Nella giornata del 21 maggio si sono chiusi i lavori dell’UniTRE, Università delle TRE età, per l’anno accademico 2014/2015 presso l’Aula Magna dell’ I.T.C. “A. Loperfido” Di Matera.
Nel solco di Matera 2019 si è scelto di chiudere i lavori con una conferenza a coronamento di una serie di incontri tenuti durante l’anno con l’Associazione Matera 2019, prima a promuovere l’idea di candidare la città dei Sassi a Capitale Europea della Cultura.
Dopo l’introduzione di rito e gli adempimenti formali di fine lavori, il preside Franco Nicoletti ha introdotto la relazione finale sul tema “Matera 2019: la psicologia del risultato”. L’intervento è stato tenuto dall’ospite della conferenza , la Dott.ssa Maria Rosaria Salvatore, Psicoterapeuta e Psicologa delle Organizzazioni e membro del Comitato Direttivo dell’Associazione Matera 2019.
Partendo dall’analisi del lavoro pionieristico realizzato da Francesco Salvatore e dall’Associazione Culturale
Matera 2019, in quello che è stato definito un processo di candidatura “dal basso”, la relazione della Dott.ssa Salvatore ha affrontato un excursus sulle dinamiche socio-psicologiche che la “vittoria” ha determinato e continuerà ad attivare sulla comunità materana. Da un lato si pone l’attenzione sul superamento di quell’effetto “Pigmalione” che per troppo tempo ha condizionato i materani ad identificarsi in una immagine di Sud dimenticato e vergognoso costringendoli ad un inconsapevole isolamento, e che dal 17 ottobre scorso ha lasciato il posto all’orgoglio e all’entusiasmo di partecipare attivamente alla “vita” della città. Dall’altro si evidenziano i rischi che una vittoria mal governata e calata dall’alto comporterebbe sul senso di “identità e coesione sociale” che ha rappresentato invece una delle carte vincenti per la candidatura della nostra città.
L’attribuzione del titolo di Capitale Europea della Cultura, ha evidenziato la Dottoressa Salvatore, ha irrevocabilmente avviato un processo di cambiamento che passa attraverso tutti i livelli della società, economico, strutturale, amministrativo, culturale ma soprattutto “sociale”: “è arrivato il momento – ha concluso – di indossare l’abito della festa, ma facciamo in modo che questo abito sia della nostra taglia”.