Campi dimostrativi di cece per una superficie di 10 ettari ricadenti nei comuni di Craco, Ferrandina, Pomarico, Pisticci e Tursi oltre alla accessioni sperimentali fornite dall’Istituto di Genetica Vegetale (Igv) del Cnr, sezione di Policoro, sono stati avviati nell’ambito del progetto sul cece lucano promosso dal Copal, il Consorzio produttori agroalimentari lucani presieduto da Giovanni Grieco. All’iniziativa che sul piano tecnico è seguita dall’Alsia in collaborazione con l’Igv hanno già aderito nove aziende agricole della collina materana. L’obiettivo è quello di costituire una micro filiera nel comparto delle leguminose. Il progetto sul recupero e la valorizzazione del cece lucano è stato al centro di un incontro tematico nella sala consiliare del Comune di Pomarico coordinato dal commissario dell’Alsia, Domenico Romaniello, che ha fatto da prologo alla seconda edizione del cece lucano. Tra le varietà di cece messe a dimora, come ha evidenziato Felice Vizzielli dell’Alsia, figurano la “mexico” e “pascià”. La semina è stata fatta nella terza decade di aprile con la tecnica a spoglio e a righe. Le prossime tappe che attendono il percorso di valorizzazione sono la promozione e la commercializzazione mediante un disciplinare di produzione che certifichi l’intera filiera per poi allargare il paniere alle altre leguminose. Si punta anche al potenziamento delle tecniche di coltivazione e dei livelli di certificazione, all’aumento delle superfici e della rete distributiva. L’altro elemento strategico per mettere a valore le coltivazioni del cece, come rimarcato dall’assessore regionale all’agricoltura, Vilma Mazzocco, attiene la trasformazione del prodotto. “Ci troviamo dinanzi – ha detto – ad una micro filiera, ad una produzione di nicchia che va elevata sul piano quali-quantitativo, promuovendo l’aggregazione tra i produttori. In Basilicata non abbiamo un trasformatore in quarta e quinta gamma e su questo fronte occorre lavorare”. “I nuovi scenari della politica agricola comunitaria – ha affermato Giulio Sarli del Cnr – privilegiano le coltivazioni di piante di interesse proteico. Nell’ambito di un triennio di sperimentazione nei nostri campi dimostrativi abbiamo riscontrato produzioni di 26 quintali ad ettaro con punte di 40 quintali. Corlian e Molian sono le varietà che hanno dato i risultati migliori. Le nuove frontiere della ricerca sono quelle di identificare i valori nutrizionali delle diverse specie e puntare alla riconversione al biologico anche da germoplasma di leguminose”. Sostegno al progetto è stato assicurato dal Gal Bradanica, presente il presidente Leonardo Braico, dalla Provincia di Matera per la quale è intervenuto l’assessore Antonio Montemurro e dal sindaco di Pomarico, Giuseppe Casolaro. Al termine dell’incontro ha fatto seguito in piazza I° Maggio la degustazione di piatti tipici a base di ceci e altri legumi preparati dall’Associazione Cuochi Materani guidata dal maestro Carlo Montano.
Ago 04