Flavia Bevilacqua, già componente della redazione di Torraca News Live, ha immaginato un’ipotetica lettera di Rocco Scotellaro a un qualunque turista del Nord Italia sul tema che riguarda la rivalutazione del Meridione. Di seguito il testo integrale.
Caro turista,
si avvicina l’estate e già ti vedo, accaldato e stremato, percorrere centinaia di chilometri dal tuo Nord per arrivare a trascorrere le tue ferie nel mio Sud. Già, nel Sud. Quel Sud che spesso denigri dall’alto del tuo esplicito sospetto e della tua orgogliosa diffidenza. Quel Sud che disprezzi ai tuoi chic aperitivi o ai tuoi esclusivi happy hour. Quel Sud delle infrastrutture incomplete, degli ulivi malati. Quel Sud dei barconi che affondano, degli immigrati clandestini. Quel Sud mafioso e corrotto. Quel Sud parassita, dipendente, chiuso, ignorante. Vogliamo quindi continuare a parlare dei difetti del Meridione? No. Almeno non qui, visto che del Sud si elencano sempre e solo quelli. Il mio Sud è una terra insanguinata, dolente, privata della sua ricchezza,delle sue istituzioni, della sua gente, della consapevolezza di sé. Oggi però io vedo la luce di un nuovo giorno fiammeggiare sulla mia dolceamara patria. Mi accorgo che la nostra attenzione si concentra oggi sulla necessità di individuare le ragioni del ritardo che abbiamo accumulato nel corso degli anni. E’ fondamentale comprendere la propria storia, avere memoria delle radici, radici che, con un’azione di quasi generale lobotomia culturale, ci sono state estirpate. Ritengo che occorra armonizzare le risorse disponibili e rendere quindi fruibile il nostro territorio storico, con i suoi eccezionali contenuti culturali. Sappi però che, oltre alle varie operazioni tecnologiche e industriali, la mia Lucania vuole dimostrare che questo Sud è un valore mondiale, un esempio di convivenza e condivisione. Vuole ora creare uno spazio culturale veramente “aperto”, dove si possa produrre un momento di alta cultura in modo semplice e condiviso. Sento che il Sud può ambire all’apprezzamento e al riconoscimento. Caro turista, non voglio turbarti con queste ardue e lucenti speranze, non voglio sconvolgerti la vacanza, ma sappi che un’Europa che non punta sul Sud è un’Europa che non cresce. Perciò, caro turista, ti prego, prova ad amare un po’ la mia terra. Innamorati dei muretti di pietre lungo le arse stradicciole di campagna, delle nodose ombre sotto gli ulivi, degli ostinati fichi d’India e delle loro spine, delle fontane malate, delle umide cantine, del caldo odore del pane a prima mattina, dei colori accesi delle verdure, dell’arcaico fischio del contadino, degli ammalianti canti delle donne in nero, delle pere mature, delle imperturbabili stelle la sera, della fresca rugiada, delle deflagranti grida dei bambini, dell’assordante canto delle cicale, del biancore dei panni stesi,della pasta incisa sul tagliere, del quieto mare all’imbrunire. Per favore, te ne prego, caro turista, guardati intorno, parla, ma soprattutto ascolta. Innamorati del meridione. Innamorati dei meridionali e della loro voglia di riscatto. Abbiamo tanta fortuna ancora da dispiegare.
“Un giorno, questa terra sarà bellissima” (Paolo Borsellino)
Rocco Scotellaro