Un’interrogazione al neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è stata presentata dall’on. Cosimo Latronico (FI) in merito al collegamento ferroviario della città di Matera alla rete FS , “da molti anni al centro di numerosi interventi ed iniziative dell’opinione pubblica, essendo la città dei Sassi patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco dal 1993, l’unico capoluogo di provincia a permanere in uno stato di isolamento ferroviario che condiziona in termini negativi crescita e sviluppo”. “Il dramma ferroviario di Matera – ricorda il deputato lucano – inizia tra il 1972 ed il 1974, quando viene chiusa a causa del mancato ammodernamento e per l’eccessivo degrado degli impianti la linea tra Matera, Ferrandina, Pisticci e Montalbano Jonico, la quale collegava fin dal 1930 la città alla linea principale delle FS; i lavori di realizzazione di una nuova tratta ferroviaria Ferrandina-Matera (La Martella) iniziarono nel 1986 ma a tutt’oggi, dopo 29 anni, non sono ancora terminati. Nel frattempo però è stata costruita una famosa stazione “fantasma” delle Ferrovie dello Stato, un’opera mai conclusa e costata oltre 500 miliardi delle vecchie lire”. Latronico ricorda poi che “Matera e’ dotata di una linea a scartamento ridotto interregionale, la Ferrovia Appulo Lucana, che la collega a Bari ma con tempi che non sono quelli che si addicono ad una mobilita’ efficiente e rapida. Inoltre, da capitale europea della cultura per il 2019 va necessariamente inserita nei circuiti internazionali turistici di Cultura accessibile all’umanità e rende ancora più indispensabile il controllo della rete viaria regionale, in considerazione del previsto aumento dei flussi turistici”. Alla luce di tutto questo il parlamentare chiede al Ministro “ quali iniziative intenda assumere per farsi promotore di un tavolo tecnico in cui coinvolgere Trenitalia, le istituzioni e gli enti locali interessati; cosa intenda fare per attivare nei confronti di Trenitalia per migliorare i collegamenti in relazione al collegamento con il terminale dell’alta velocità rappresentato da Salerno ed infine quali iniziative siano possibili dal punto di vista infrastrutturale per completare o per utilizzare i lavori effettuati per la tratta Ferrandina-Matera.
Ferrovia a Matera, Renzi riapre il dibattito. Nota Bicchielli (CD)
“Il Premier Renzi solo qualche giorno a Genova, in occasione dell’avvio di due cantieri, ha “scoperto” che Matera, Città Europea della Cultura 2019, non ha un collegamento ferroviario. Noi abbiamo salutato la nomina di Graziano Delrio a ministro per le infrastrutture come occasione per inaugurare soprattutto un’attenzione ed una centralità nuove per il Mezzogiorno, afflitto da secolari e recenti ritardi infrastrutturali, tra i quali l’isolamento ferroviario di Matera, che ne impediscono il possibile determinante contributo al consolidamento dei primi timidi segnali di crescita del Paese e riteniamo che la condizione di Matera, unica città del Sud senza ferrovia, sia un primo importante banco di prova”.
E’ quanto sostiene il coordinatore nazionale di Centro Democratico Pino Bicchielli che aggiunge: “è necessario approfondire in sede regionale e comunale la soluzione indicata dal Presidente del Consiglio per la costruzione della tratta Matera-Bari e la conseguente trasformazione dell’aeroporto di Bari-Palese in un terminal strategico per la Basilicata orientale, oppure se, come si sostiene da più parti, è più economico e celere riprendere il progetto di costruzione della tratta Matera-Ferrandina che ha già registrato costi altissimi. E’ il caso di ricordare inoltre al Governo Renzi un altro progetto nevralgico per le infrastrutture del Materano e dell’intera Basilicata che riguarda la piena operatività dell’aeroporto di Pisticci.
Per Cd oltre all’insopportabilita’ ulteriore delle condizioni in cui versano le Regioni meridionali italiane – si pensi solo alla disoccupazione giovanile oltre i limiti greci ed iberici – va messo in campo il grande potenziale di sviluppo, da mettere in relazione con una posizione geografica dei porti, aeroporti, ferrovie e strade del sud, protesi verso le aree più propulsive dell’economia mondiale. Investire sulle infrastrutture del sud non è solo attuare giustizia perequativa, coesione e occupazione, ma serve a invertire definitivamente il trend di declino dell’Italia e dell’Europa, per romperne l’isolamento e collegarle solidamente ai nuovi motori dell’economia globalizzata, il cui interscambio transita in larga misura dal Mediterraneo. Il Mezzogiorno – continua il dirigente nazionale di Cd – non chiede altra spesa, ha diritto semmai ad investimenti che possano fruttare crescita al Meridione stesso e a tutta l’Italia, mentre gli impressionanti dati sulla caduta degli investimenti pubblici nel Sud nell’ultimo ventennio, pubblicati da Svimez, consentono di capire meglio l’origine principale della crisi. Di qui l’impegno ad attrezzare il sud d’Italia come piattaforma logistica europea al centro del Mediterraneo.
Per fare questo non basta un Ministro più sensibile, ne’ una più efficace strategia degli interventi consentita dal riaccorpamento degli affari regionali con il coordinamento dei fondi europei, e neppure la ricostituzione pura e semplice di un ministero apposito per il sud, che rischierebbe di righettizzarlo, perpetuando la limitazione degli interventi a quelli straordinari, ora europei, e continuando a concentrare altrove quelli ordinari, origine principale dell’aggravamento dei divari. Come abbiamo sostenuto in Parlamento in occasione del dibattito sulle mozioni per il Mezzogiorno bisogna passare finalmente dalle parole ai fatti perché davvero non c’è più tempo per sterili discussioni. Gli asset su cui investire al Sud oltre ai trasporti sono i giovani, la famiglia, la scuola, la cultura, il turismo, i beni culturali, tutti elementi che fanno di Matera un laboratorio di progettualità per l’intero Mezzogiorno”.