Al centro del dibattito i progetti dell’Eni avviati e in attesa di autorizzazione ed un punto sulla situazione occupazionale in Val d’Agri. Il presidente Pittella ha proposto la costituzione di un tavolo ristretto che si riunirà per la prima volta venerdì prossimo per un esame sui numeri relativi alla forza lavoro.
I progetti avviati e in attesa di autorizzazione, con i relativi dati occupazionali riguardanti il territorio della Val d’Agri, e un aggiornamento sulle attività messe in campo dall’Eni per salvaguardare l’ambiente e per migliorare la sicurezza dei lavoratori del settore estrattivo sono stati al centro, questa mattina, di una riunione del Tavolo della trasparenza. All’incontro, presieduto dal governatore lucano, Marcello Pittella, erano presenti rappresentanti Eni, sindacati, parti datoriali, sindaci dei Comuni della Val d’Agri e funzionari della Regione Basilicata.
Nel corso della riunione è emerso che “tra le attività previste e non ancora realizzate del Protocollo d’intenti del ’98 e del programma dei lavori vigente – per arrivare alla produzione di 104 mila barili al giorno – ci sono la costruzione di una quinta linea (gas) nel Cova, che è in fase di ultimazione e la realizzazione di otto pozzi nei territori di Marsicovetere, Viggiano, Calvello, Marsico Nuovo.
Il presidente Marcello Pittella, dopo aver ricordato che “il petrolio è una risorsa importante per la nostra regione, ma che bisogna guardare anche a fonti alternative di energia” si è soffermato sugli aspetti occupazionali che preoccupano i sindaci della Val d’Agri. A tal proposito il governatore ha proposto la costituzione “di un comitato tecnico ristretto, formato da una rappresentanza dei componenti del Tavolo della trasparenza, e presieduto dal dirigente generale del Dipartimento regionale alle Politiche del lavoro, per fare un’analisi puntuale sulla situazione occupazionale e per fornire dati certi, attraverso una banca dati, dai quali ripartire per le decisioni da prendere sul tema estrazioni petrolifere”. Il comitato ristretto si riunirà per la prima volta venerdì prossimo, in modo da avere un quadro preciso dei dati occupazionali entro le fine del mese.
L’Eni, nel comunicare il crono-programma delle attività pianificate ha illustrato al Tavolo della trasparenza i diversi progetti Psv 2015-2016 in attesa di autorizzazione, fra cui la realizzazione di una postazione sonda Caldarosa 2-3 (che a partire da marzo 2016 prevede 50 unità lavorative aggiuntive), l’allestimento di un pozzo iniettore Monte Alpi 9 (30 lavoratori in più da gennaio 2016), la messa a produzione del pozzo Pergola 1 (50 unità aggiuntive), la realizzazione di una postazione sonda per i pozzi Monte Enoc 6-7 (30 lavoratori aggiuntivi da settembre 2015). Dall’Eni è stata inoltre annunciata la presentazione del Blue Water Project – progetto di sostenibilità ambientale per la preservazione della risorsa idrica locale – con il relativo impatto occupazionale: 30 persone saranno assunte per quattro mesi da gennaio 2016 per la costruzione dell’impianto e 10 unità da maggio 2016 per la gestione della struttura. “In ogni impianto di perforazione – è stato spiegato da parte di Eni – vengono utilizzati 60 lavoratori per cantiere, ma considerando tutto l’indotto, i servizi logistici e di trasporto le unità lavorative generate sono circa 100. Il trend di crescita occupazionale, sempre costante a partire dal 2016 ha visto nel 2014 un numero complessivo di 3.530 persone, il 54 per cento delle quali risiede in Basilicata”. Per quanto riguarda la sicurezza sono stati “potenziati gli strumenti di controllo per la riduzione degli infortuni di dipendenti e contrattisti”.
Petrolio e Sblocca Itaia, nota di Maria Murante, Coordinatrice regionale SeL Basilicata
Il 25 marzo scorso, con proprio decreto, il Ministro dello sviluppo economico ha adottato il nuovo “disciplinare tipo” (pubblicato sulla G.U. del 6 Maggio 2015), con il quale si dà attuazione all’art. 38 del decreto-legge n. 133/2014 (c.d. “Sblocca Italia”), convertito in legge n. 164/2014.
Il decreto ministeriale reca, al contempo, una disciplina transitoria delle attività di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi e una disciplina delle medesime attività da esercitare sulla base del nuovo «titolo concessorio unico», destinato a sostituire i vecchi titoli minerari (permessi di ricerca e concessioni di coltivazioni).
Il decreto solleva dubbi di legittimità sia in relazione all’immediata applicabilità delle nuove norme dello Sblocca Italia al «titolo concessorio unico», sia in relazione al ruolo della Regione nel procedimento finalizzato al rilascio del titolo.
Chiediamo pertanto alla Regione Basilicata, al Presidente della Giunta e all’intero Consiglio Regionale di di impugnare il decreto ministeriale in ragione della lesività delle prerogative costituzionali riservate alle Regioni che trovano espressione in sede di Conferenza unificata, e di promuovere contestualmente conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale.
Allo stesso tempo chiediamo al Consiglio Regionale di assumere una iniziativa politico-istituzionale che, partendo dalle 4 proposte di legge di iniziativa popolare depositate dai comitati promotori – insieme a oltre duemila sottoscrizioni – in merito alla istituzione di un Reddito Minimo Garantito, di una Legge sulle emissioni di sostanze dannose nell’atmosfera, all’adozione di una moratoria sul consumo del suolo e la istituzione di un Registro Regionale dei Tumori (adulti e infantili), connetti se stesso con le esigenze, le aspettative e la dignità delle lucane e dei lucani.
Non sono accettabili ulteriori mistificazioni da parte del Presidente Pittella in merito a inesistenti vittorie della Basilicata e delle sue comunità. E’ finito il tempo delle iperbole cui il presidente della Regione, al servizio permanente di Renzi, ci ha abituato.
Leggieri (M5s) presenta mozione e interrogazione
Come preannunciato nei giorni scorsi, è stata depositata questa mattina una mozione urgente a firma del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – Gianni Leggieri – con la quale si chiede in sostanza al governo regionale di impugnare il decreto del MISE del 25 marzo 2015.
Si tratta di un atto dovuto per fermare la petrolizzazione della Basilicata ed i piani egemonici di un Governo attento solamente alle ragioni delle multinazionali del petrolio. Un governo che procede in solitaria senza tenere in alcuna considerazione le perplessità, le paure, le opposizioni del popolo lucano.
“Chiederemo naturalmente a Pittella di discutere immediatamente la mozione presentata e di approvarla per cercare di arginare l’applicazione selvaggio dello Sblocca Italia – spiega Leggieri – .
“In questo momento si rende necessaria una assunzione di responsabilità da parte di tutti e, considerando che i tempi sono stretti, tutti devono impegnarsi affinché si arrivi ad una approvazione della mozione a breve”.
Sempre questa mattina è stata inoltre depositata una interrogazione a risposta orale sulla situazione dei permessi di ricerca di idrocarburi di Monte Cavallo, Pignola e La Cerasa. Si tratta di richieste di ricerca e perforazione che riguardano la nostra Regione e che ormai, per effetto della Legge “Sblocca Italia”, sono passate sotto la competenza del Ministero.
E’ chiaro che tutto quanto denunciato nei mesi scorsi dal Movimento 5 Stelle e dalle Associazioni ambientaliste si sta realizzando e che le rassicurazioni del Presidente Pittella sono ormai cadute nel vuoto, lasciando spazio al peggiore degli incubi per la nostra Regione.
Il timore è di trovarci presto con nuove autorizzazioni rilasciate direttamente dal MISE” alla Shell o ad altre multinazionali del petrolio per perforare indisturbate”. Un timore concreto e attuale.
“Rispetto a questi temi abbiamo il dovere di mantenere alta l’attenzione, di vigilare, di controllare e di intervenire, nei limiti dei nostri poteri. Soprattutto abbiamo il dovere di informarci e di informare i cittadini per valutare tutte le azioni da intraprendere”.