Tra le tante classifiche che circolano nel settore della sanità quella riferita ai Lea” (livelli essenziali di assistenza) merita più attenzione se non altro perché si riferisce ai servizi effettivi a favore dei cittadini. Secondo l’Agenas (agenzia nazionale della sanità), sulla base della cosiddetta griglia di 31 livelli essenziali di assistenza (Lea, appunto), cioè le prestazioni che tutte le regioni devono dare ai loro cittadini senza alcuna esclusione, la Basilicata nel giro di un anno perde 23 punti e scende di quattro posizioni (dall’ottava alla dodicesima). E’ una classifica basata su una serie di valutazione dai servizi agli anziani, ai ricoveri ospedalieri appropriati e non, esami come la risonanza magnetica, controlli sulla sicurezza del lavoro. Chi va bene nella singola voce ottiene un punteggio, pesato a seconda dell’importanza del settore. Via via che la qualità della prestazione peggiora, il “voto” assegnato si abbassa. Ebbene, Agenas ci fa sapere che la Basilicata – fino a qualche anno inserita tra quelle di “fascia virtuosa” – tra il 2012 al 2013 passa da 169 punti del 2012 a 146 punti attuali. Si porta all’attenzione di quanti si occupano direttamente della salute dei lucani, specie per la prevenzione e cura, che ci sono aspetti specifici nella nostra regione riferiti al fabbisogno assistenziale della riabilitazione minimale-Fkt, che presentano grosse criticità, a conferma che le due macroaree – Specialistica Ambulatoriale e Riabilitazione-socio-sanitaria – vanno riorganizzate subito per un uso corretto delle risorse. Infatti, la conferenza Stato-Regioni, tra gli obblighi a carico delle stesse, richiede il “controllo della spesa nel mantenimento dei LEA”. I nuovi LEA confermano in modo chiaro gli indirizzi organizzativi di una moderna assistenza sanitaria orientata alla centralità della persona, del territorio e alla valorizzazione dei percorsi assistenziali.
Da queste motivazioni trova fondamento l’iniziativa promossa dall’ASPAT Basilicata (già FeNASP Basilicata) attraverso la promozione di Forum Tematici, il primo dei quali – annuncia Antonia Losacco, Presidente dell’ASPAT (Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale) Basilicata federata FENASPAT – si terrà il 22 maggio prossimo a Potenza e verterà sull’analisi dell’attuale sistema prescrittivo-erogativo per le patologie minimali e/o semplici e di come esso impatti con la programmazione distributiva delle risorse finanziarie disponibili. Dal 2007, data di inizio dello start up normativo – aggiunge – il principio di provvisorietà dell’assegnazione economica del tetto e di transitorietà del tempo occorrente alla definizione del calcolo dei fabbisogni assistenziali, ha determinato una crescita incontrollata della spesa segnatamente sul versante domiciliare. La cura domiciliare invece – continua Losacco – è legata ad una condizione transitoria ed eccezionale, non deve essere un’attività ordinaria. Quindi per programmare la spesa in modo corretto bisogna necessariamente correggere l’attuale sistema erogativo al fine di generare una giusta domanda e un’offerta seria da cui far scaturire il fabbisogno, in modo da garantire i Lea e l’appropriatezza delle cure”.
In tale contesto l’ASPAT Basilicata e la FENASPAT articoleranno una serie di osservazioni circa le criticità presenti nel sistema e, ovviamente, delle proposte migliorative atte a garantire da un lato la compatibilità dei LEA con i tetti di spesa programmandi e dall’altro, conseguire il massimo livello di equilibrio e di efficienza relativo all’appropriatezza della domanda e dell’offerta con la qualità dei servizi percepita dai cittadini-assistiti.