con la partecipazione di Fernando Barbaro
Al centro dell’impegno – si sottolinea in una nota – l’affermazione di un nuovo Welfare, familiare e generazionale, che sappia realmente promuovere la dignità della persona e le sue potenzialità nel corso delle diverse fasi della vita. Un welfare che non si esaurisca nell’assistenzialismo di vecchio stampo, ma che sappia davvero rassicurare i cittadini, dare certezza all’avvenire dei giovani, maggiori opportunità alle donne, più tutele agli anziani, per ripristinare quella coesione sociale e territoriale indispensabile a rimettere in moto le energie dormienti del Paese.
Nel percorso di ascolto, Rubino si è confrontata con esperti, operatori, giovani e genitori per dar vita ad un confronto volto ad affrontare il quadro di disagio sociale, che spesso investe le nuove generazioni.
Il vasto insieme delle problematiche e del malessere del mondo giovanile – ha evidenziato l’esponente di Cd – rende quanto mai attuale l’affermazione e la tutela dei diritti inviolabili del giovane sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Le nuove tecnologie digitalizzate hanno contribuito al radicale cambiamento che ha investito la società e, di riflesso, le famiglie. L’era di internet ha velocemente modificato, soprattutto all’interno della popolazione giovanile, la modalità di comunicazione, la fruizione delle informazioni nonché la condivisione e la conoscenza: ma se da una parte i media concedono infinite possibilità di conoscere, giocare, creare gratificanti mondi virtuali, dall’altro agevolano un fenomeno di isolamento, di triste atrofia di inventiva ed immaginazione e di mancata scoperta delle mappe di comunicazione dell’altro.
Famiglia, scuola, società sono sempre più disfunzionali ed incapaci di rispondere attivamente alle istanze di appartenenza, di modelli positivi e di successo di cui i ragazzi non devono essere privati.
Apparteniamo all’epoca delle società anonime, dei desideri effimeri, dell’apparire che ha sostituito l’essere, della ricerca del surplus materiale a cui non corrisponde altrettanta ricchezza interiore, del possedere tutto ma non l’essenziale, della staticità degli orizzonti temporali senza radici del passato e senza aspettative del futuro. In questo quadro si colloca il malessere giovanile, quale richiesta di interventi ed attenzione sociale.
Nella diffusa consapevolezza dell’importanza di un ambiente educativo idoneo alla costruzione delle identità dei futuri adulti – afferma Rubino – è importante fornire sempre nuove opportunità di incontro e socializzazione mediante lo sviluppo di spazi attivi e condivisi in cui sviluppare interessi, socialità, senso di inclusione e stimolare la cittadinanza attiva e partecipe.