Un corposo dossier (con numerosi documenti allegati) sulle questioni di criticità del comparto della specialistica ambulatoriale accreditata, in particolare relative all’acquisto delle prestazioni art. 25 ed ex art. 26 della LN 833/78 e all’istituenda Rete dei Laboratori, in attuazione della Legge di Stabilità Regionale 2015, è stato illustrato oggi dal Presidente di ANSAP Basilicata Antonio Flovilla nel corso dell’audizione alla Quarta Commissione (Politica Sociale) presieduta da Luigi Bradascio.
Durante la relazione Flovilla, accompagnato da una delegazione ANISAP Basilicata composta dai vice presidenti Rocco Tortora e Roberto Cicchetti e dalla segretaria Angela Flovilla, nel ringraziare il Presidente Bradascio per aver accolto la richiesta di audizione e tutti i consiglieri per l’attenzione mostrata, ha evidenziato la necessità di individuare adeguate soluzioni per evitare eccessive ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori dei Centri Esterni Accreditati a discapito della qualità dei servizi offerti al cittadino utente, secondo le proposte emerse nella manifestazione-protesta del 16 aprile scorso a Potenza. L’audizione – ha aggiunto – ha rappresentato un’occasione per riaprire un confronto e un dialogo di carattere istituzionale sinora assenti da parte del Dipartimento Salute attraverso un comportamento inspiegabilmente preconcetto dimostrato dagli uffici dipartimentali rispetto alle pur legittime richieste di notizie e di dati in più occasioni presentate dall’Associazione.
In materia di tariffe per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, ferme al 1998, nel ricostruire le varie tappe e i vari provvedimenti assunti, è stato sottolineato che nel luglio 2013 il tavolo pubblico-privato ha consentito che la Regione Basilicata fosse l’unica in Italia a dotarsi di un tariffario elaborato secondo le direttive indicate dalla normativa in materia di spending rewiew. Ma – ha riferito Flovilla – dopo un anno e mezzo circa la Regione ha riesumato le tariffe di cui al DM Balduzzi (2012) con il risultato di penalizzare le strutture di laboratorio, radiologia e di medicina nucleare. Nel ribadire che l’obbligo di adottare tariffe standard come tariffe massime di riferimento sussiste solo per le Regioni sottoposte a piano di rientro (la Basilicata è esclusa) l’ANISAP ha sostenuto la necessità di una rivisitazione della norma anche per lo stridente contrasto, ai limiti della discriminazione, con incrementi tariffati riconosciuti ad altri erogatori privati, la cui spesa complessiva peraltro risulta ancora non quantificata dai competenti uffici regionali (riabilitazione ex art. 26, LN 833/78).
Sui tetti di spesa, “cristallizzato” per sistema di assegnazione di risorse e con una serie di criticità connesse ai lacunosi meccanismi di rilevazione dei fabbisogni, il dossier indica una precisa griglia di criteri, a partire dalla necessità del territorio in termini di bisogno e di numero e tipologia di strutture operanti con un’attenta verifica dei requisiti strutturali organizzativi, professionali e di personale, alla “premialità” per le strutture che garantiscano la continuità assistenziale e contribuiscano all’abbattimento delle liste di attesa (emergenza da sempre all’attenzione dell’ANISAP) sino alla garanzia di equità di accesso alle prestazioni secondo il principio di sussidiarietà. Ancora, tra i requisiti individuati nel dossier: la storicità delle strutture, la complessità organizzativa, strutturale, tecnologica e professionale, la garanzia dei livelli occupazionali al 31/12/2015, la previsione di forme di remunerazione per le prestazioni erogate in eccesso rispetto ai volumi prestabiliti.
Quanto alla Rete dei laboratori di analisi, le perplessità e contrarietà motivate dalla delegazione ANISAP riguardano il concetto di “soglia prestazionale”, tradotto numericamente solo nelle Linee Guida del 2011, che costituiscono una traccia del percorso da seguire; la fissazione di una soglia-prestazioni in 200mila prestazioni; l’illogicità dell’imposizione di un tale numero di prestazioni a soggetti che nell’ultimo decennio sono stati sottoposti ad ogni genere di contingentamento; le lacune in materia di service e di punti prelievo che hanno già cagionato, in molte Regioni dove sono stati introdotti, non sottovalutabili problemi alla corretta gestione aggregativa.
Flovilla ha ricordato in proposito che da oltre 8 anni giace presso il Dipartimento Salute un progetto di rete laboratori integrata pubblico-privato che per la sua realizzazione richiederebbe una modifica della LR 28/2000 ed un adeguamento del Nomenclatore delle prestazioni e risponderebbe alle esigenze di efficientamento dell’offerta di laboratorio salvaguardando le singole realtà produttive ed i relativi livelli occupazionali oltre che la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni. Infine – ha detto il presidente ANISAP – tale sistema garantirebbe un’assistenza qualificata dall’atto del prelievo all’atto della consegna del referto e realizzerebbe una ottimale riorganizzazione delle attività di diagnostica di laboratorio adeguata alla composizione territoriale della Basilicata e tale da assicurare una effettiva equità di accesso al cittadino utente.
Mag 14