Anche i titolari dei laboratori caseari aderenti a Confartigianato Potenza e delle aziende casearie aderenti a Confcommercio Imprese Italia Potenza, dopo gli allevatori e produttori del latte di Cia, Coldiretti e Confagricoltura, commentando la richiesta dell’Ue all’Italia di cancellare la norma che finora ha vietato nel nostro Paese l’utilizzo di latte in polvere per la produzione di formaggi e derivati, rivendicano qualità degli alimenti, rispetto delle tradizioni produttive, chiarezza di informazione ai consumatori.
“Si tratta – sottolinea una nota dei Caseari-Confartigianato – di un grave attacco alla tradizione agroalimentare made in Italy che ha nella produzione di formaggi un settore di punta apprezzato in Italia e all’estero e nel quale operano 2.000 imprese artigiane. L’Italia è leader tra i Paesi europei per il numero di formaggi di qualità con marchio DOP, IGP e STG: ben 47, i cui disciplinari di produzione, se venisse accolta la richiesta dell’Ue, potrebbero essere modificati a tutto svantaggio dei consumatori”.
“Chiediamo al Governo italiano di difendere questo nostro patrimonio produttivo. Le norme in materia alimentare – aggiunge Confcommercio – devono tendere a standard elevati e non piegare al ribasso, come già avvenuto per altri prodotti enogastronomici pregiati. I prodotti di qualità, preparati con ingredienti selezionati e secondo procedimenti tradizionali migliorati nel corso degli anni dalle capacità dei nostri titolari di impresa, non devono infatti, in nessun modo essere equiparati a quelli che sono invece veri e propri surrogati. E’ un pezzo del “made in Italy” che intendiamo difendere a denti stretti con tutto l’orgoglio di quanti sono i protagonisti della rete commerciale e dell’export”.
In Basilicata la trasformazione del latte vede coinvolte 135 aziende lattiero-casearie distribuite con una maggiore incidenza nel potentino (90 aziende) rispetto al materano (45), ed organizzate in maniera da presentare all’interno della propria struttura ogni fase della filiera a partire dall’allevamento (46% delle aziende lattiero casearie censite dall’Alsia).
Nel materano, circa il 37% degli opifici opera nell’area di Matera, Montescaglioso e Stigliano; circa il 18% sulla costa Jonica (Policoro, Scanzano e Bernalda); il 13% nel Val Basento (Pisticci, Grassano e Ferrandina) e nella cittadina di Tricarico e di Pomarico, ciascuno con 3 caseifici, ed il restante 18% si distribuisce tra i comuni di Tursi, San Mauro Forte, Nova Siri, Montalbano Jonico, Irsina, Grottole e Garaguso in cui si riscontra un’eccessiva frammentazione delle strutture produttive. I prodotti lattiero-caseari di punta sono i formaggi freschi a pasta filata, ma non manca la produzione di formaggio stagionato, come il caciocavallo, il canestrato e il pecorino.
Per quanto riguarda il capoluogo di regione, circa il 20% delle aziende lattiero-casearie è ubicato tra la città di Potenza ed il suo hinterland (Pignola, Tito, Picerno e Avigliano), il 30% nella zona del Vulture, il 14% in Val d’Agri ed il 13,3% nel Marmo Platano-Melandro in cui, ad esclusione dei comuni di Tito e Picerno già precedentemente considerati, la maggiore concentrazione è nei comuni di Ruoti e di Brienza. Nell’Alto Bradano operano diversi caseifici, parte dei quali aziendali con annessi allevamenti, mentre poco rappresentata è l’area sud della Provincia (Lagonegrese, Medio Agri e Senisese) dove le strutture di caseificazione sono localizzate nei comuni a maggiore densità di popolazione (Senise, Sant’Arcangelo).
In Val d’Agri, le aziende lattiero-casearie censite dall’Alsia sono 10, metà delle quali trasforma il latte aziendale frutto dell’allevamento di bovini, ovini e caprini e quasi tutti i caseifici della zona, ad eccezione di tre, aderiscono al Consorzio di Tutela del Canestrato di Moliterno IGP.
Le aziende che concorrono alla produzione dei formaggi tutelati aderiscono anche ai corrispondenti Consorzi di tutela (Consorzio di Tutela del Pecorino di Filiano DOP, Consorzio di tutela del Canestrato di Moliterno IGP e Consorzio di Tutela del Caciocavallo Silano DOP) costituiti per difendere e tutelare la produzione e il commercio del formaggio e l’uso della sua denominazione nel rispetto ed osservanza del disciplinare di produzione della DOP, nonché per promuovere ogni utile iniziativa intesa a salvaguardare la tipicità, la genuinità e le caratteristiche peculiari del prodotto, oltre a diffonderne il consumo, agevolarne il commercio e l’esportazione.