La Commissione Europea va contro gli interessi del 96,5 per cento dei consumatori italiani che ritiene necessario che l’origine degli alimenti debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta. Questo si può dedurre dai risultati dei rapporti dell’esecutivo Ue secondo cui per talune categorie di prodotti alimentari sarebbe meglio optare per una indicazione volontaria dell’origine, piuttosto che su un obbligo a livello comunitario, anche se resta la possibilità per l’Italia di varare una norme nazionale per garantire trasparenza su tutti i cibi.
Un parere che riguarda latte, prodotti caseari e altri prodotti trasformati, ma anche le carni di coniglio e di cavallo che sono stato peraltro oggetto recentemente di uno scandalo di dimensioni continentali proprio per la mancanza di tracciabilità. La Commissione Europea ancora una volta si schiera a difesa degli interessi delle grandi lobbies industriali con pareri in netta contraddizione con gli interessi dei cittadini europei espressi attraverso Eurobarometro e di quelli italiani che hanno risposto numerosi alla consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015.