Non solo Dirty Soccer. La giudizia ordinaria ha aperto un’altra inchiesta che coinvolge tra gli altri ancora una volta l’ex giocatore dell’Irsinese Matera Daleno. Siamo a Brindisi, dove un’inchiesta condotta dal pm Savina Toscani ha determinato sei avvisi di garanzia a carico di un ex presidente, di tre ultras, e due calciatori. In questo caso si fa riferimento a presunte minacce nei confronti dei giocatori della squadra brindisina affinchè perdesse le partite a seguito di combine. Le indagini della Digos sono partite già nel 2011 quando sono state riscontrate presunte anomalie sul club che milita in serie D e le attenzioni erano rivolte su un paio di presunte gare truccate. L’obiettivo non era in questo caso quello di fare soldi con le sommesse, ma collezionare sconfitte per far sì che la dirigenza dell’epoca lasciasse per cedere il posto ad Antonio Flora, che è stato il presidente della Società sportiva dilettantistica Città di Brindisi fino allo scorso marzo. Antonio Flora è uno dei personaggi coinvolti anche nella maxi-inchiesta sul calcio scommesse che riguarda giocatori, dirigenti e società di Serie D e Lega Pro. I sei indagati dovranno rispondere di tentativi di frode calcistica, minacce e violenza privata. La Digos ha inviato un avviso di garanzia ad un ex presidente della società, Roberto Quarta, che pur non rivestendo allora più alcun ruolo avrebbe fatto pressioni, nello spogliatoio, per indurre un allenatore, appena arrivato, a lasciare la squadra, agli ultras brindisini Francesco Margherito, detto Lalla, Alessio De Iudicibus e Francesco Galluzzo e Savino Daleno, all’epoca calciatore dell’Irsinese-Matera e poi diventato consulente di mercato del Brindisi, anche lui coinvolto nella maxi inchiesta della Dda di Catanzaro, e un calciatore, Massimo Pollidori, di Barletta, 27 anni, quest’anno capitano del Brindisi, anche lui ex Irsinese Matera. Secondo l’accusa avrebbero tentato di truccare due match, la partita Grottaglie-Brindisi del 18 dicembre 2011 e la gara Irsinese Matera-Città di Brindisi del 29 gennaio 2012. Grottaglie-Brindisi terminò 3-2 mentre Città di Brindisi superò il Matera per 3-1.
Sempre secondo le indagini della Digos gli ultras, insieme all’ex presidente Quarta avevano promesso somme in danaro ai giocatori perché non si impegnassero in campo, così da rimediare delle sconfitte utili tanto ad agevolare la “scalata” del Matera nella classifica, quanto a danneggiare la compagine societaria del Brindisi che volevano mandare via.
Avevano anche indicato a un calciatore come fare per dimostrare di aver accettato l’accordo con la controparte: si sarebbe dovuto recare nel centro del campo e allacciarsi una scarpa.
In ogni caso il fatto che questa inchiesta prenda in considerazione una partita dell’Irsinese Matera non deve comunque preoccupare l’ambiente biancoazzurro, sia perchè questa società ha cambiato denominazione in Matera calcio e poi perchè siamo dinanzi ad un’inchiesta della magistratura ordinaria e non di quella sportiva.
Sempre in quello stesso periodo, episodio riportato all’epoca dai giornali locali, un dirigente del Brindisi, Giuseppe Roma, era stato minacciato di morte per strada dagli ultras ed erano stati esposti striscioni in cui si leggeva: “vi buttiamo in un pozzo”. Tutto ciò, sostiene l’accusa, per “favorire l’ingresso del nuovo presidente Flora”.
I giocatori brindisini e l’allenatore si ribellarono però alle proposte indecentì. Il Brindisi sopravvisse e continuò nel suo percorso senza conseguenze: dopo questi nuovi ultimi scandalì, viste anche le difficoltà economiche in cui versa (i tifosi stanno facendo collette), il futuro sportivo della squadra è a rischio.