L’Ugl di Matera a seguito della sospensione del Segretario in carica Luigi D’Amico, ha un nuovo responsabile nella persona del Dirigente Regionale e Nazionale, Giuseppe Giordano che nelle vesti di Reggente Provinciale su precisa delibera della Segretaria Generale Confederale dell’Ugl, avrà il compito di pianificare il nuovo indirizzo proiettato alla volta di una rigenerata azione sindacale, in armonia con le strutture comunali e zonali della provincia materana. Giordano, policorese, classe 1968, da sempre vicino alla posizione politica dell’On. Renata Polverini, è un dipendente della Fca di Melfi.
“Per me, per la mia storia personale e familiare, questa è un’opportunità importante che mi carica di enormi responsabilità”, ha detto Giordano, “ma non si tratta di “una consacrazione soggettiva e individuale”, quanto piuttosto del “riconoscimento al sano gruppo dirigente materano dell’Ugl largamente inteso, che ha ben compreso che la Confederazione Generale con a capo il S.G. Paolo Capone è vigile a 360° su quanto viene svolto nel territorio. Sono consapevole di dover gestire una crisi alla settimana – ha affermato il neo segretario provinciale – forse una al giorno, cercando prima di tutto di essere presenti, con le nostre bandiere, con i nostri servizi e con i nostri dirigenti, che spesso hanno avvertito la difficoltà del ruolo, anche sul piano umano”. Un impegno, ha avvertito Giordano, che “continuerà anche nei prossimi anni, perché non sarà certo il jobs act, checché ne dica Renzi, a modificare l’attuale situazione di crisi”. Ma alla gestione quotidiana delle vertenze, il sindacato dovrà affiancare sempre più una fase “di proposta di elaborazione generale, in grado di contribuire alla soluzione dei problemi”. In primo luogo – ha ribadito Giordano – serve “una politica industriale capace di supportare i capisaldi dell’economia tradizionale, quella manifatturiera largamente intesa”, altrimenti, “si è destinati al declino e ad un allineamento con le economie più deboli del nostro paese”. A questo compito primario, la Ugl affianca altri impegni fondamentali su temi quali la “legalità, la lotta agli sprechi, alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose, la difesa del welfare e di una sanità pubblica efficiente”. “Dobbiamo definitivamente uscire da questa specie di provincialismo economico-industriale, basato su rapporti personali e familistici – ha detto Giordano – La sfida riguarda tutti, anche le imprese e le loro associazioni: o si ha il coraggio della messa in discussione di alcune rendite di posizione, oppure le conseguenze di questa ottusità, prima o poi, ricadranno anche su chi finora ne ha tratto vantaggio”. “Dobbiamo avere la consapevolezza, la voglia, la passione di immaginare la Ugl fra 10 anni”, ha concluso il reggente provinciale. Una Ugl sempre più radicata e presente sul territorio: “Sono le nostre deleghe dei pensionati, le nostre delegate e i nostri delegati la vera forza della Ugl, questa lunga fase di crisi ce lo ha dimostrato. Da lì dobbiamo costruire la nostra idea di rappresentanza, che va costantemente rimodulata ed aggiornata, per ricercare un’efficacia d’azione che non ci renda mai estranei ed anomali rispetto alla realtà”.
CASTELLUCCIO (FI): DA NOMINA GIORDANO RILANCIO UGL NEL MATERANO E IMPULSO A VINCERE SFDA PROVINCIALISMO ECONOMICO-INDUSTRIALE
Sono certo che la nomina di Giuseppe Giordano alla guida dell’Ugl per la provincia di Matera, conoscendo personalmente le sue capacità, l’ impegno e la passione, contribuirà al rilancio dell’Ugl e al superamento di quello che lo stesso Giordano ha individuato come una delle sfide prioritarie da vincere: il provincialismo economico-industriale. E’ il commento del consigliere regionale di Forza Italia Paolo Castelluccio per il quale una prima importanza convergenza si è registrata in occasione della presentazione della proposta del gruppo Fi alla Regione per la riduzione dell’aliquota IRAP (attualmente al 3,9% del fatturato) – che grava su circa 50mila soggetti imprenditoriali lucani, con una media di 5.500 euro l’anno e un gettito annuo tra i 150 e i 170 milioni – attraverso una revisione della spesa sostenuta in forma di “sussidi e aiuti alle imprese” per favorire, con la riduzione della pressione fiscale, reale sviluppo ed occupazione stabile. Come noi anche l’Ugl ritiene che bisogna stimolare tutti gli imprenditori a fare rete d’Impresa offrendo loro strumenti flessibili e dinamici, ripensando alla politica degli incentivi spostandola dai contributi a fondo perduto a forme di fiscalità agevolata. Un altro terreno sul quale, pur nelle rispettive ed autonome posizioni, sarà possibile convergere – continua Castelluccio – è il superamento del gap infrastrutturale che vive l’intera provincia di Matera e che pesa su ogni attività imprenditoriale oltre che sulla mobilità dei cittadini. Sono le scelte compiute dal Governo Renzi che dimentica il Mezzogiorno e le aree sottoutilizzate del Paese e a ruota quelle della Giunta Pittella a non affrontare i nodi della carenza ed inadeguatezza dei collegamenti viari, ferroviari, per il trasporto dei prodotti agricoli di qualità del Metapontino e aeroportuali. Quanto alla concertazione sociale che il Presidente e il centrosinistra considerano un “modello avanzato” – continua il consigliere di Fi – è giunto il momento di “scoperchiare la pentola” perché la concertazione come i tavoli in Regione si riducono solo ad aspetti formali di consultazione (quando avviene) senza alcuna possibilità di introdurre modifiche, proposte, idee progettuali che pure provengono dalla parti sociali. Proprio come sta accadendo con la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 con la posizione della Giunta di “scatola chiusa” consegnata a sindacati ed associazioni imprenditoriali per continuare sulla strada della spesa a pioggia che ha prodotto effetti aggiuntivi limitatissimi se non nulli, finendo spesso per incentivare investimenti che sarebbero stati comunque effettuati dalle imprese. Il criterio fondamentale attraverso cui valutare l’efficacia dei sussidi – ha concluso – è quello della addizionalità, vale a dire la capacità del sussidio di incrementare l’attività di impresa al di sopra di quella che si verifica in assenza dell’intervento pubblico.