E' giunta a termine l'inchiesta "Toghe lucane" condotta dal sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Luigi de Magistris, in merito ad un presunto comitato d'affari che avrebbe agito in Basilicata e del quale farebbero parte, a vario titolo, magistrati, uomini politici, imprenditori, professionisti, esponenti delle forze dell'ordine. Il magistrato ha firmato l'avviso di conclusione delle indagini, condotte dal nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese, diretto a 33 persone che avrebbero agito per condizionare l'attivita' giudiziaria e di altre istituzioni della Basilicata. Il gruppo, in particolare, avrebbe ostacolato, sempre secondo l'ipotesi accusatoria, delicate attivita' investigative effettuate dalla Procura di Potenza. Secondo quanto emerso dagli elementi raccolti dagli uomini del colonnello Castrigliano', il gruppo avrebbe potuto anche contare, per realizzare le proprie attivita' illecite, sul ruolo di spicco ricoperto nel Consiglio superiore della magistratura dall'avvocato Emilio Nicola Buccico, nonche' su quello di direttore generale dell'ufficio magistrati presso il ministero della Giustizia svolto da Vincenzo Barbieri. Il provvedimento di conclusione delle indagini dell'inchiesta, composto da oltre 500 pagine, riassume gli esiti di attivita' contenute in cento faldoni, con migliaia di atti processuali, fra cui decine gli interrogatori e una quantita' di intercettazioni.
Sono trenta i capi d’imputazione. I 33 destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini, cui sono contestati complessivamente trenta capi di imputazione, sono: Vincenzo Tufano, procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza (associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e corruzione in atti giudiziari, piu' singoli episodi di corruzione e rivelazione di segreto di ufficio); Gaetano Bonomi, sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza (associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e corruzione in atti giudiziari, piu' singoli episodi di corruzione e rivelazione di segreto di ufficio); Felicia Genovese, gia' sostituto procuratore presso la Dda di Potenza, ora giudice del Tribunale di Roma (associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari); Michele Cannizzaro, marito della Genovese, gia' direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza (associazione per delinquere e corruzione); Giuseppe Chieco, procuratore della Repubblica di Matera (associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, truffa aggravata ai danni dello Stato); Iside Granese, gia' presidente del tribunale di Matera (associazione per delinquere e corruzione in atti giudiziari); Attilio Caruso, gia' presidente della Banca popolare del Materano (concorso in corruzione in atti giudiziari); Emilio Nicola Buccico, avvocato, gia' componente del Csm, attuale sindaco di Matera (associazione per delinquere e concorso in corruzione in atti giudiziari); Pietro Gentili, colonnello dei carabinieri, gia' responsabile della sezione di Pg dei carabinieri di Potenza, oggi consigliere di amministrazione di Marinagri e addetto alla sicurezza della struttura (associazione per delinquere e corruzione); Vincenzo Vitale e Marco Vitale, titolari della struttura turistica Marinagri di Policoro (associazione per delinquere, concorso in corruzione e truffa aggravata allo Stato); Filippo Bubbico, parlamentare, gia' sottosegretario allo Sviluppo economico con il Governo Prodi, gia' presidente della Regione Basilicata (associazione per delinquere, concorso in corruzione e truffa aggravata allo Stato). Altri indagati sono: Arnaldo Mariotti, segretario particolare di Bubbico al ministero (concorso in truffa aggravata allo Stato); Massimo Goti, in qualita' di direttore generale del ministero dello Sviluppo economico (associazione per delinquere e corruzione); Vincenzo Barbieri, magistrato, gia' direttore della direzione generale magistrati al ministero della Giustizia, oggi procuratore capo alla Procura di Avezzano (associazione per delinquere e rivelazione segreti di ufficio); Luisa Fasano, dirigente della squadra Mobile di Potenza (associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreti di ufficio); Giuseppe Labriola, avvocato, presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Matera (associazione per delinquere e corruzione); Vito De Filippo, presidente della Giunta regionale della Basilicata (truffa aggravata ai danni dello Stato); Elisabetta Spitz, moglie di Marco Follini, dirigente generale dell'Agenzia del demanio di Roma (associazione per delinquere e truffa aggravata allo Stato); Nicolino Lopatriello, sindaco del Comune di Policoro (associazione per delinquere, corruzione e truffa aggravata allo Stato); Nicola Montesano, presidente pro tempore del Consiglio comunale di Policoro (associazione per delinquere, corruzione e truffa aggravata allo Stato); Felice Viceconte, dirigente del settore urbanistica del Comune di Policoro (associazione a delinquere e truffa); Giuseppe Pepe, dirigente dell'Agenzia del demanio di Matera (associazione a delinquere e truffa); Michele Vita, segretario generale dell'Autorita' di bacino regionale della Basilicata (associazione a delinquere e truffa); Claudia De Luca, sostituto procuratore presso il Tribunale di Potenza (peculato); Daniele Cenci, gia' giudice del Tribunale di Potenza, ora giudice a Perugia (abuso di ufficio); Vito Santarsiero, sindaco di Potenza (concorso in abuso di ufficio); Vincenzo Mauro, gia' questore di Potenza, ora questore a Messina (concorso in abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio); Biagio Costanzo, cancelliere al Tribunale di Lagonegro (concorso in rivelazione di segreto di ufficio); Massimo Cetola, generale dell'Arma dei carabinieri, gia' comandante interregionale, ad aprile del 2008 insediatosi come commissario all'Asp di Reggio Calabria (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale); Emanuele Garelli, generale dell'Arma dei carabinieri, gia' comandante della regione carabinieri Basilicata (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale); Nicola Improta, colonnello dell'Arma dei carabinieri, gia' capo di Stato maggiore della regione carabinieri Basilicata (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale); Pietro Giuseppe Polignano, tenente colonnello dell'Arma dei carabinieri, gia' comandante provinciale di Potenza (concorso in abuso di ufficio e minacce a pubblico ufficiale).
L’inchiesta partita nel 2003. Risale al 2003 l'avvio dell'inchiesta "Toghe lucane", scattata dopo le denunce presentate da Nicola Picenna, presidente del consorzio Anthill, fondato dal banchiere Attilio Caruso per partecipare alla gara per la concessione delle licenze telefoniche Umts, che il Tribunale civile di Matera, presieduto da Iside Granese, dichiaro' fallito nel marzo dello stesso anno. Ma gli effetti deflagranti del terremoto politico-giudiziario si fecero sentire in tutta la loro forza devastante agli inizi del 2007, quanto dagli atti gioudiziari filtrano i nomid ei primi indagati eccellenti. L'indagine si muove su tre direttrici principali. Un primo filone si occupa di ricostruire complessivamente le attivita' della presunta associazione per delinquere composta da un comitato politico-affaristico-giudiziario, per la gestione degli affari in Basilicata; una seconda tranche in cui gli investigatori hanno approfondito gli aspetti delle presunte attivita' di corruzione in atti giudiziari; un terzo capitolo dedicato specificamente alla realizzazione del complesso turistico Marinagri di Policoro. Nell'arco dei due anni di indagine, la struttura ricettiva e' stata sequestrata in due occasioni (dopo un primo annullamento del provvedimento disposto dal Tribunale del Riesame di Catanzaro), l'ultima il 17 aprile 2008. Con un decreto, composto da oltre 420 pagine, il pm De Magistris ha disposto quattro mesi fa il sequestro preventivo d'urgenza (poi convalidato) del villaggio "Centro turistico ecologico integrato Marinagri", a Policoro, in provincia di Matera, oltre al sequestro delle somme relative al finanziamento del Cipe per un importo pari a 25.849 milioni di euro. Tra il materiale sequestrato vi e' anche una corposa documentazione, comprendente i conti correnti bancari riferiti ad alcuni indagati. Le accuse formulate dal sostituto De Magistris, sono basate anche sulle dichiarazioni di un testimone di giustizia detenuto in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. L'uomo avrebbe ricostruito al magistrato che conduce l'inchiesta, alcuni particolari relativi alle societa' e ai personaggi interessati dalle indagini, tra i quali anche alcuni magistrati. Nelle dichiarazioni del detenuto, sarebbero ricostruite anche alcune vicende che ruotano intorno alla societa' Marinagri, al villaggio sequestrato a Policoro, e ad alcune societa' con interesse economico nel settore della pesca. A supportare il quadro di accuse ci sono anche alcune intercettazioni. Dal decreto di perquisizione e sequestro emerge anche la vicenda relativa a due giudici in servizio in Basilicata che avrebbero minacciato l'uomo, che sta scontando una condanna definitiva per associazione mafiosa, detenuto in un carcere della Basilicata, che ha deciso di collaborare col pm De Magistris. Il detenuto ha ricostruito alcuni rapporti tra magistrati, tre in tutto, e la societa' Marinagri, prima nota come Ittica Valdagri. L'uomo sarebbe stato minacciato affinche' non pescasse piu' nella zona dell'Ittica Valdagri, dove avrebbe visto spesso alcuni giudici, i cui nomi sono riportati nel decreto. Il detenuto interrogato dal pm di Catanzaro avrebbe anche raccontato di interessi economici occulti tra alcuni magistrati e le societa' coinvolte nell'indagine, aggiungendo di avere notato nella zona, ogni fine settimana, i magistrati che si intrattenevano in alcuni bungalow in compagnia di alcune donne. Il Marinagri e' un villaggio dal valore di 200 milioni di euro. La struttura comprende villette, posti barca, porticciolo, due alberghi, strutture sportive, sullo Ionio lucano. L'inchiesta riguarda l'acquisizione da parte della societa' Marinagri di alcune particelle di terreno e ad un cambio di destinazione: le costruzioni edilizie del grande villaggio turistico sarebbero frutto di "atti amministrativi illegittimi, comportanti gravi rischi anche sotto il profilo idrogeologico e per la salute e sicurezza pubblica"; la Marinagri avrebbe ottenuto dal Comune di Policoro il permesso a costruire la struttura turistica prima ancora che la societa' ne avesse acquisito la proprieta'. Ipotizzate anche irregolarita' per la concessione di finanziamenti da parte del Cipe.
Alla procura di Salerno gli atti di tre casi. Dalle carte dell'inchiesta "Toghe Lucane", a conclusione della quale il pm de Magistris ha firmato 33 avvisi di conclusione indagine, alcune posizioni sono state stralciate e saranno trasmesse alla Procura di Salerno. In particolare, si tratta di atti relativi alle indagini sulla scomparsa di Elisa Claps, la sedicenne di cui si persero le tracce il 12 settembre 1993; al presunto duplice omicidio (inizialmente archiviato come suicidio) dei "fidanzatini di Policoro", Luca Orioli e Marirosa Andreotta, entrambi ventunenni morti il 23 marzo 1988; e al duplice omicidio dei coniugi Giuseppe Gianfredi, 39 anni, e Patrizia Santarsiero, 32, ammazzati sotto gli occhi dei figli il 29 aprile 1997. Rispetto a queste vicende, infatti, nelle informative di polizia giudiziaria di giugno e di agosto 2008, secondo quanto trapelato, sono contenuti numerosi e rilevanti elementi di novita', tali da potere consentire di riaprire e proseguire le indagini sui tre casi di cronaca. Essendo questi fatti avvenuti prima del 1998, quando la competenza per investigare su magistrati della Basilicata era ancora del Tribunale di Salerno, saranno i magistrati della Procura campana a doversene occupare. Secondo le risultanze investigative che hanno indotto a trasmettere gli atti a Salerno, sarebbero emersi nuovi elementi nei confronti dei coniugi Felicia Genovese, magistrato ora in servizio a Roma, e Michele Cannizzaro, e dell'attuale consigliere di Corte di appello di Potenza, Vincenzo Autera. Tutto sara', ovviamente, vagliato dalla Procura di Salerno, considerato che nessuno di queste persone risulta formalmente indagato per i tre casi.
COMUNICATO DIFFUSO DAL COMUNE DI MATERA A FIRMA DEI COMPONENTI DELLA GIUNTA GUIDATA DAL SINDACO BUCCICO.
Alla luce delle notizie in ordine alla conclusione delle indagini riguardanti autorevoli personaggi della vita politica ed istituzionale della regione, i componenti della Giunta Comunale esprimono la loro piena e sentita solidarietà al Sindaco Buccico confermando la piena fiducia sia all’uomo che al professionista, peraltro mai scalfita dalla inchiesta giudiziaria che sino ad ora si è prestata al solo megafono mediatico.
Riponiamo, continuano gli Assessori, la più totale fiducia nella Magistratura giudicante nella certezza che la giustizia saprà consegnare all’opinione pubblica una persona completamente estranea ai fatti.
Al Capo dell’Amministrazione, quotidianamente impegnato nello svolgimento di una intensa attività al servizio della comunità, la Giunta riconferma la propria stima chiedendogli la massima serenità e garantendogli, nel contempo, continuità d’impegno. Nota sottoscritta dai componenti della giunta comunale Saverio Acito-Michele Casino-Tito Di Maggio-Michele Domenichiello-Antonella Guida-Michele Plati-Eustachio Quintano-Giancarlo Tonelli.
Saverio Acito-Michele Casino-Tito Di Maggio-Michele Domenichiello-Antonella Guida-Michele Plati-Eustachio Quintano-Giancarlo Tonelli.
Il gruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio Comunale di Matera esprime piena solidarietà al Sindaco Emilio Nicola Buccico e al segretario provinciale di An Giuseppe Labriola, in merito alla conclusione delle indagini sull’inchiesta denominata “Toghe Lucane”.
I consiglieri di An, nel ribadire la stima in due seri professionisti che sono sempre stati impegnati nella vita politica e amministrativa nell’esclusivo interesse della comunità, ripongono la massima fiducia nell’operato giustizia ed auspicano che nel più breve tempo possibile possa essere chiarita la limpidezza e trasparenza dei comportamenti del Sindaco Buccico e del Segretario Labriola, sempre rispettosi della legalità.