“Faccio beneficenza: chi vuole le lattughe può venire a raccogliere tutto gratis”. E’ il messaggio diffuso attraverso facebook da Massimo Oliva, giovane agricoltore di Policoro. Una situazione – riferisce la Cia del Metapontino – diventata scandalosa ed insostenibile: la lattuga che sui mercati ortofrutticoli all’ingrosso è quotata tra i 25 e i 35 centesimi non consente ai produttori di ricavare nemmeno le spese di raccolta, anzi in caso di raccolta il produttore ci rimette di tasca propria. E’ il paradosso – commenta Rudy Marranchelli presidente Agia-Cia – di un’economia globale dello spreco alimentare. Proprio così, mentre all’Expo2015 ci si interroga su come produrre più alimenti per una popolazione in continuo aumento, a Policoro un giovane agricoltore si preoccupa di regalare su facebook la sua produzione di lattughe, che non trova un prezzo sostenibile di mercato. Sostenibilità in agricoltura è anche garantire un giusto reddito alle aziende agricole.
Per ogni pianta, tolti i costi di manodopera per la raccolta, perché legalità significa non fare ricorso al lavoro nero utilizzando gli immigrati numerosi accorsi nel Metapontino per le grandi campagne ortofrutticole (fragola per prima) e quello di imballaggio, forse restano 2-3 centesimi.
E sempre nel Metapontino non è una novità la distruzione sotto i trattori di ortaggi poco remunerativi, oltre alla lattuga romana, scarola, finocchi, cavoli bianchi e romaneschi, verze, verzette. Il paradosso non finisce qui: il consumatore non rinuncia alla lattuga, anzi si segnala un incremento di acquisti. Solo che oggi va al supermercato dove vuole riempire il carrello e spendere poco, o almeno aver la percezione di aver speso poco: da qui l’esplosione delle buste piccole con l’insalata già lavata, per non perdere tempo a casa. Poiché la saturazione dell’assortimento rende difficile la proposta di nuove referenze, diventa il packaging sia dal punto di vista della tecnologia dei materiali sia dal punto di vista estetico, il plus che attrae. Il pack in questi prodotti che fanno di qualità e freschezza il loro must, riveste un’importanza primaria ed è il veicolo dell’innovazione. Un mercato ormai consolidato entrato a pieno diritto fra i “grandi fatturati” della filiera ortofrutticola: così si può definire la IV gamma di lattuga che raggiunge quota 5,3% sui consumi totali ortofrutticoli degli italiani. Vale circa 776 milioni di euro (molto rilevante se pensiamo che il mercato del pomodoro è intorno ai 600) con una crescita dl 4,4 sull’anno precedente.
Il 65% del venduto è rappresentato da privati e il buon andamento di vendita dei prodotti di quarta gamma, a tutto ed esclusivo vantaggio delle due aziende leader che fanno profitti, è stato possibile per l’abbassamento dei prezzi al dettaglio, in controtendenza con il settore dell’ortofrutta dove i prezzi salgono e i consumi diminuiscono. La grande divisione fra le buste di insalata della IV gamma si gioca fra il monogusto (un’unica tipologia di insalata) e il mix. La seconda differenziazione in base alle caratteristiche: le insalate croccanti (come scarola, iceberg, lattuga) che restano le più diffuse, e le tenere o baby leaf (rucola, valeriana, misticanza), vissute come più ricercate e sfiziose dal consumatore. Sono comparse anche grandi buste in formato famiglia da 250 grammi. Oggi, l’Italia è la terza piazza europea nella vendita di prodotti fresh cut, dopo il Regno Unito e la Francia. Ma, volendo fare un confronto con l’estero, si rileva che in Gb e negli Usa i prodotti di quarta gamma per l’80-90% dei casi sono venduti a marchio del distributore, con un forte processo aggregativo fra le aziende di produzione.