Altragricoltura dice no alle ricerche di idrocarburi nella zona di Palazzo San Gervasio.
Ora non è più il tempo di chiacchiere. “Donne dove siete? Scendiamo in piazza per difendere i nostri figli, non ci sono solo i soldi”
Nelle parole di Antonietta, donna di Palazzo San Gervasio, la strada per uscire dal rischio del saccheggio di risorse e dall’esproprio di democrazia.
Bene la prima assemblea dopo la sentenza del TAR per dire NO al permesso di ricerca idrocarburi Palazzo San Gervasio.
Si è tenuta il 3 luglio 2015 in Largo San Rocco a Palazzo San Gervasio la prima assemblea di istituzioni, associazioni e cittadini convocata dopo la sentenza del TAR che, dando torto alla Regione Basilicata, potrebbe aprire la strada alla Società Aleanna Resources LLC per attuare il permesso di ricerca idrocarburi in un’area di 472 kmq che interessa 11 comuni del Vulture – Alto Bradano vocata da sempre alle produzioni agricole di qualità con importanti valenze naturalistiche e storico/artistiche.
Se dovesse essere attuato il piano di ricerca (cui seguirebbe come è evidente il piano di estrazione favorito dalle nuove norme dello “Sblocca Italia”) sarebbe la seconda concessione per dimensione in una regione sempre più sotto pressione per le azioni delle lobbies dello sfruttamento energetico.
“Sarebbe” ma non è detto che sia come ha reso evidente l’incontro in piazza a Palazzo San Gervasio. Un incontro pubblico convocato dall’Associazione Intercomunale Lucania (protagonista della mobilitazione dei cittadini e dei sindaci per sventare il tentativo dell’impianto del Solare Termodinamico, altro grande progetto speculativo che tenta di approfittare della crisi economica e rurale di quel territorio) con Maurizio Tritto, cui hanno partecipato, oltre che Gianni Fabbris per Altragricoltura e il Movimento Riscatto, il Sindaco di Palazzo San Gervasio, Michele Mastro (che ha duramente attaccato le chiacchiere della politica che in realtà opera mettendo in difficoltà le amministrazioni e i cittadini), la Ola con Vito L’Erario che ha sottolineato il compito delle Associazioni e dei Cittadini nel difendere il territorio e per scongiurare il progetto caro a tanta parte politica di trasformare la Basilicata in Hub energetico nazionale, il giornalista Cosimo Forina che ha sottolineato la funzione e il ruolo del giornalismo e della corretta comunicazione nell’informare i cittadini per renderli consapevoli e l’ing. Donato Cancellara.
L’intervento di Donato Cancellara, in particolare, ha messo in evidenza tutte le irregolarità, debolezze, contraddizioni e limiti delle azioni amministrative messe in atto dagli Uffici Regionali per cui si è arrivati al paradosso di una Regione che non concede “politicamente” l’autorizzazione alla Società Aleanna Resources dopo che i suoi dirigenti hanno dato nei fatti l’autorizzazione. Amministrazione concessa, peraltro, con un procedimento inaudito che ha tenuto conto solo delle posizioni della società e dei suoi elaborati ed addirittura ritiene che non sia necessaria la VIA (Autorizzazione di impatto ambientale) o altre documentazioni che normalmente sono di prassi in questi casi. “Sarebbe interessante sapere cosa pensano i cittadini che si vedono negare permessi a costruire una tettoia senza aver prodotto una montagna di carte e di verifiche del fatto che un permesso invasivo per 472 km2 sia concesso senza la VIA” hanno sostenuto in diversi durante la serata.
Così per tutti gli intervenuti all’assemblea è apparso chiaro che la sentenza del TAR non poteva essere altrimenti quando osserva che la Regione non può appellarsi a ragioni di impatto ambientale per negare l’autorizzazione alla Società se ha negato con i suoi uffici la necessità di una Valutazione di Impatto Ambientale.
Chiara dunque la linea di azione proposta dalla discussione e la richiesta alla Regione: piuttosto che il ricorso al Consiglio di Stato per appellare la sentenza del TAR (per cui è prevedibile una nuova sentenza sfavorevole) se la Regione vuole davvero andare fino in fondo nel perseguire il risultato, ha altre possibilità ben più efficaci: annulli il provvedimento adottato dal suo ufficio con un procedimento in autotutela amministrativa e riveda l’autorizzazione per cui sono scaduti i tempi e che la società nelle prossime settimane dovrà chiedere la proroga facendo valere le stesse ragioni per cui il TAR ha dato torto alla Regione.
Insomma, serve un salto di qualità nelle azioni di contrasto istituzionale ma, soprattutto, serve realizzare azioni amministrative coerentemente con gli obiettivi che si dichiarano.
Salto di qualità e coerenza che non si chiede solo alla Regione Basilicata ma a tutti i livelli istituzionali coinvolti: dei 13 comuni coinvolti solo 7 hanno espresso parere negativo e nessuna delle amministrazione che al tempo li governava si è costituita al TAR per far valere per esempio il dato dell’assenza della VIA.
Condivisione dell’analisi e delle proposte fra il Sindaco e le Associazioni intervenute che da tempo stanno opponendosi alla richiesta della concessione ma, la novità della serata, è stata la presenza di Altragricoltura e del Movimento Riscatto. Gianni Fabbris a loro nome ha sottolineato la necessità di mettere in campo una fase nuova della mobilitazione che parli ai cittadini ed agli agricoltori del territorio dei loro interessi concreti ad affrontare la terribile crisi del territorio.
“Di fronte alla grande crisi economica, sociale, ambientale e di democrazia in cui sono precipitate le nostre aree rurali, vanno denunciati due fallimenti su cui dobbiamo immediatamente correggere il tiro: l’idea che il petrolio porti ricchezza e lavoro (la Basilicata era agli ultimi posti per benessere e lavoro fra le regioni italiane prima che si iniziassero le estrazioni e continua ad esserlo nonostante le estrazioni in corso) e l’idea che sia possibile una via dolce alla gestione del petrolio; qualcuno si è illuso che si potesse gestire le estrazioni confinandole alla Val d’Agri, quindi scegliendo di sacrificare solo un’area ristretta della regione per portare a casa qualche vantaggio economico. Cosi non è: siamo di fronte ad una aggressione senza precedenti nel mare e in terra come (appunto) dimostra il caso del permesso di ricerca Palazzo San Gervasio”.
“E’ arrivato il tempo della mobilitazione di cittadini, istituzioni e agricoltori che ricostruisca la capacità delle comunità di determinare le scelte fondamentali di rifiutare il ricatto della speculazione che non crea lavoro e benessere per la collettività ma garantisce solo la speculazione e gli interessi di pochi. Altragricoltura e il Movimento Riscatto sono da oggi impegnati a lavorare con gli agricoltori e le comunità di questo territorio per scongiurare lo scivolamento ulteriore nella crisi ambientale oltre che in quella economica . Molti degli agricoltori dell’area hanno portato i loro trattori a Matera durante le mobilitazioni contro l’IMU agricola e la crisi economica e proprio in quelle mobilitazioni si è rafforzata la consapevolezza che la crisi non è solo economica ma anche ambientale, sociale e di democrazia e che è interesse di tutte le comunità reagire insieme”
Con queste parole Gianni Fabbris ha dichiarato il sostegno e la condivisione della vertenza annunciando l’impegno di Altragricoltura e del Movimento Riscatto già impegnate a preparare per l’autunno una forte iniziativa contro la crisi.
Le parole gridate al microfono lucidamente da Antonietta, donna di Palazzo San Gervasio, sembravano la risposta ed il suggello a questa prima serata in P.zza dopo la sentenza del TAR: “Non ci sono solo soldi e paura dei potenti! Dove siete donne di Palazzo, scendete in piazza e in strada per difendere i nostri figli”.
Con questo appello inizia una nuova fase della mobilitazione per difendere il territorio e le comunità: il Sindaco di Palazzo San Gervasio ha annunciato la convocazione di tutti i sindaci dell’Area Programma proprio in P.zza a Palazzo San Gervasio per adottare insieme le scelte e le richieste.
A quell’appuntamento ci saranno le associazioni, i cittadini e gli agricoltori con le loro ragioni, la loro voglia di riscatto e di futuro, i loro trattori e la loro determinazione.