Gli escursionisti di Falco naumanni, solerte e vivace associazione trekking di Matera, si sono ritrovati domenica 21 giugno a Garaguso, nella valle della Salandrella e nel bosco che si affaccia sulle sue sponde.
Questa volta i loro passi sono stati accompagnati dalla poesia, insieme alle guide e ideatori dell’escursione, Michele Marra e Cosimo Buono, hanno ascoltato i versi di Lucania di Sinisgalli e quelli del poeta della vicina Tricarico, Scotellaro lungo il greto del torrente, ormai secco e sabbioso, sotto le grandi e folte chiome e i possenti tronchi delle querce dell’Aliternosa e del Boscone, osservando i nibbi nel loro elegante planare e roteare nella luce brillante del giorno più lungo dell’anno.
Sotto un cielo reso limpido dalla tramontana, di fronte ai grandiosi panorami che spaziano sull’intera provincia di Matera, nel punto più elevato del percorso, a 789 metri di quota, i versi hanno espresso lo spirito e il fascino profondo di un’area della Lucania poco nota, ma ancora in gran parte incontaminata, dotata di una bellezza aspra e selvaggia, in cui davvero “al pellegrino che s’affaccia ai suoi valichi (…) al nibbio che rompe che rompe il filo dell’orizzonte / con un rettile negli artigli (…) la Lucania apre le sue lande, / le sue valli dove i fiumi scorrono lenti / come fiumi di polvere” e “in un’aria vulcanica, fortemente accensibile, / gli alberi respirano con un palpito inconsueto; / le querce ingrossano i ceppi con la sostanza del cielo”.
Unica nota dolente per gli escursionisti è stata il riscontro della presenza di “un’antenna di rilevazione dell’intensità vento” sulla Serra Boscone, minaccioso preludio al sorgere di un gruppo di pale eoliche, destinate a infrangere e deturpare, assurdamente e paradossalmente, il singolare profilo di quell’imponente e panoramico crinale collinare.
Interessante anche la visione ravvicinata della grande falesia dal colore dorato dei “sabbioni di Garaguso” che si affaccia sulla Salandrella e sulla cui sommità sorge il paese.
Nel pomeriggio, dopo una lunga salita che li ha riportati nell’abitato di Garaguso, gli escursionisti, hanno potuto apprezzare la voce del poeta locale Gaudenzio Calciano.
Con i suoi bellissimi e colorati testi in italiano e in dialetto, egli ha rievocato la vita quotidiana del paese, tra gli stretti vicoli in forte pendenza del caratteristico centro storico, abbarbicati alla roccia, con vista sui monti e i boschi circostanti.
I versi raccontano di tempi ormai trascorsi per sempre, quando le anguste viuzze che si muovono sinuose tra le vecchie case di pietra di fiume, adesso quasi deserte, erano popolate da un’umanità vivace, autentica, schietta, anche se angosciata dalla durezza delle fatiche della vita agricola e dalla miseria ad essa legata.
La giornata si è conclusa con un commovente gesto di ospitalità da parte di un anziano abitante del centro storico che, con espansività e simpatia, ha offerto ai viandanti una prelibata degustazione della celebre salsiccia e soppressata di Garaguso, accompagnata da un bicchiere di genuino e inebriante vino rosso.
La statua in bronzo della dea Cerere, “Maria Gaetana”, con falce e fascio di spighe, nella piazzetta principale di Garaguso, ha salutato infine la singolare escursione dei Falco naumanni nel cuore meno noto e più tipico della Lucania.