Dopo oltre vent’anni di attesa di questa riforma di civiltà, un epilogo deludente. A un anno dal primo via libera della Camera, costellato da ripetuti tentativi di depotenziare il testo, il Senato aveva finalmente approvato con una maggioranza schiacciante la proposta di legge che avrebbe introdotto tra i delitti ambientali nel codice penale la tecnica dell’airgun, una tecnica di ispezione dei fondali marini utilizzata dalle ditte petrolifere tramite spari ad aria compressa.
Succede però che Renzi ha oggi preferito avallare le richieste delle lobbies del petrolio eliminando la norma sugli airgun. Infatti il comma soppresso prevedeva che: “Chiunque, per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi, utilizza la tecnica dell’airgun o altre tecniche esplosive è punito con la reclusione da uno a tre anni“. Con la modifica del testo e l’eliminazione del reato, la proposta di legge sarà rispedita al Senato allungando notevolmente i tempi di approvazione.
Il Governo Renzi si era già reso compiacente nei confronti delle compagnie petrolifere tramite il decreto Sblocca Italia, contestatissimo dal M5S a livello regionale e nazionale. In più, proprio qualche giorno fa Basilicata 24 dava risalto alla situazione dei fanghi neri sulla spiaggia di San Basilio, una delle più belle spiagge del versante ionico lucano.
“Oltre ai favori alle compagnie petrolifere, il Governo smentisce sé stesso, poiché il divieto di airgun perseguibile penalmente era stato votato dal partito di Renzi al Senato che oggi alla Camera si è contraddetto. Per essere approvata la legge avrà bisogno di un ulteriore passaggio al Senato che significa di fatto affossare la norma mettendola in stand-by. La legge sugli ecoreati doveva invece essere approvata oggi, così com’era senza cambiarne una virgola! ” dichiara Mirella Liuzzi, parlamentare del M5S.