Troppo cibo o scelto in modo sbagliato. E ancora diabete, disturbi del comportamento alimentare e intossicazioni. In Basilicata 4,5 uomini su dieci sono sovrappeso e 1,4 uomini su dieci sono obesi. Riguardo le donne lucane: 3,4 su dieci sono sovrappeso e 1,3 su dieci sono obese. Altro dato allarmante è che 7.200 persone sono state ricoverate per complicanze diabetiche. E poi i dati, da tenere sotto stretta osservazione, sui tumori maligni allo stomaco e le malattie all’apparato digerente. Le malattie legate a problematiche nutrizionali sono una galassia, con un costo associato a sovrappeso e obesità, al netto della spesa ospedaliera. Un’emergenza medica ed economica in crescita, che senza azioni mirate e tempestive rischia di trasformarsi presto in un “boomerang sociale”. A lanciare il monito è l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) che, nella Milano di Expo 2015, ha presentato un Manifesto in cui medici, scienziati, università e pazienti individuano le 10 sfide da vincere per scongiurare il tilt del sistema. Alleati privilegiati sono gli chef e gli addetti alla ristorazione. Parafrasando la fortunata serie televisiva Usa, potremmo definirli “chef in prima linea”. Dallo chef Roberto Pontolillo (risto-pub Black Pepper di Potenza) i consigli (che sono poi gli ingredienti del menù quotidiano proposto agli ospiti): variare il più possibile l’alimentazione nel rispetto della tradizione alimentare del primo Dopoguerra, cioè una sorta di ritorno al passato per recuperare il modello alimentare mediterraneo in grado di fornire il giusto apporto di nutrienti. Riscoprire un’alimentazione sobria, frugale e conviviale, costituita principalmente da olio di oliva, cereali (grano, mais, orzo, farro, avena), vegetali di stagione, legumi, frutta fresca e secca, spezie, pesce (1-2 volte a settimana) e modiche quantità di carne (specie se processata), latticini e vino (massimo 2 bicchieri al giorno). E a breve “Light & Lady”: una selezione di piatti leggeri, vegetariani, ipocalorici ma gustosi, contrassegnata dal logo stilizzato di colore rosa di una donna. Cibi ultra light perché – spiega lo chef–architetto di Potenza (Università Federico II Napoli) prestato alla ristorazione che in pochi mesi ha costruito un’identità del cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolo, incontro e integrazione – il potere saziante degli alimenti è dato dalla quantità di fibre alimentari in essi contenute. La scommessa – la “bellezza della salute” nel piatto – è ancora più importante da vincere nel pasto veloce “riservato” ai lavoratori che devono rientrare in ufficio o in azienda e che non possono permettersi “battute d’arresto” del cervello. I piatti sono studiati non solo per il palato ma anche per il cervello. Da noi – continua lo chef – non mancano mai verdure, insalate, legumi, almeno due volte la settimana il pesce, in sintesi è la filosofia mediterranea a tavola. Un’alimentazione povera di colesterolo e ricca di fibre, vitamine e antiossidanti presenti principalmente in verdura e di grassi insaturi contenuti nell’olio di oliva, viene collegata da studi di popolazione a una ridotta incidenza anche della malattia di Alzheimer.
E fra gli altri suggerimenti messi nero su bianco nel Manifesto dei medici-nutrizionisti: pesarsi una volta al mese; calcolare e tenere sotto controllo l’indice di massa corporea (preoccuparsi non solo se è alto, ma anche se è inferiore a 18,5); misurarsi il girovita a livello dell’ombelico (non dovrebbe superare gli 80 cm nelle donne e i 94 nell’uomo, ma oltre gli 88 cm per lei e i 102 per lui è necessario rivolgersi al medico); non rischiare diete fai-da-te; fare almeno 30 minuti di camminata a passo veloce o 10 mila passi al giorno. Contro le carenza nutrizionali, infine, la ‘prescrizione’ è di esporsi alla luce solare 20 minuti al giorno per 5 giorni a settimana; dosare la vitamina D dopo i 60 anni, e assumere adeguate quantità di cibi ricchi di acido folico (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga, arance, legumi, cereali, limoni, kiwi, fragole.