La capitale europea della cultura 2019 sceglie il nuovo sindaco. I cittadini di Matera sono chiamati nuovamente alle urne nella giornata di domenica 14 giugno dalle 7 alle 23 per scegliere il nuovo sindaco tra Adduce, sindaco uscente e De Ruggieri. 62 le sezioni in cui si vota, 50.358 gli elettori. Lo spoglio partirà al termine delle operazioni di voto. I dati sull’affluenza sono resi noti dopo le 12, le 19 e a chiusura dei seggi.
Alle ore 19 hanno hanno votato 17.508 elettori pari al 35,01% degli aventi diritto, dato inferiore ripetto al 50,83% del primo turno.
Alle ore 12 hanno votato 7514 elettori pari al 15,02%, dato inferiore ripetto al 21,74% del primo turno.
Curiosità. Nel seggio 44 allestito presso l’ospedale di Matera ha votato una signora di 101 anni (nella foto qui sotto)
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Si sfidano per la carica di sindaco il sindaco uscente Salvatore Adduce, in rappresentanza di sette liste di centro-sinistra (PD, Scelgo Matera 2019 con Adduce, Insieme, Matera Cultura con Adduce, Iniziativa Democratica, API Alleanza per l’Italia, SEL Sinistra ecologia libertà) e lo sfidante Raffaello De Ruggieri, che dopo aver ufficializzato l’apparentamento con Angelo Tortorelli, già candidato sindaco del movimento Osiamo per Matera, può contare sul sostegno di 13 liste (Matera per De Ruggieri sindaco, Popolari per Matera, Forza Matera, Matera Lab, Matera Capitale, Socialisti per De Ruggieri, Matera la città che sale, Matera Popolare, Matera Si Muove, Lavoro e sviluppo, Ci Piace Matera, Cambiamo Matera, Osiamo per Matera).
Adduce ha votato alla scuola media Torraca alle ore 10, De Ruggieri alla scuola elementare Minozzi alle 10,45.
Di seguito alcuni numeri relativi al primo turno.
Elettori: 50.003, votanti: 37.026 pari al 74,04 %. Totale voti liste 35.333. Schede bianche: 97 pari allo 0,26 %. Schede nulle: 904 pari al 2,44 %.
La fotogallery relativa al voto del ballottaggio dei due candidati sindaco Adduce e De Ruggieri (foto www.SassiLive.it)
Matera al ballottaggio, riflessione dell’avvocato materano Pierluigi Diso.
In queste sere sul basso palco di Piazza Vittorio Veneto e con un acustica non sempre all’altezza, si stanno “scontrando” i due candidati sindaci al ballottaggio, insieme ai loro sostenitori. Un comizio pubblico in particolare mi ha fatto tornare alla mente Carlo Levi quando nel suo Cristo si è fermato a Eboli racconta quella parte della sua vita vissuta a contatto con la gente di Aliano, l’incontro con la civiltà contadina lucana che farà scoprire al medico piemontese nuove dimensioni dell’animo umano, la dignità e la forza di una popolazione ed una terra alla quale “nessuno degli arditi uomini d’occidente ha portato teocrazia statale, né la sua perenne attività che cresce su se stessa. Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore incomprensivo”. In pochi hanno conservato fino a oggi la propria identità culturale, la fierezza, la forza e l’orgoglio di materano, di quel popolo che affonda le proprie radici negli albori della storia e che la storia ha costruito sempre indipendente e indomito. Matera è già stata capitale e da ottobre è anche capitale europea della cultura 2019 e merita di essere governata da una nuova classe dirigente fino al 2019, inteso come punto di partenza e non come traguardo, “spersonalizzando la politica, per condividere insieme traguardi collettivi” e con lo sguardo proprio alla collettività più che al singolo. Il problema ora come allora non è tanto il sindaco, che sarà eletto già la sera di domenica prossima, ma quello di una governace locale che insieme a lui possa ben amministrare. E non è detto che gente con i capelli bianchi o poco più che quarantenni sia già da rottamare, per amministrare una città critica come Matera. Ogni cosa al suo tempo, i passi si fanno l’uno dopo l’altro. Per adesso Matera deve eleggere il suo leader, attorno al quale è necessario che ci sia gente con cultura politica e con un’approfondita conoscenza della città in sé e dei suoi problemi in particolare. Questo è il vuoto che deve essere colmato dal nuovo sindaco. Forse la dura battaglia elettorale (o personale?) degli ultimi giorni di ballottaggio sta facendo crescere la massa critica iniziale, sta facendo crescere il senso di responsabilità in chi si appresta a amministrare la cosa pubblica. Come ebbe a dire nel mese di aprile scorso il sociologo e filosofo polacco Bauman, ospite proprio nella città dei Sassi, parlando di cultura, Europa, frammentazione sociale e politica, ruolo dei territori ai giovani della nostra città, “all’uomo di oggi manca un riferimento solido” – d’altronde Bauman è l’autore della “società liquida” – e le conseguenze sono ancora tutte da capire. La società liquida è quella delle crisi dei partiti e delle ideologie, cioè manca alla comunità quei valori che permetteva al singolo di sentirsi parte di qualcosa, che ne interpretava i bisogni. Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Questo soggettivismo ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, ed ecco che mancando dei punti di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. Allora la domanda che ci si pone, alla vigilia della scelta del nuovo sindaco, del traghettatore di qui al 2019 e oltre è: sono state elaborate linee e contenuti nuovi per la politica cittadina di Matera? Coloro che si accingono a fare politica nella sala Pasolini hanno formato per tempo le loro coscienze? Ci sarà un’etica? Scarso legame col territorio; incerta formazione; distanza dai cittadini; linguaggio non sempre adeguato. Questa fotografia del ceto politico italiano è espressione del “nuovo generazionale”, cioè una comunità di transumanti, nozionisti, improvvisatori: mentre tutti invocano più merito; come riferisce Pino Pisicchio nel suo ultimo libro. Il protagonismo politico che Matera si attende non può che nascere da una piena consapevolezza morale e da una piena assunzione di responsabilità della società e delle sue espressioni più accese verso i temi più cari e vicini ai cittadini, che pertanto possano riconoscerla e valorizzarla. Ecco che Matera chiede un sindaco leader, ma soprattutto una governance di qualità, trasparente e disinteressata, ma con una grande passione civile. La politica torni a fare il suo mestiere, la politica deve riprendere a costruire: essa è innanzitutto servizio, passione, confronto, condivisione, mai spartizione di potere.
Pierluigi Diso