Filippo Massaro (Csail) su card carburante: la sindrome della tristezza si diffonde in Val D’Agri.
La “sindrome della tristezza” si sta diffondendo in Val d’Agri. Da non confondere con il “virus della tristezza” che colpisce gli agrumi, anche perché da noi ce ne sono talmente pochi. E’ invece il sentimento di diffuso scoramento alimentato dalle notizie che provengono dai Palazzi della Politica a Potenza e a Roma sulle sorti della card carburante. Non che la card , vergognosa elemosina agli automobilisti lucani , potesse risolvere i problemi della comunità valligiana ma almeno era un segno tangibile che qualcosa del petrolio estratto vicino casa restava nel portafoglio. Non ce ne abbia a male il Presidente Pittella che ha tirato in ballo la “sindrome della tristezza” ma ci vuole ben altro, dopo 18 mesi di governo regionale, dall’appello a non criticare il suo operato e quello del Presidente del Consiglio Renzi e dimostrare fiducia. Nessuno ha mai pensato al “tutto e subito” però neanche a “niente per sempre”. Vorremmo almeno una soluzione intermedia – dichiara in una nota il presidente del Csail Filippo Massaro – che indichi tempi certi e risultati certi dal petrolio. Ci fa piacere registrare che Pittella e la maggioranza alla Regione ieri abbiano cambiato parere sullo Sblocca Italia e deciso un ricorso che andava sottoscritto da mesi. Noi – spiega Massaro – lo abbiamo sostenuto dal primo giorno di pubblicazione del provvedimento: la manovra centralista punta a far diventare la Basilicata una sorta di “sceiccato” con Renzi-sceicco (come lo è stato in precedenza chi ha preceduto Pittella). Adesso chiediamo un atteggiamento coerente di difesa dei nostri interessi del territorio valligiano e saurino che porti a casa qualche risultato. Sapendo i soliti giochi politici non aspiriamo alla grande felicità. Piuttosto aspiriamo alla serenità con i nostri giovani – continua Massaro – che abbiano la possibilità di restare nei paesi di origine, gli anziani che possano contare su servizi socio-assistenziali adeguati, i capifamiglia che possano lavorare, gli agricoltori che possano guardare senza preoccupazioni al futuro delle proprie aziende i cui prodotti trovano difficoltà di mercato ancor più per l’estrazione e il Centro Oli di Viggiano. Lo ripetiamo : se si vuole salvare Potenza – conclude Massaro – si deve salvare anche Villa d’Agri un tempo centro commerciale e di servizi e oggi solo luogo di ristoro e pernottamento di maestranze Eni e società che tra qualche mese, finiti i lavori, andranno via.