Leggo che il Presidente del Consiglio Regionale – che per ruolo super partes dovrebbe tenersi fuori dalle trame oscure, rafforzate dopo il voto di Matera, che coinvolgono il Pd lucano – ha scelto di cavalcare, con un convegno a Tito, il tema della “grande guerra” (sia pure in chiave emigrazione). E a spiegare la sua idea nell’attuale “guerra di posizione” tra le trincee del Pd lancia un messaggio destinato a fare altri morti e feriti: a sostegno di Guido Viceconte e Vincenzo Taddei ripropone di destinare parte del bonus carburante anche alla città di Potenza, come ha già fatto in consiglio regionale, chiarendo con uno slogan: risorse ai comuni, in primis Potenza. Intanto si schiera contro il “generale” Bubbico che, da paladino della salvezza di Potenza, ha dovuto escogitare una ritirata strategica. Ma dovrebbe soprattutto spiegare al suo esercito della Val d’Agri come sottrarre royalties del petrolio a quest’area può considerarsi un obiettivo strategico-militare. L’indignazione popolare, nella terra del Presidente, si tocca con le mani e dopo la sua fuga in avanti sull’art.38 dello Sblocca Italia per l’impugnativa alla Corte Costituzionale avrebbe dovuto almeno essere più prudente. Anche perché la guerra interna al Pd non fa bene alla regione ed è ancor più ingiustificata se alimentata da chi avrebbe un ruolo di paciere.