Venerdi 3 luglio 2015 alle ore 18.30 presso largo San Rocco a Palazzo San Gervasio
Altragricoltura partecipa all’assemblea pubblica convocata dall’Associazione Intercomunale Lucania per dire no alla Concessione per le estrazioni petrolifere di Palazzo San Gervasio. L’area dell’Alto Bradano – Vulture Melfese è una grande risorsa agricola per il SUD e la Basilicata e occorre rinaturalizzare il territorio, rilanciare l’agricoltura, tutelare le comunità.
Altragricoltura partecipa all’assemblea pubblica convocata dall’Associazione Intercomunale Lucania per dire no alla Concessione per le estrazioni petrolifere di Palazzo San Gervasio. L’area dell’Alto Bradano – Vulture Melfese è una grande risorsa agricola per il SUD e la Basilicata e occorre rinaturalizzare il territorio, rilanciare l’agricoltura, tutelare le comunità.
“La battaglia per difendere le aziende agricole e le comunità rurali non è solo per riconquistare condizioni economiche e di reddito decenti ma, anche, per determinare le condizioni ambientali e sociali entro cui abbia ancora un senso la stessa funzione dell’agricoltura”. Con queste parole si è introdotta la riunione dell’Esecutivo regionale di Altragricoltura Basilicata convocata per discutere la situazione ambientale in Basilicata con il venire avanti di numerosi e sempre più preoccupanti segnali di rischio.
“Secondo le ultime stime entro pochi decenni la Basilicata potrebbe perdere 150.000 dei suoi 550.000 abitanti e li perderebbe nelle aree rurali e nei piccoli centri dove si sta consumando una crisi economica e sociale pesantissima. Aree che si spopolano e si desertificano di attività umane, esposte a gravi problemi di dissesto idrogeologico e ambientale e facile occasione per usi che appesantiscono la crisi segnando per generazioni il territorio lucano” si legge nella nota con cui l’esecutivo ha deciso di aprire una fase di iniziative di difesa del diritto delle comunità e degli agricoltori di continuare a produrre ed a lavorare la terra, oggi messo in discussione da una aggressione senza precedenti di azioni speculative che vorrebbero trasformare la Basilicata da straordinaria terra di risorse ambientali e agropastorali a hub energetico ed a territorio di discariche e pozzi di estrazione.
Aggressione e disegni speculativi che vanno contrastati per rivendicare, al contrario, la funzione di una agricoltura moderna e redditiva nel quadro di una Regione che imbocca la strada di un grande rilancio che metta a valore le sue risorse naturali indisponibili alla speculazione che non produce lavoro.
Altragricoltura Basilicata si è impegnata in questi anni nelle iniziative di contrasto alla crisi economica e sociale prodotta da un modello di sfruttamento delle risorse e del lavoro che è arrivato al capolinea e che ci consegna la crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia descritta dai numeri impietosi della disoccupazione, dello spopolamento, della chiusura delle aziende e dei problemi di inquinamento ambientale e impoverimento dei suoli.
Si esce dalla crisi con un disegno che riapra la speranza di futuro per questa Regione, varando un grande piano per la rinaturalizzazione del territorio, la bonifica ambientale, la riorganizzazione dei cicli della produzione, della trasformazione industriale, dei servizi che creino lavoro buono e stabile nel tempo per difendere le comunità, la salute, il lavoro e la nostra identità.
Con questa impostazione Altragricoltura avvia una serie di iniziative per difendere la qualità ambientale del nostro territorio e delle sue risorse e per questo sarà presente con una sua delegazione all’incontro convocato dall’Associane Intercomunale Lucania a Palazzo San Gervasio venerdi 3 luglio per contribuire alle iniziative di contrasto alla concessione del Permesso di Ricerca Idrocarburi accolta dal TAR dopo il ricorso della Regione Basilicata (operazione che apre il rischio concreto di attivare nei fatti nel territorio di 11 comuni e circa 47.000 ettari la successiva fase di estrazione di idrocarburi).
La sentenza del TAR, respingendo il ricorso presentato dalla Regione Basilicata, è la dimostrazione concreta di come serve alzare la capacità tecnica di contrastare le aggressioni territoriali, quella politica di dire chiaramente da che parte si sta e quella della mobilitazione che deve saper vedere unite le comunità.
I cittadini, gli agricoltori, tutti gli altri operatori economici che con i loro investimenti ed a loro rischio mantengono attività diffuse di lavoro, i lavoratori e le istituzioni territoriali sono chiamati a sventare l’ennesimo tentativo di gestione speculativa a danno del territorio ed a rilanciare il progetto per una Basilicata del lavoro diffuso e della gestione delle sue risorse che garantisca gli interessi collettivi.
La stampa, le associazioni, i movimenti e i cittadini sono invitati.
“Secondo le ultime stime entro pochi decenni la Basilicata potrebbe perdere 150.000 dei suoi 550.000 abitanti e li perderebbe nelle aree rurali e nei piccoli centri dove si sta consumando una crisi economica e sociale pesantissima. Aree che si spopolano e si desertificano di attività umane, esposte a gravi problemi di dissesto idrogeologico e ambientale e facile occasione per usi che appesantiscono la crisi segnando per generazioni il territorio lucano” si legge nella nota con cui l’esecutivo ha deciso di aprire una fase di iniziative di difesa del diritto delle comunità e degli agricoltori di continuare a produrre ed a lavorare la terra, oggi messo in discussione da una aggressione senza precedenti di azioni speculative che vorrebbero trasformare la Basilicata da straordinaria terra di risorse ambientali e agropastorali a hub energetico ed a territorio di discariche e pozzi di estrazione.
Aggressione e disegni speculativi che vanno contrastati per rivendicare, al contrario, la funzione di una agricoltura moderna e redditiva nel quadro di una Regione che imbocca la strada di un grande rilancio che metta a valore le sue risorse naturali indisponibili alla speculazione che non produce lavoro.
Altragricoltura Basilicata si è impegnata in questi anni nelle iniziative di contrasto alla crisi economica e sociale prodotta da un modello di sfruttamento delle risorse e del lavoro che è arrivato al capolinea e che ci consegna la crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia descritta dai numeri impietosi della disoccupazione, dello spopolamento, della chiusura delle aziende e dei problemi di inquinamento ambientale e impoverimento dei suoli.
Si esce dalla crisi con un disegno che riapra la speranza di futuro per questa Regione, varando un grande piano per la rinaturalizzazione del territorio, la bonifica ambientale, la riorganizzazione dei cicli della produzione, della trasformazione industriale, dei servizi che creino lavoro buono e stabile nel tempo per difendere le comunità, la salute, il lavoro e la nostra identità.
Con questa impostazione Altragricoltura avvia una serie di iniziative per difendere la qualità ambientale del nostro territorio e delle sue risorse e per questo sarà presente con una sua delegazione all’incontro convocato dall’Associane Intercomunale Lucania a Palazzo San Gervasio venerdi 3 luglio per contribuire alle iniziative di contrasto alla concessione del Permesso di Ricerca Idrocarburi accolta dal TAR dopo il ricorso della Regione Basilicata (operazione che apre il rischio concreto di attivare nei fatti nel territorio di 11 comuni e circa 47.000 ettari la successiva fase di estrazione di idrocarburi).
La sentenza del TAR, respingendo il ricorso presentato dalla Regione Basilicata, è la dimostrazione concreta di come serve alzare la capacità tecnica di contrastare le aggressioni territoriali, quella politica di dire chiaramente da che parte si sta e quella della mobilitazione che deve saper vedere unite le comunità.
I cittadini, gli agricoltori, tutti gli altri operatori economici che con i loro investimenti ed a loro rischio mantengono attività diffuse di lavoro, i lavoratori e le istituzioni territoriali sono chiamati a sventare l’ennesimo tentativo di gestione speculativa a danno del territorio ed a rilanciare il progetto per una Basilicata del lavoro diffuso e della gestione delle sue risorse che garantisca gli interessi collettivi.
La stampa, le associazioni, i movimenti e i cittadini sono invitati.