“Dopo l’accreditamento dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale dell’ospedale di Villa d’Agri, diretta dal Dott. Domenico Loffredo, come centro di riferimento della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche, la nuova attività promossa dall’Ambulatorio di Ginecologia della U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia, attraverso la “Giornata della prevenzione ginecologica”, è la migliore iniziativa che parte autonomamente dal presidio ospedaliero valligiano rispetto alla vergognosa assenza di risposte del Dipartimento Salute della Regione alle continue sollecitazioni sull’attuazione del progetto di adeguamento e rafforzamento dei servizi”. E’ quanto dichiara l’Ing. Filippo Massaro (Csail). “Non possiamo che essere soddisfatti della nuova “apertura” dell’ ospedale al territorio, offrendo opportunità a quelle donne che, non rientrando nei programmi di screening, per varie ragioni da sempre rinviano una visita ginecologica di controllo. E’ questo – aggiunge – l’obiettivo da perseguire per far diventare realmente Villa d’Agri ospedale del territorio e delle comunità locali al contrario delle gravi inadempienze dell’Assessore Franconi che continua a ignorare i disagi del personale per carenza di organico e strumentazioni. L’ innalzamento dell’età media della popolazione e il conseguente aumento delle patologie croniche e delle patologie cronico – degenerative causano un costante aumento delle domande di assistenza e di prestazioni sanitarie. Questo aumento di richieste porta spesso le strutture sanitarie a fronteggiare situazioni di “overbooking” in cui si generano ricoveri ospedalieri inappropriati e si è costretti a gestire lunghe liste d’attesa per erogare le prestazioni necessarie e urgenti. Da questa situazione nasce l’esigenza di focalizzare l’attenzione per l’integrazione ospedale-territorio e per la continuità della cura che il Piano Sanitario Regionale ha identificato quali principali obiettivi che il sistema sanitario deve raggiungere per garantire la continuità della cura. Gli obiettivi per la realizzazione della continuità della cura sono raggiungibili attraverso un processo di trasformazione che prevede la riorganizzazione di strutture, metodologie, attività operative, logiche ed approcci, che a grandi linee tra l’altro prevedano: riorganizzazioni con il passaggio da una logica prestazionale ad una logica di “presa in carico” ; riorganizzazioni dell’attività clinica-assistenziale per patologie complesse, croniche, anziani, …; riorganizzazione dell’attività clinica-assistenziale in termini di possibilità di contrastare il fenomeno dei ricoveri ripetuti, contenendo inefficienze in termini di spese e costi elevati con conseguente razionalizzazione delle risorse; definizione e realizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per patologie e situazioni complesse (anziani, alzheimer, ecc). L’Azienda Sanitaria di Potenza deve perciò garantire ai cittadini di sentirsi presi in carico e pensati anche nella fase di riammissione al territorio e nella fase di assistenza domiciliare, che dev’essere percepita altrettanto sicura e con le stesse garanzie dell’assistenza ospedaliera ma collocata in un ambiente protetto e accogliente, adatto ad una lungodegenza o a cure a bassa complessità, in cui giocano un ruolo fondamentale oltre al medico di base anche la famiglia, o chi assiste e si prende cura del paziente.
Su questo Villa d’Agri non parte da zero: l’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), nello “Screening” di 1200 ospedali italiani, ha segnalato le buone performance dell’Ospedale di Villa d’Agri. Si smentisce il luogo comune – continua Massaro – che tutti i piccoli ospedali sono da chiudere perché non in grado di garantire qualità di prestazioni e professionalità del personale. Il “modello Villa d’Agri” dimostra tutto l’opposto: ictus, infarto, artroscopia del ginocchio, patologie che grandi e piccole strutture possono fronteggiare. Tra deficit del Sistema sanitario nazionale e storie di malasanità viene da chiedersi se i piccoli ospedali siano delle risorse preziose per chi vive nel territorio o dei rischi per la sicurezza. Nell’ospedale di zona della Val d’Agri, con un bacino d’utenza molto più ampio – precisa Massaro – la risposta è nei dati ufficiali forniti dall’Agenas. Quasi tutti i parametri presi in considerazione sono positivi. Ciò conferma che abbiamo unità operative che meritano l’eccellenza per competenza e professionalità degli operatori medico e paramedico. E’ urgente e doveroso per i Medici di base che facciano la loro parte divulgando ai pazienti la reale funzionalità e l’eccellenza dell’ Ospedale del Territorio Valdagrino. Adesso, senza ulteriori indugi, si devono accelerare gli interventi previsti per il Centro di Salute Ambientale e l’impianto di risonanza magnetica. Intanto si superi quell’autentico spreco che è la Guardia Medica posizionata in piazza a Villa d’Agri – dove è stata trasferita dalla precedente sede del plesso ospedaliero – perché – conclude Massaro – inutile e funzionale zero : serve per lo sperpero mensile di circa 15 mila euro di danaro dei cittadini e lo “stallaggio” a quattro medici che si alternano nei turni del non far niente. Il servizio invece andrebbe istituito a Marsicovetere molto distante dall’ospedale. Accade invece che mentre molti Reparti lamentano la mancanza di medici con l’economia delle somme sperperate per i quattro medici inutilizzati nella guardia medica a Villa d’Agri sarebbe un sollievo economico e per l’ospedale poter assumere altri medici specializzati mancanti nei vari reparti” Se vogliamo fare politica economica e non sperpero di danaro pubblico.
Filippo Massaro, Csail-Indignati