L’avvocato materano Pierluigi Diso, candidato nella lista del PD, in una nota sottolinea la necessità di attuare il pensiero di Don Luigi Sturzo. Di seguito la nota integrale.
L’appello di Don Sturzo
Ho vissuto per tanti anni a Matera in Via Don Lugi Sturzo e sono sempre stato attratto dal pensiero del prete di Caltagirone. L’attualità del suo pensiero deve essere condivisa, specie nel momento di confusione politica che vive Matera con tanti candidati sindaci e tantissimi candidati consiglieri e con la popolazione che dovrà scegliere tra un parente, un amico o un voto libero, magari di ispirazione politica. Il linguaggio sturziano, oltreché modo di comunicare, racchiude in sé il canone di un programma politico connesso ad un codice etico. Ciò contribuisce a rendere l’opera di Sturzo di portata esemplare, capace di mobilitare energie intellettualoidi fornire basi sperimentate alle elaborazioni necessarie in contesti diversi, di fungere da modello per il futuro.
Se il non expedit di Pio IX non è più valido da tempo, i cattolici possono e devono partecipare attivamente alla vita pubblica, anche combattendo i “liberali” che detengono il potere economico.
I cattolici sono già presenti nella realtà sociale materana, con numerose iniziative di educazione, formazione professionale, cooperative, sull’esempio della Rerum Novarum di Leone XIII, che aveva fondato la dottrina sociale della Chiesa proprio elaborando un filone di pensiero capace di cogliere i nuovi sviluppi sociali molto meglio del liberalismo e del socialismo, tanto da conservare attualità sino ad oggi.
Il mondo cattolico, insomma, era ed è quello più vitale nel tessuto socio-economico ed è dotato delle idee più innovative e deve solo svilupparne una nuova, concreta e di sostenibile proiezione politica.
Se la prima sfida in tal senso la raccolse don Luigi Sturzo – che sui valori di ispirazione cristiana, ma aconfessionale, fondò il Partito Popolare Italiano, privilegiando la strada dei contenuti a quella delle alleanze di potere – è proprio al suo pensiero che occorre adesso riferirsi.
Il prete siciliano si rivolse agli “uomini liberi e forti”, cioè “moralmente liberi e socialmente evoluti”, “senza pregiudizi né preconcetti”, con un appello che ancora oggi risuona di grande attualità. L’appello enuncia l’esigenza di uno “Stato veramente popolare…….., ove le riforme avvengano dal basso, non sulla base di contrattazioni estenuanti tra gruppi di potere, ma sulla base di una vera cultura politica di valori morali e sociali.
Sia con il pensiero che con la testimonianza della pratica quotidiana Sturzo ha indicato nell’essere se stessi, cioè nella coerenza assoluta, rigidamente intesa sino al sacrificio personale, la via maestra del vivere e dell’esser parte attiva nella società civile, perché l’ispirazione religiosa possa fornire capisaldi, alimento, prospettive all’impegno sociale, senza bisogno di ricorrere ad etichette o a professioni di appartenenza interessate.
Sturzo aveva un sogno: trasformare il pensiero e l’atteggiamento dei cattolici verso la vita moderna e i problemi sociali e per realizzarlo fondò il Partito Popolare, che definì acattolico perché disse:”il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione”, per questo il prete siciliano si rivolse solo agli uomini liberi e forti, perché si unissero in una battaglia politica che mettesse al centro la persona, la famiglia, che lottasse contro il clientelismo, la corruzione, la mafia.
L’appello sturziano è oggi più che mai attuale e necessario; solo un simile appello a uomini liberi e forti potrebbe scuotere le coscienze di molti che vogliono dedicarsi alla società civile con sacrificio, dedizione e professionalità.
Nella debolezza attuale della cultura politica un simile appello potrebbe essere il lievito di nuovi fermenti che attraversano il mondo cattolico in cerca di moralità pubblica e privata e che vive in quel mondo in un confronto continuo con le istanze laiche e riformiste.
Dare vita oggi al pensiero di Don Luigi Sturzo, al di là delle contingenze storiche, significa evidenziare ed esaltare la testimonianza di un sognatore; significa disporre di uno strumento prezioso, fatto di idealità, utopia e pratica quotidiana, che però aiuta a riflettere sulle condizioni necessarie perché ogni giocatore in campo faccia la propria parte per conseguire il bene comune, in base all’apporto di ciascun individuo che vuole prodigarsi per la società in cui vive, nell’assunzione di responsabilità verso la cosa pubblica.
Pierluigi Diso