La riduzione dell’aliquota IRAP (attualmente al 3,9% del fatturato) – che grava su circa 50mila soggetti imprenditoriali lucani, con una media di 5.500 euro l’anno e un gettito annuo tra i 150 e i 170 milioni – attraverso una revisione della spesa sostenuta in forma di “sussidi e aiuti alle imprese” per favorire con la riduzione della pressione fiscale sviluppo ed occupazione è la proposta contenuta in una mozione di Forza Italia illustrata oggi dal capogruppo Michele Napoli e dal collega Paolo Castelluccio in un incontro con i giornalisti.
La proposta – ha spiegato Napoli – intende realizzare un’autentica svolta culturale perseguendo quattro obiettivi specifici fondamentali: meno ingerenza politica e meno vincoli burocratici per le imprese; un beneficio all’intero sistema produttivo lucano (ad eccezione dei comparti agricoltura e credito); l’avvio a soluzione delle cause che rendono il nostro territorio meno attrattivo e in competizione con gli altri del Paese; la valorizzazione del capitale umano vera leva di sviluppo promuovendo innovazione, ricerca, investimenti. La vicenda Ecosunpower – ha aggiunto – ha scoperchiato la “pentola” della logica del sussidio che ha alimentato un vero e proprio mercato politico degli incentivi. In proposito – ha detto il capogruppo azzurro – l’assessore Liberali somiglia ad Alice nel Paese delle meraviglie scoprendo solo ora il caso e tentando, goffamente, di prendersi meriti dalla decisione di revoca dell’incentivo di 10milioni di euro all’impresa di Atella che noi avevamo chiesto e sollecitato dal 2011. Per noi la svolta culturale consiste nel mettere fine alle scene di imprenditori che girano nei corridoi degli Uffici Dipartimentali per chiedere notizie di aiuti invece di restare in azienda ad occuparsi d come produrre meglio e di più e contestualmente di mettere fine all’atteggiamento della Regione che indica gli ambiti di aiuto alle imprese limitandone l’autonomia di scelta.
Napoli ha quindi fornito alcuni dati del fallimento della politica industriale regionale:
– dall’analisi dei principali indicatori macroeconomici si rileva una contrazione del PIL pari all’1,9%, col netto peggioramento delle stime di inizio anno che prospettavano una flessione dell’indicatore dello 0,1%;
– anche nell’anno in corso le proiezioni dei principali istituti di ricerca prospettano una persistenza della fase recessiva in Basilicata, con la flessione del PIL regionale prossima al mezzo punto percentuale a fronte di un modesto recupero del PIL nazionale(+ 0,5%);
– tale tendenza fa seguito ad una severissima congiuntura sfavorevole che dal 2008 (anno di inizio della crisi) a tutt’oggi ha comportato per la nostra Regione una perdita pari a 15 punti percentuali di PIL (secondo lo SVIMEZ tale dato sarebbe ulteriormente negativo, con l’Indicatore al – 18,2%), una contrazione della produzione industriale del 30% e un tasso di disoccupazione reale, cioè comprensivo dei neet, che sfiora il 30%;
– sulla scorta di questi dati la Basilicata, in termini assoluti, ha perduto 2 miliardi di euro di PIL dall’inizio della crisi presentando, per quel che concerne le dinamiche del mercato del lavoro, una platea di quanti non lavorano pari ad 86.000 unità, una disoccupazione giovanile (15-24 anni) al 55,1%, con ben 12 punti percentuali in più rispetto al dato medio nazionale (43,1%);
– i dati di Movimprese (natalità/mortalità delle imprese) hanno fatto registrare per la Basilicata, nell’anno 2013, un saldo negativo di 177 unità (3267 iscrizioni e 3444 cessazioni) ed un tasso di crescita negativo dello 0,29%, mentre per l’anno 2014 il saldo è positivo per sole 7 unità (2955 iscrizioni/2948 cessazioni) ed un tasso di crescita dello 0,01%, (nettamente inferiore al dato medio nazionale pari al + 0,51%);
Quanto ai sussidi alle imprese ammontano per 41 milioni di euro nel 2011, 35 milioni nel 2012, 36 milioni nel 2013 (29 dei quali concessi dall’attuale Presidente della Giunta in qualità di Assessore alle Attività Produttive) e 40 milioni nel 2014. Con tale “politica degli incentivi” la Giunta Regionale – ha detto ancora Napoli – ha di fatto rinunciato ad eliminare i fattori delle diseconomie regionali (deficit infrastrutturale, stretta creditizia, scarsi investimenti in innovazione, inadeguata valorizzazione del capitale umano frutto della scarsa efficacia di università e scuole di formazione e livelli di tassazione elevati e del tutto sproporzionati alla qualità e quantità di servizi erogati alle imprese), preferendo compensare le stesse, per un tempo indefinito, con semplici trasferimenti monetari.
Per Paolo Castelluccio tra gli handicap che pesano di più c’è quello dei tempi biblici per ottenere gli aiuti: non meno di 4-5 anni dall’idea imprenditoriale. Questo – ha sottolineato – significa che quando l’impresa si avvia deve contare solo sulle proprie risorse e sulle proprie forze e se si imbatte in Equitalia per tasse non pagate come l’Irap rischia di perdere persino i beni strumentali aziendali messi in vendita. Siamo sempre in attesa – ha continuato – di un progetto di Pittella per le piccole e medie imprese lucane che si allontano, per sfiducia, sempre più dalla politica come testimoniano le piazze vuote ai comizi a Matera dove il centrosinistra può toccare con mano la perdita di credibilità. Adesso che anche l’illusione-petrolio è tramontata con il decisionismo-autoritarismo di Renzi – ha affermato Castelluccio – sbattere i pugni sui tavoli del Governo e del Mise come fa il nostro Governatore non serve proprio a nulla. Inoltre studi empirici, suffragati da ampia e variegata letteratura scientifica, dimostrano che il sistema dei sussidi alle imprese, anche nelle forme che hanno come fine correlato il sostegno all’occupazione, ha prodotto effetti aggiuntivi limitatissimi se non nulli, finendo spesso per incentivare investimenti che sarebbero stati comunque effettuati dalle imprese. Il criterio fondamentale attraverso cui valutare l’efficacia dei sussidi – ha concluso – è quello della addizionalità, vale a dire la capacità del sussidio di incrementare l’attività di impresa al di sopra di quella che si verifica in assenza dell’intervento pubblico.
Giordano e Tancredi (Ugl): “Nuovo modello produttivo lucano e competitività delle imprese”.
“Un nuovo modello produttivo lucano dovrà favorire la crescita del livello di competitività delle imprese lucane sia in Italia che all’estero e incentivare la collaborazione nell’ambito del sistema produttivo nazionale attraverso agevolazioni fiscali in favore di programmi di investimento inseriti in un contratto di rete stipulato con altre aziende del settore”.
E’ quanto dichiarano i segretari regionali dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano, a termine della conferenza stampa dei consiglieri regionali del gruppo Pdl – Forza Italia, Michele Napoli e Paolo Castelluccio, sulla mozione “Giù l’IRAP” per favorire sviluppo, imprese ed occupazione. A parere dell’Ugl, “serve uno strumento per favorire l’aggregazione delle aziende, soprattutto di quelle medio – piccole che hanno così modo di accedere a strumenti importanti per quanto riguarda, per esempio, la formazione, la ricerca e lo sviluppo, ed una serie di iniziative che altrimenti potrebbero essere ad esse precluse se crediamo veramente nel ridare ossigeno all’apparato produttivo regionale. Bisogna stimolare tutti gli imprenditori a fare rete d’Impresa offrendo loro strumenti flessibili e dinamici, ripensando eventualmente anche la politica degli incentivi spostandola dai contributi a fondo perduto a forme di fiscalità agevolata. Oggi sembra che stiano prendendo corpo e speriamo che anche in Basilicata ora si possa fare tesoro di questa grande opportunità. La sfida della globalizzazione, che ha profondamente cambiato il mercato del lavoro in tutti i settori, impone la necessità di aprire una fase nuova, dove ciascuna parte in causa e per quanto di sua competenza, deve compiere lo sforzo epocale per ricercare una nuova forma di dialogo, rinunciando a posizioni preconcette o a sterili arroccamenti su posizioni precostituite e ormai obsolete. Per l’Ugl, in un quadro che ogni giorno cambia, bisogna immaginare e reinventare basi nuove, più complesse ed articolate, per mettere in atto la tutela dei diritti dei lavoratori. E’ ora che tutti i soggetti coinvolti a vario titolo facciano la propria parte per non rimanere indietro e ‘aggredire’ così la sfida. Il sindacato deve riappropriarsi del proprio ruolo in Basilicata, il lavoratore è al quanto disgustato dal pessimo stato della politica italiana: la politica dovrebbe interloquire con il mondo dell’economia, dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini, dovrebbe impostare le basi (legislative, fiscali, ecc …) per lo sviluppo economico di un Paese ma, si disinteressa totalmente della questione. La Basilicata deve avere tutti gli strumenti necessari per fare rete, per competere, a partire da una infrastrutturazione adeguata. Fare impresa, come sanno bene gli imprenditori lucani, al Sud, è oltremodo faticoso e antieconomico, per la distanza dai mercati europei ed esteri, per la debolezza di quelli locali, per una tassazione esagerata che strozza le Pmi. Lo ribadiamo: serve una programmazione vera e non fantasma – concludono Tancredi e Giordano – che punti al potenziamento delle reti viarie, ferroviarie, aeroportuali, della logistica che sono la ‘palla al piede’ del mancato sviluppo Regionale”.