Se Adduce fosse stato riconfermato sindaco oggi avrebbe festeggiato un ottimo risultato per la sua Amministrazione. Il Consiglio di Stato smonta la sentenza del Tar che riguarda la riqualificazione del Mulino Alvino con relativa delocalizzazione per un permesso a costruire in via Dante. Una vittoria per l’Amministrazione Comunale di Matera e anche per la società di costruzioni Cogem che è impegnata nei lavori di costruzione del palazzo. Il Comune e la Cogem si erano opposti alla sentenza del Tar di Basilicata che aveva bloccato i lavori giudicando fondamentale il passaggio in Consiglio comunale per autorizzare l’esecuzione delle opere. Questo passaggio in Consiglio non era avvenuto e la costruzione di via Dante era stata bloccata. Il Consiglio di Stato ha invece ribaltato la posizione del Tar: i giudici infatti, in mancanza di una legge regionale sul cosiddetto Piano Casa, non hanno ritenuto fosse necessario chiedere l’approvazione in Consiglio comunale e hanno quindi considerato valido il permesso a costruire concesso direttamente dal dirigente all’Urbanistica del Comune.
L’ex sindaco di Matera Salvatore Adduce ha commentato così la decisione del Consiglio di Stato.
“La decisione del Consiglio di Stato stabilisce il corretto comportamento dell’Amministrazione comunale in ordine alla vicenda del mulino Alvino e fa giustizia degli attacchi polemici rivolti nei confronti dell’amministrazione comunale e degli uffici comunali sottoposti a una vera e propria campagna denigratoria arrivata persino a criticare la costituzione in giudizio del Comune di Matera. In quest’ultimo caso siamo al delirio: veniva consigliato da taluno di non esercitare il diritto sacrosanto alla difesa degli interessi generali della città.
In questi anni abbiamo operato ispirandoci costantemente al criterio della separazione delle competenze tra gli organi politico amministrativi e quelli gestionali che, come è noto, appartengono esclusivamente alla dirigenza dell’ente. Ma al tempo stesso non ci siamo sottratti ad una valutazione di merito e in questo caso abbiamo positivamente valutato un progetto che, come più volte ribadito, consente di salvare l’ultimo documento della gloriosa storia della pasta e del Pane di Matera, lo storico opificio Alvino.
Il risultato consente di consumare meno suolo rispetto a quanto già previsto. Infatti, degli originari 140 alloggi già previsti dal primo piano casa di cui ben 90 nell’area del mulino Alvino e 53 alloggi in via Dante, se ne prevedono soltanto 43 in via Dante. In tal modo si è ridotto il numero di alloggi (cento alloggi in meno), si riduce consumo di suolo e ulteriore cementificazione e si evita la perdita di importanti testimonianze della storia agroindustriale della città come purtroppo è già successo in epoche diverse per il mulino Andrisani, in via Lucana, (oggi piazza Mulino) e con il mulino Quinto e Manfredi. Il Mulino Alvino diventerà ora il luogo dove produrre e raccontare all’Europa questa nostra gloriosa tradizione. La città di Matera anche in questa occasione ha dimostrato lungimiranza e buon governo”.
Angelo Cotugno, già consigliere comunale PD, commenta la sentenza del Consiglio di Stato che riguarda il permesso a costruire noto come “Via Dante-Mulino Alvino”.
In assenza di piani territoriali e senza procedure negoziate, quali ad esempio i piani di recupero urbano, gli interventi più corposi o consistenti, non si potrebbero realizzare se non con l’utilizzo di una norma in deroga o con le “classiche” varianti.
Voglio partire da questa, ovvia, considerazione per esprimere una valutazione, esclusivamente politica, sulla vicenda che riguarda il permesso a costruire noto come “Via Dante-Mulino Alvino”.
La vicenda è inserita in un percorso tortuoso che va dal Consiglio Comunale del 1 aprile 2011 che con delibera n° 25 approva gli ambiti su cui si poteva intervenire utilizzando le procedure previste con il “piano casa 1” , passando dalla applicazione della L.106/2011, al rilascio del permesso a costruire firmato dal dirigente al settore, alla sentenza del TAR di Basilicata che ritiene quel permesso illegittimo, fino alla sentenza del Consiglio di Stato che, interpretando la stessa norma, ritiene invece legittimo quanto applicato dal dirigente al settore.
L’iter costituzionale di tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini nel rapporto con la pubblica amministrazione ha, nel secondo grado di giudizio, riconosciuto ai cittadini il diritto al ricorso rigettandone però le ragioni e alla impresa il titolo concessorio.
Non voglio inserirmi in nessun gruppo di “tifosi” sempre pronti a sostenere la squadra del cuore, voglio invece, come ho provato a fare in consiglio comunale, soffermarmi su una valutazione esclusivamente “politica”.
In assenza di strumenti di pianificazione territoriale accade, come è accaduto, che le modifiche al territorio siano affidate alle cosiddette varianti o come in questo caso a norme in deroga. Accade che quelle “scelte”varianti o deroghe che siano, sono fatte senza la partecipazione e condivisione dei soggetti, tutti, interessati. Così come voglio ancora una volta sottolineare la necessità di dover tenere in contol’alto valore degli strumenti di pianificazione territoriale sotto il profilo urbanistico, della equità sociale edella crescita del senso civico, valori che dovrebbero essere patrimonio, non solo enunciati, nei soggetti che hanno l’ambizione di essere o divenire “abitanti culturali”.
La delibera di CC 25/2011 (quella che definiva gli ambiti di intervento del “piano casa”) è passata a maggioranza con il mio voto contrario. Prima dell’approvazione sono stati bocciati alcuni emendamenti proposti da me e da altri consiglieri che avrebbero attenuato l’impatto dello strumento in deroga. Ho sottolineato e messo in evidenza allora, nel corso del dibattito, e continuo ad essere fermamente convinto ancora oggi che interventi così importanti e consistenti quali quello della riqualificazione del “Mulino Alvino” o quello che si potrà realizzare nell’area ex Barilla, devono essere approntati utilizzando gli strumenti che regolano il recupero e la riqualificazione urbana, strumenti che permettono a tutti i soggetti pubblici e privati di soddisfare le legittimeaspettative recuperando alla collettività uno spazio ed un patrimonio che contempla l’interesse del soggetto privato e l’altrettanto legittimo interesse della comunità.
In questa partita non ci sono “vincitori”ed anche una diversa sentenza del Consiglio di Stato non avrebbe avuto “vincitori”.
La sentenza però, senza alcun ombra di dubbio, dà ragione all’impresa ritenendo che questa abbia utilizzato correttamente le norme disponibili.
Nonostante i toni trionfalistici di qualcuno e pur prendendo atto delle sentenze del TAR prima e del Consiglio di Stato dopo, io sono ancora oggi convinto della opportunità che la riqualificazione urbana debba essere affrontata con gli strumenti che permettono una più ampia partecipazione alle scelte: dei consigli comunali, degli ordini professionali, dei tecnici e dei cittadini. Non ci sono quindi vincitori e non ci sono soloni, mistificatori o denigratori. Vorrei invece che si riflettesse sull’occasione ancora una volta persa per provare a fare quelle cose che si proclamano in campagna elettorale (riqualificazione-rigenerazione-riuso che hanno un preciso significato) e che puntualmente vengono disattese.
Angelo Cotugno, già consigliere comunale PD
Finalmente un pò di giustizia su chi ha operato per la città ed ha portato MATERA A DIVENTARE CAPITALE DELLA CULTURA EUROPEA!!! Capitlae che adesso altri saccheggieranno !!!! Ma dove sono quellli che facevano i galli e le galline ?? Che facevano “CUCCURUCCU’ ” ???? Gl iex consiglieri trombati e le due associazioni plurali e mezzogiorno ????? Spero che chi ha avuto ragione chieda i danni e si faccia risarcire!!!!!! Basta pagare sempre Noi cittadini !!! Che si prendano le responsabilitá fino in fondo come prima hanno fatto gioiendo alla sentenza del Tar ora aannullata !!!!!!! Vergogna!!!!! Bravo Salvatore !!
Ma lei che fa sempre commenti pro adduce viene stipendiato da qualcuno oppure è in cerca di qualche favore clientelare? Ho notato che l’imparzialità non è il suo forte e sono certo che la Cogem del magnifico Tamburrino un giorno per “dare lavoro” sarà costretta a edificare il belvedere insieme alla gravina. Sai che spettacolo di case verrebbero costruite??!!
Il silenzio degli pseudo ambientalisti, dei politici opportunisti e delle trasmissioni televisive populistiche e qualunquiste (cuccuruccù, se non si fosse capito bene), è assordante.
Il TAR della Basilicata ha dimostrato ancora una volta la sua imbarazzante inconsistenza.
Una società come la COGEM, che assicura da molti anni, anche in quelli di crisi come gli ultimi, lavoro continuativo e stabile a molti lavoratori, non è fallita solo per le spalle forti della compagine sociale, altrimenti saremmo difronte all’ennesimo dramma disoccupazionale.
Questo è un paese assurdo, dove è consentito mettere in discussione norme certe, dove ambientalisti da strapazzo fumano spegnendo le sigarette sui marciapiedi, o contestano le energie rinnovabili, di fatto favorendo ancora le centrali a petrolio, e pretendendo di accendere comunque la luce nelle loro case quando tornano la sera dopo aver fatto le loro belle manifestazioni.
Siamo in attesa su questa vicenda anche delle dichiarazioni ufficiali del nuovo Sindaco, visto che la sua maggioranza ha cavalcato la vicenda in campagna elettorale, paventando anche presunti buchi di bilancio conseguenti al risarcimento alla COGEM per la presenta illegittimità di quel permesso a costruire.
Restiamo in attesa…abbiamo tempo..
“Non voglio inserirmi in nessun gruppo di “tifosi” sempre pronti a sostenere la squadra del cuore”,
TU che preannunciavi il 30 luglio la sentenza del “Consiglio di Stato” scrivendo su facebook “chissà cosa deciderà il Consiglio di Stato — bevendo birra” vuoi far credere che non hai fatto il tifo? Hai fatto pure le magliette. Ma che credibilità pensi di avere, passi da uno schieramento all’altro con tanta disinvoltura da far rabbrividire Dini e Mastella. Dalla segreteria della CGIL al braccetto con tosto e company. Non sei stato neanche eletto e continui a parlare. Piuttosto, parla CON CHI HA PERSO IL LAVORO in questo tuo capriccio o con chi nonostante tutto sta PAGANDO il MUTUO. Le tue chiacchiere stanno a 0. …ah, o forse, sei uscito dalla porta principale del consiglio comunale e qualcuno ti farà rientrare dalla finestra? PS salutami tutti i tuoi amichetti che c’hanno marciato su questa storia. Che fine hanno fatto? Sono spariti tutti? Forza Adduce, Forza Mulino Alvino, Forza Cogem, almeno loro fanno lavorare qualcuno ed io faccio il tifo per chi crea posti di lavoro!!!
Ma le spese processuali adesso le pagano Morelli & co.?