Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giovanni Caserta, Responsabile culturale del CIACP
Il petrolio c’è. Ma che ne facciamo della Valdagri? Ovvero, perché non ritirerò il bonus – benzina.
Non andrò a far la fila per avere il bonus sulla benzina, meno che mai ora che la Lega ha messo i bastoni fra le ruote della piccola Lucania Basilicata, senza che i nostri rappresentanti del PDL, che votano con la Lega e per la Lega i provvedimenti della Lega, abbiano fatto il minimo cenno di ribellione, non dico uno sciopero della fame, ma almeno la semplice minaccia di non votare per la maggioranza nella prossima occasione. Se lo facessero, qualcuno saprebbe della loro esistenza. E acquisterebbero molto più potere. Ma questo è solo un inciso.
Tornando al bonus-benzina, dichiaro che non farò la fila alle Poste:
1. perché non ho tempo da perdere
2. perché non mi va di fare la figura del postulante che tanto mi ricorderebbe i clientes romani che, la sportula infilata nel braccio, facevano la fila davanti alla casa del nobile romano, nella speranza di ottenere qualcosa da metterci dentro
3. perché i 90 euro non mi cambiano la vita ( e credo nemmeno agli altri)
4. perché la Lucania Basilicata è di tutti, anche di mia madre, novantunenne, che non ha la patente
5. perché tutti quei soldi distribuiti come offe non si traducono in produttività e in progresso economico della Valdagri e della regione
Purtroppo – devo dirlo – siamo rimasti inascoltati anche dai nostri rappresentanti di sinistra, che, chissà perché, se la ridevano quando, in data 24 maggio 2006, avendo i lucani ben tre sottosegretari nel governo, chiedemmo loro di battersi per ottenere lo sconto sulla benzina alla pompa, e solo all’interno dell’area interessata alla estrazione del petrolio, che è l’area anche fra le più depresse delle regione. Una soluzione di questo genere era facile da applicare. Bastava che, in quella zona, lo Stato rinunziasse a parte delle sue accise. Pensavamo ad una specie di zona franca, quasi una Svizzera lucana. Pronosticavamo per quell’area una vera e propria corsa al pieno domenicale, con gran vantaggio per il turismo e l’economia della zona, tanto più che, per ironia della sorte, la Natura ha voluto che la stessa zona della Valdagri sia ricca di petrolio e ricca, contemporaneamente, di bellezze naturali.
Ci presero sotto gamba. Né alcuno ha mai pensato di prendere esempio da quanto accadde cinquant’anni fa nella valle del Basento, in occasione della scoperta del metano. Partiti e sindacati, allora, mobilitarono le popolazioni, chiamando alle loro responsabilità i più grandi dirigenti nazionali, che scesero in regione a sostenerne le… ragioni. La parola d’ordine fu: “Il metano è nostro e resta qua”, utilizzato per i grandi investimenti produttivi, cioè in fabbriche E nacque la vasta area industriale della Val Basento, in cui lavorarono almeno quindicimila operai e impiegati, sicché, per almeno per quindici anni, i nostri contadini, divenuti operai, non emigrarono, comprarono il frigorifero e fecero studiare i loro figli. Ora si scopre il petrolio, risorsa nazionale di grande importanza; ma non c’è uno straccio di progetto per lo sviluppo della Valdagri. I nostri nani politici (“nani” rispetto ai politici e sindacalisti di allora), stilano memorandum e non sanno pensare se non all’obolo delle royalties, come si fa con la sommetta fatta cadere nel cappello del questuante. La regione e i lucani – lo sappiano a destra come a sinistra – non hanno bisogno del bonus, cioè di risibili regalie. Vogliono posti di lavoro, soldi guadagnati col lavoro, cioè fabbriche fabbriche fabbriche. Il bonus, altrimenti, servirà, ancora una volta, per fare il pieno e prendere la via del Nord. Finché Bossi e Calderoli, naturalmente, glielo permetteranno
Giovanni Caserta, Responsabile culturale del CIACP