Enzo Di Pede dirigente PD di Matera prova a spiegare in una nota il risultato del ballottaggio che ha visto Adduce uscire sconfitto nel confronto con il suo avversario De Ruggieri. Di seguito la nota integrale.
Il deficit di lucidità strategica ed il risultato atteso
Profetica è stata la frase di D’Alema: “il saldo tra quelli che se ne vanno, che sono tantissimi, e quelli che vengono non è positivo sia per qualità che per quantità e questo ci porta due problemi: quale destino ha un partito senza popolo, ma soprattutto quale è il destino di un popolo che è rimasto senza partito. Condivido chi dice che bisogna dare battaglia dentro il partito, ma si vince giocando all’interno e dall’esterno, buona parte delle forze che sostengono la leadership di Renzi non è iscritta al Pd e lui le ha organizzate, le Leopolode si vanno diffondendo”.
Pertanto, D’Alema propone di fare altrettanto: trovare un modo creativo di organizzare, non gli iscritti alle correnti del Pd, per piacere no! Ma creare una grande associazione per il rinnovamento e la rinascita della sinistra”.
Il paradosso materano è che la grande associazione elettorale l’ha fatta quella sinistra, che nell’ultimo contestato congresso, si richiamava a Pippo Civati e che alleandosi con Adduce ha confermato il 2 marzo 2014, Cosimo Muscaridola a segretario cittadino.
Penso che Enzo Santochirico, circa 6 mesi fa, abbia maturato la scelta di allearsi con chi ci stava, dopo aver registrato, dal congresso in poi, un progressivo arroccamento nei comportamenti concreti dei dirigenti del PD nel governo del Comune di Matera, un arroccamento in difesa di un utile personale, come si è espresso Antonio Luongo.
Ed oggi, io e tanti altri, insieme al segretario regionale stigmatizziamo: ”la miopia ed il corto respiro di quanti continuano a perseguire l’utile particolare nella sventura generale”” e perdendo mostrano “il segno di un grave deficit di lucidità strategica”.
Il grave deficit è stato di Santochirico & C. o, come penso io, di Adduce e C.?
Scriveva Alfredo Reichlin sull’Unità del 29 maggio 2014, subito dopo l’esito delle elezioni regionali: “Ecco ciò che ha commosso e colpito un vecchio militante della sinistra come io sono. L’aver sentito che il Partito democratico veniva percepito come la garanzia che il Paese resti in piedi, che non si sfasci, che abbia la forza e la possibilità di cambiare se stesso cambiando il mondo.”
Ecco a cosa servono le primarie a far vivere la scelta del PD come una scelta di un partito che vuole salvare la nazione. Quindi le primarie non sono diventate, un organismo dirigente del Pd, ma sono la chiave di volta per avvicinare di nuovo la gente alla politica.
Luca Braia scriveva in quel tempo: ”Io non ho dubbi sulle primarie per scegliere il segretario di partito. Se è per questo che abbiamo perso il comune di Potenza, oggi, non vorrei ripetere lo stesso errore.”
L’errore è di pensare che il nostro elettore potenziale sia un cittadino comune ed abbia meno dignità dell’iscritto al PD. Finiamola di chiuderci in difesa, bisogna giocare all’attacco per cambiare la Basilicata.
Adduce ed il gruppo di comando del PD cittadino, non ha dato ascolto o non ha compreso la lezione finché non ha costretto tutto il PD a subire una seconda clamorosa sconfitta a Matera. Adesso spero che si colga l’urgenza di cambiare verso.
Occorre ripartire sul serio, rinnovando se si vuole far nascere il nuovo PD, visto che il vecchio ha perso perché se non cambia, continuerà a perdere consensi fino a mettere in crisi anche il governo della Regione.
Da dove ripartire è chiaro a tutti, dandosi un gruppo dirigente onestamente dedito a coinvolgere la gente ad ampliare il consenso per le politiche proposte, collegarsi ai movimenti e alle associazioni per quanto di buono propongono.
Dare forza alle associazioni del terzo settore e del volontariato, ma soprattutto, proporre scelte concrete per fare del momento attuale una opportunità per tutti a partire dalle donne e dalle giovani generazioni.
Insomma cambiare nel profondo un partito uscito distrutto da queste ultime consultazioni elettorali proprio perché, da tempo, si era ripiegato su se stesso difendendo lo status quo.
Il 5 luglio, giorno in cui si celebrerà la direzione che andava fatta dopo il congresso regionale del partito, spero proprio che si inizi da qui e si riprenda, in forma non saltuaria, il rapporto con i territori e con la nostra gente, sulla base di proposte concrete e di analisi oneste.
Bisogna cambiare metodo, perché in questo partito la nostra gente ha sofferto della chiusura ed io stesso mi trovo tra quelli a cui si è chiusa la porta in faccia. Non voglio trovarmi insieme ai molti, di cui parla D’Alema, che si stanno allontanando dalla politica.
Luongo, prendendo atto della sconfitta del partito, nei due capoluoghi ed in alcune roccaforti, lo sa che occorre in primo luogo rimettersi in gioco lui stesso e forse occorre, contemporaneamente, un intervento di forte ridiscussione e di rinnovamento in nome della trasparenza e del coinvolgimento nei progetti di oggi e di domani a partire da subito.
Andiamo avanti, rispettando le regole del vivere comune e per le prossime amministrative c’è tutto il tempo per formare una nuova strategia riformista, che guardi all’esclusivo interesse economico e sociale della nostra amata Città.
Enzo Di Pede, dirigente PD di Matera
Nella foto l’interpretazione satirica della sconfitta di Adduce di Sergio Laterza per W la Trottola su SassiLive
I motivi per i quali l’ex Sindaco Adduce non sarebbe stato rieletto sono stati ampiamente anticipati dall’Avv. Buccico qualche giorno prima del ballottaggio. Malgoverno malgoverno malgoverno. A proposito, se Adduce tra qualche anno non dovesse essere rieletto neanche qualche quale consigliere e dovesse, per necessità, tornare al suo vecchio lavoro, qualcuno mi saprebbe gentilmente rispondere indicandomi di cosa si occupava prima di entrare in politica? Sapete com’è, tutto fanno un altro lavoro o mestiere o arte prima di diventare politici. Pura curiosità. Grazie a chi vorrà rispondermi.
Buonasera dragobrucelese,
non so dirle che mestiere facesse Adduce, ma so dirle cosa farà da grande: il pensionato di lusso. A dire il vero essendo stato consigliere regionale anche De Ruggeri è possibile che sia un pensionato di lusso anche lui, ma onestamente non ne sono certo.
sospendo il giudizio, in via generale, facendo riferimentio a D’Alema non si va lontano. Era buono, D’Alema, solo in Basilicata fino a qualche tempo fa e Luongo se fosse per lui starebbe tranquillo a discettare qualcosa magari per via Pretoria. Per ciò che riguarda Matera e tutta storia del PD di Matera e quando tiri troppo la corda si spezza. C’è qualche bravo giovane da queste parti che va coltivato ma occorrono anche i maestri……….
Lei è stato perfetto nell’ analisi del risultato elettorale. Purtroppo è quello che è successo e che qualcuno per paure di perdere il proprio orticello non vuol riconoscere. Il partito che ha inventato le primarie ha concesso all’ avversario politico quest’arma, inoltre ha creato un alibi a chi per interessi, soprattutto personali, nonostante la militanza di decenni nel PD ha deciso di appoggiare De Ruggeri.
Io aggiungerei un altro motivo di riflessione:
Siamo sicuri che Adduce era il candidato migliore? Sia nel 2010 che ora Adduce ha preso molti meno voti della coalizione, mi sono divertito a vedere quante volte è successa una cosa del genere in italia e vi posso assicurare anche se non visto moltissimi casi, che è successo pochissime volte.
Ci vogliamo ricordare di qualche decina di voti che ha permesso di vincere su Tosto, e se la finale di coppa italia dilettanti si fosse fatta una settimana prima non ci sarebbe stato un sindaco Adduce?
Ho l’ impressione che la nomina di Matera 2019 abbia fatto scordare ai notabili del PD Materano quello che è successo in questi anni.
Vi siete scordati una nomina di giunta durata 2 giorni e decaduta?
Vi siete scordati che nonostante una maggioranza schiacciante alla fine si poteva contare su 1 / 2 voti di maggioranza?
Che affidabilità ha un partito che 10 minuti dopo il risultato delle primarie a proposito del segretario regionale un noto dirigente (Roberto Cifarelli) fa un post su facebook scrivendo abbiamo un segretario regionale: LUONGO di fatto arrivato secondo e diventato segretario per i soliti giochi e accordi fatti alle spalle di gente che ha dato 2 euro, per un risultato già deciso prima a tavolino.
Parliamoci chiaro le primarie non si sono fatte per una paura fottura che le potesse vincere Luca Braia e quindi la Antezza e Rienzi potessero avere un potere troppo grande in regione.
Meglio De Ruggeri che perdere del potere all’ interno del proprio partito.
NB. Il PD regionale è stato l’ unico a non rispondere ad una lettera di Rienzi. Visti i risultati possibile che nessuno ne tragga le conseguenze e si dimette?
In un paese sicuramente non dittatoriale quale la Gran Bretagna, su 6 segretari di partiti, 5 si sono dimessi 24 ore dopo l’ uscita dei risultati, come utopistica questa situazione da noi.