Le notizie stampa riferite ad un blitz effettuato congiuntamente dal Comando Provinciale dei Carabinieri e dalla Direzione Territoriale del Lavoro su 32 aziende agricole fa emergere un fenomeno già conosciuto e più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali di illegalità e di sfruttamento nelle campagne della fascia jonica.
Si tratta di un lavoro molto importante delle forze dell’ordine che, se diventasse periodico, porterebbe alla emersione di numerosi illeciti e di un sistema di evasione, che, nella maggior parte dei casi, non viene denunciata a causa dei ricatti cui sono sottoposte le persone coinvolte.
I risultati delle ispezioni sono allarmanti: se su 32 aziende, 27 occupavano manodopera a nero, significa che circa l’85% delle imprese del settore impiega lavoratori irregolari, in alcuni casi addirittura clandestini, reclutati attraverso metodi non legali anche in Puglia e Calabria.
Il caporale recluta e assicura il trasporto dei lavoratori (prevalentemente donne, che sono le più ricattabili) e tutto questo ha un costo che viene sopportato dagli stessi braccianti.
Si tratta di un fenomeno che interessa più regioni e più etnie: per diversi mesi nel corso dell’anno, centinaia di grossi pullman si spostano verso la fascia jonica carichi di lavoratrici e lavoratori dalle province di Brindisi, Taranto, Bari e dall’alto cosentino, per la raccolta di frutta e ortaggi. Da qualche anno, sono coinvolti lavoratori stranieri, in particolare di nazionalità rumena, che lavorano e vivono in situazioni di semi schiavitù, stipati a decine in angusti appartamenti in condizioni igieniche precarie.
Spesso a questi lavoratori non vengono riconosciute le giornate effettivamente prestate e la paga giornaliera è molto al di sotto di quella prevista dal contratto integrativo provinciale (in media €44): guadagnano 25 – 30 € al giorno per 10 – 12 ore di lavoro e a loro carico è anche la “tangente” versata al caporale.
Si tratta di una situazione sulla quale è necessario che le istituzioni e le forze dell’ordine intervengano periodicamente, prima che il fenomeno acquisti dimensioni non più controllabili e, da questo punto di vista, le Organizzazioni Sindacali continueranno a collaborare per contrastare e denunciare questa trama di illegalità e auspicano che le Organizzazioni di parte datoriale svolgano, con altrettanta convinzione e determinazione, il compito di sollecitare le proprie aziende associate a rispettare le norme contrattuali e la dignità delle persone.
Marcella Conese FLAI CGIL
Vincenzo Cavallo FAI CISL
Leonardo Barbalinardo UILA UIL