E’ l’obiettivo della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori e dell’Agia-Associazione Giovani Imprenditori Agricoli per concentrarsi sul grande patrimonio rappresentato da un certo tipo di agricoltura: quell’agricoltura che è azione di salvaguardia dei diritti e della legalità là dove legalità non significa astratto principio di osservanza positiva delle leggi ma costituzione di uno spazio in cui i diritti di tutti vengono realizzati ed attuati, dove le persone siano cittadini; azione di salvaguardia ambientale, azione di tutela del territorio, del paesaggio, della biodiversità.
Il termine bioresistenze – precisa Rudy Marranchelli, presidente Agia – descrive un “sano” rapporto con il territorio dimostrando quanto l’agricoltura non sia solo e semplicemente un azione economica/finanziaria ma, anche, pratica di resistenza alle forme di illegalità, resistenza all’uniformazione (che è appiattimento e non uguaglianza) sia culturale che alimentare, resistenza alla violenza con cui vengono trattate e gestite le risorse naturali, resistenza alla scomparsa di biodiversità. Il percorso proposto unisce una serie di riflessioni abbinandole alla documentazione di concrete buone prassi: resistenze impegnate nel mantenimento, nella conservazione e nella promozione di ricchezze ambientali, sociali e culturali di un territorio.
Con questo obbiettivo – afferma Nicola Serio, vice presidente regionale Cia e dirigente del Materano – intendiamo incontrare esperienze agricole del nostro territorio che incarnano il senso e il significato della nostra Costituzione praticando i principi che ci rendono una Repubblica.
Esperienze agricole eterogenee che descrivono un patrimonio comune: piccole e grandi, a conduzione femminile, d’imprenditoria giovanile, cooperative che lavorano i terreni confiscati alle mafie, aziende biologiche e biodinamiche, agricoltori che, indipendentemente dai marchi, fanno bene il loro lavoro e nel farlo tutelano e realizzano la democrazia.
Al centro la resistenza alla scomparsa della biodiversità. Per noi il futuro dell’agricoltura si gioca sulle coltivazioni biologiche e il suo valore su quello della biodiversità. La Cia da sempre ha fatto della tutela della biodiversità il fondamento della sua visione dell’agricoltura, perché biodiversità significa aderenza a un protocollo di sviluppo sostenibile, ma anche affermazione della centralità agricola e dell’agricoltore come imprenditore multiruolo capace di non solo produrre da campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura. Dunque – conclude Serio – prodotti biologici e biodiversità sono oggi dei fortissimi attrattori che hanno avvicinato molti giovani all’agricoltura, segno evidente che il futuro agricolo si gioca prima di tutto su questo terreno.
Di questi temi si discuterà il 29 aprile prossimo a Ferrandina presso Palazzo Caputi – “CIA Basilicata … verso EXPO 2015” – in una tavola rotonda (ore 18) dal tema :“IL TERRITORIO COME DESTINO: l’agricoltura sostenibile e la biodiversità”, con gli interventi di Saverio D’Amelio (Sindaco di Ferrandina), Rocco Zito (Assessore Agricoltura del Comune di Ferrandina), Nicola Serio (Vicepresidente Vicario CIA Basilicata), Rudy Marranchelli (Presidente AGIA Basilicata), Donato Distefano (Direttore CIA Basilicata), Pancrazio Toscano (Associazione Basilicata Rural
Cia-Agia: Sperimentare il progetto “Bioresistenze” anche nel Materano.
E’ l’obiettivo della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori e dell’Agia-Associazione Giovani Imprenditori Agricoli per concentrarsi sul grande patrimonio rappresentato da un certo tipo di agricoltura: quell’agricoltura che è azione di salvaguardia dei diritti e della legalità là dove legalità non significa astratto principio di osservanza positiva delle leggi ma costituzione di uno spazio in cui i diritti di tutti vengono realizzati ed attuati, dove le persone siano cittadini; azione di salvaguardia ambientale, azione di tutela del territorio, del paesaggio, della biodiversità.
Il termine bioresistenze – precisa Rudy Marranchelli, presidente Agia – descrive un “sano” rapporto con il territorio dimostrando quanto l’agricoltura non sia solo e semplicemente un azione economica/finanziaria ma, anche, pratica di resistenza alle forme di illegalità, resistenza all’uniformazione (che è appiattimento e non uguaglianza) sia culturale che alimentare, resistenza alla violenza con cui vengono trattate e gestite le risorse naturali, resistenza alla scomparsa di biodiversità. Il percorso proposto unisce una serie di riflessioni abbinandole alla documentazione di concrete buone prassi: resistenze impegnate nel mantenimento, nella conservazione e nella promozione di ricchezze ambientali, sociali e culturali di un territorio.
Con questo obbiettivo – afferma Nicola Serio, vice presidente regionale Cia e dirigente del Materano – intendiamo incontrare esperienze agricole del nostro territorio che incarnano il senso e il significato della nostra Costituzione praticando i principi che ci rendono una Repubblica.
Esperienze agricole eterogenee che descrivono un patrimonio comune: piccole e grandi, a conduzione femminile, d’imprenditoria giovanile, cooperative che lavorano i terreni confiscati alle mafie, aziende biologiche e biodinamiche, agricoltori che, indipendentemente dai marchi, fanno bene il loro lavoro e nel farlo tutelano e realizzano la democrazia.
Al centro la resistenza alla scomparsa della biodiversità. Per noi il futuro dell’agricoltura si gioca sulle coltivazioni biologiche e il suo valore su quello della biodiversità. La Cia da sempre ha fatto della tutela della biodiversità il fondamento della sua visione dell’agricoltura, perché biodiversità significa aderenza a un protocollo di sviluppo sostenibile, ma anche affermazione della centralità agricola e dell’agricoltore come imprenditore multiruolo capace di non solo produrre da campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura. Dunque – conclude Serio – prodotti biologici e biodiversità sono oggi dei fortissimi attrattori che hanno avvicinato molti giovani all’agricoltura, segno evidente che il futuro agricolo si gioca prima di tutto su questo terreno.
Di questi temi si discuterà il 29 aprile prossimo a Ferrandina presso Palazzo Caputi – “CIA Basilicata … verso EXPO 2015” – in una tavola rotonda (ore 18) dal tema :“IL TERRITORIO COME DESTINO: l’agricoltura sostenibile e la biodiversità”, con gli interventi di Saverio D’Amelio (Sindaco di Ferrandina), Rocco Zito (Assessore Agricoltura del Comune di Ferrandina), Nicola Serio (Vicepresidente Vicario CIA Basilicata), Rudy Marranchelli (Presidente AGIA Basilicata), Donato Distefano (Direttore CIA Basilicata), Pancrazio Toscano (Associazione Basilicata Rural