Il personale scolastico dell’Istituto Comprensivo “Padre Minozzi” di Matera, nelle sue articolazioni di Assemblea del personale ATA e Collegio dei Docenti, esprime profonda preoccupazione per ciò che si configura come un disegno atto a promuovere un’idea di “scuola” alternativa al concetto di scuola per l’uguaglianza così come concepita dalla nostra Carta Costituzionale.
Il personale scolastico, dunque,respinge il DDL proposto dal presidente del Consiglio Renzi in quanto prevede:
• l’aumento dei poteri del dirigente scolastico che scardina i principi della democrazia scolastica fondata sul pluralismo e sulla libertà d’insegnamento, ponendo il personale in un
rapporto di sudditanza;
• l’ingresso dei privati nella scuola che, a vantaggio delle logiche del mercato, radicalizza la sperequazione tra indirizzi, territori e destinatari, mina l’unitarietà del sistema scolastico statale e scardina il concetto di scuola come luogo di produzione di un sapere disinteressato;
• l’introduzione di un sistema competitivo basato sul “merito” che, con la competizione di un insegnante contro l’altro nella corsa ai crediti e alla progressione stipendiale, si traduce in una rivalità permanente fra colleghi/e e in una gerarchizzazione del corpo docenti contraria
allo spirito di collegialità, condivisione e cooperazione su cui si fonda la vita scolastica;
• il potenziamento di un sistema di valutazione che genera un sapere standardizzato e impoverito e un abbassamento della qualità dell’istruzione;
• l’equiparazione della scuola pubblica con la scuola privata che, in nome di un distorto concetto di pluralismo, contravviene ad un chiaro dettame costituzionale ed al principio di uguaglianza a cui la scuola statale si ispira.
Denuncia l’uso strumentale e propagandistico del piano di assunzione dei precari, ai quali non viene altro che doverosamente riconosciuto un diritto maturato negli anni dal lavoro svolto nella scuola,
diritto alla stabilizzazione peraltro già previsto dalla legge finanziaria del 2007 e imposto dall’Unione Europea.
Stigmatizza, inoltre, l’assenza nel documento di governo di un qualsiasi riferimento al personale ATA, agli studenti e alle studentesse e alle loro famiglie come componente integrante, attiva e
partecipe della vita scolastica.
In particolare, per il personale ATA , denuncia l’assenza totale di un piano assunzionale e di un organico funzionale unitamente al divieto a stipulare contratti a tempo determinato su posti vacanti
e disponibili per più di 36 mesi anche non continuativi a cui vanno affiancati i nuovi tagli di organico, le misure di blocco/contenimento delle supplenze, nonché il blocco del turn over sugli amministrativi disposti dalla legge di Stabilità 2015 che impediranno, per il prossimo anno, alle
scuole un regolare funzionamento e di assicurare l’applicazione delle normative di sicurezza.
Ritiene che, per riqualificare l’istruzione pubblica statale, occorrano risorse economiche aggiuntive che portino la spesa dell’Italia per istruzione, formazione e ricerca ai livelli della media europea,
ossia al 6% del PIL, così come è espressamente previsto dalla Legge di iniziativa popolare.
Considera che un investimento consistente debba essere destinato alla formazione e allo sviluppo professionale di tutto il personale scolastico e al riconoscimento della qualità didattica raggiunta
mediante le esperienze di innovazione didattica introdotte negli istituti dal personale docente.
Contestualmente giudica di straordinaria gravità la dichiarazione contenuta nel piano di governo di impossibilità da parte dello Stato di garantire i finanziamenti adeguati alla scuola pubblica statale.
Tale dichiarazione si pone, infatti, in netto contrasto con il mandato istituzionale che la Costituzione assegna alla scuola della Repubblica.
Particolarmente preoccupante, infine, considera il metodo “plebiscitario” con cui il governo propone il piano scuola, attuando di fatto un attacco agli organi della rappresentanza istituzionale, ai sindacati, ai corpi intermedi. In questo contesto politico generale, l’attacco alla scuola della Costituzione rappresenta un ulteriore attacco alla democrazia del Paese. Non può esserci, infatti,
una scuola democratica e pluralista se non è garantita la democrazia e il pluralismo dello stato e non può esserci uno stato democratico e pluralista se non vi è una scuola democratica fondata sui principi costituzionali.
Al DDL sopracitato, il personale scolastico dell’Istituto Comprensivo “Padre Minozzi” oppone le seguenti proposte:
1. la creazione di un organico funzionale per ciascuna scuola, per supportare concretamente ed efficacemente l’azione dei docenti curricolari e permettere un reale ampliamento dell’offerta
formativa, finalizzandolo in particolare alla rimozione di tutti gli ostacoli, secondo quanto sancito dall’art. 3 della Costituzione (disabilità, DSA, BES);
2. l’adeguamento del rapporto numerico docenti/alunni alla tendenza europea (è auspicabile che il numero sia ridotto a 20);
3. un sistema di misurazione del “successo” nella gestione di una scuola che non si basi solo sul numero delle iscrizioni, soprattutto se non si garantisce la salvaguardia degli spazi, delle risorse e
degli strumenti necessari alla realizzazione delle programmazioni e al raggiungimento del successo formativo;
4. una formazione di tutto il personale non solo qualificata ma soprattutto utile, efficace, efficiente e gratuita, che sia realmente spendibile nella didattica e nell’organizzazione dei servizi e che sia sottoposta alla valutazione degli utenti (docenti e ATA);
5. una valutazione della classe docente che venga effettuata dopo aver chiarito i contenuti, i criteri e, soprattutto, dopo aver messo gli insegnanti nelle condizioni di realizzare le proprie programmazioni conformemente alle istanze sopra esposte.
Rifiuta quindi una scuola che si basi sulle differenze e sulla competizione, che presupponga e tolleri un 34 % di serie B (in una scuola che si vuole e che deve essere di qualità), che distrugga la coesione e la solidarietà all’interno della classe docente.
Rifiuta qualsiasi condizionamento alla didattica per consentire l’accesso al credito, perché l’unico condizionamento che deve avere la didattica è la risposta ai bisogni formativi di tutti i discenti da parte di tutti i docenti.
Chiede pertanto l’immediata attivazione del rinnovo della contrattazione nazionale all’interno della quale, a fronte del miglioramento di professionalità e formazione, sia garantita un’adeguata
retribuzione in linea a quella corrisposta mediamente ai nostri colleghi europei.
Rivendica la qualità della scuola italiana, nei confronti di quella di altri paesi europei, come riconosciuto dall’OCSE, nonostante la gravissima carenza di strutture, spazi e risorse in cui attualmente operano i docenti, dopo decenni di continui e indiscriminati tagli all’istruzione pubblica
italiana.
Chiede l’immediata rivalutazione dell’organico del personale ATA e delle forme di sostituzione dello stesso in caso di assenza, poiché quanto previsto dalla legge di stabilità impedirà, di fatto, non solo il regolare svolgimento delle attività didattiche ma addirittura l’apertura stessa dei plessi scolastici mettendo a repentaglio la sicurezza di alunni e personale tutto della scuola.
Le misure introdotte con la legge di Stabilità devono essere assolutamente cambiate, soprattutto in assenza di una previsione per l’organico funzionale, poiché impediscono la sostituzione dei collaboratori scolastici per una settimana e, sempre, per assistenti amministrativi e assistenti tecnici. È necessario un piano di assunzioni e un organico finalizzati a eliminare il problema delle supplenze e a rimuovere in concreto le difficoltà organizzative, per dare un maggiore supporto
all’attività didattica e rendere concreta l’autonomia scolastica, superando l’obsoleta separazione tra organico di diritto e di fatto.
La scuola non è fatta solo dai docenti e gli organici dell’autonomia, così come il potenziamento dell’offerta formativa e l’ampliamento del tempo scuola, hanno bisogno anche del personale ATA per il funzionamento organizzativo ai fini delle esigenze didattiche.
Il personale scolastico dell’I.C. “Padre Minozzi” chiede quindi un organico sufficientemente ampio che permetta alla scuola di:
mantenere aperti i plessi;
conservare e ampliare il tempo scuola;
assicurare la vigilanza ai piani;
garantire la sicurezza e l’assistenza alla disabilità;
eseguire gli innumerevoli e crescenti adempimenti amministrativo-burocratici;
sostenere la gestione dei laboratori e il supporto alla didattica laboratoriale;
supportare il potenziamento dell’offerta formativa;
salvaguardare i servizi all’utenza.
Reclama fin da subito un provvedimento urgente per tutti i precari ATA (su tutti i profili, compreso il Dsga) con i requisiti indicati nella sentenza della Corte Europea di Giustizia, garantendo loro, nello stesso tempo, la progressione di carriera perl’immediata commutazione in organico di diritto dei circa 5.000 posti autorizzati ogni anno in organico di fatto, con altrettante assunzioni a favore dei precari.
Chiede inoltre l’inserimento degli assistenti tecnici anche nelle scuole del 1° ciclo come figura di riferimento per la didattica di laboratorio e come amministratore di sistema e nell’applicazione delle normative sulla trasparenza.
Ribadisce la validità degli attuali organi collegialidella scuola, rappresentativi di tutte le componenti, quali motori di un irradiamento della cultura nel territorio e delle sinergie con le famiglie degli alunni.
Mag 04