Sulla riduzione di sei unità lavorative da parte della Rendina Ambiente (ex Fenice) interviene il senatore Barozzino della Sel. Di seguito la nota integrale.
Continua l’azione antioperaia da parte della Rendina Ambiente (ex Fenice) che pensa di nascondere le proprie incapacità nell’approntare un piano di messa in sicurezza ambientale dei propri impianti attraverso le ritorsioni nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. É questo il quadro in cui si consuma la riduzione di 6 unità lavorative presso il termovalorizzatore situato nell’area industriale San Nicola di Melfi.
Alle ritorsioni della ex Fenice fanno seguito i persistenti silenzi e le assenze della Regione Basilicata che, di fatto, non riesce a prendere una posizione chiara che tenga insieme la necessaria difesa dell’ambiente e della salvaguardia della salute pubblica delle comunità che ospitano l’impianto di termodistruzione con le esigenze occupazionali, abbandonando lavoratrici e lavoratori in balìa dello strapotere agito dall’azienda.
Non è possibile, in pratica, che alla doverosa tutela ambientale e della salute dei lavoratori e dei cittadini possa corrispondere la “rappresaglia” dell’azienda che licenzia. Il modello renziano ha ormai pervaso tutti: come nel confronto sulla scuola, in cui a fronte di una opposizone di merito, si minaccia di lasciare per strada centomila precari.
Nell’esprimere piena solidarietà alle mobilitazioni che saranno poste in atto dai lavoratori e dai loro rappresentanti, torno a chiedere un impegno al governo regionale riservandomi, qualora continuino a prodursi ritardi nel dare risposte concrete, di interrogare il governo centrale.
Giovanni BAROZZINO – Senatore SeL
Giu 22