Riportiamo di seguito la nota diffusa da associazioni, comitati e cittadini (per comodità “contestatori fischianti del 15 luglio”) che hanno scelto di contestare senza mostrare alcun simbolo o bandiera, per esprimere la distanza dalla manifestazione-farsa organizzata dal governatore Pittella a Policoro lo scorso mercoledì 15 luglio.
“La nota – si legge nel comunicato – fa anche riferimento al maldestro tentativo dello stesso Pittella, Emiliano & C. che, apostrofando indistintamente la platea dei presenti al grido di “fascisti”, ha provato ad associarci alle bandiere fasciste ed a quei gruppi di estrema destra che con noi nulla hanno a che vedere”.
Cittadini lucani…belli ciao!
Alla manifestazione farsa organizzata mercoledì 15 da Pittella a Policoro, con la partecipazione degli altri due governatori PD Emiliano e Oliverio, ci sono state associazioni e sindacati che hanno sfilato con le proprie bandiere nel corteo, evidentemente avallando così il tentativo di ripulire l’immagine di Pittella sbiancandola dal nero petrolio che finora ha caratterizzato l’agire del gladiatore lucano. C’erano, poi, cittadini e associazioni che hanno duramente contestato, per tutto il tempo della manifestazione e del corteo, l’ipocrisia di un governatore che avrebbe voluto far credere di essere contrario alle trivellazioni ed alle compagnie petrolifere. Ancora una volta clamorosamente smentito a distanza di pochissime ore dalle dichiarazioni del Ministro Guidi che ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la decisione di autorizzare le esplorazioni per la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio e nell’Adriatico.
Dalla risposta del ministro è emerso chiaramente che la battaglia sulle trivellazioni non può essere delegata alla burocrazia partitica ed essere ridotta esclusivamente alle guerre di corrente insite nel PD; che chi ha parlato strumentalmente in questi giorni di unità e di confronto istituzionale o non ha ben presente l’entità del problema trivellazioni oppure è interessato più a battaglie politiche che alla difesa del territorio. Se qualcuno pensa ancora che quello stesso Governo Renzi che ha messo a repentaglio la sua maggioranza per riforme strutturali ancora più importanti (riforma costituzionale, Jobs Act, legge elettorale, riforma sulla scuola) si fermi di fronte ad un confronto con Pittella, Oliverio ed Emiliano sulle trivellazioni in mare, deve cominciare ad aprire gli occhi sulla realtà.
Questo è stato l’intento della nostra contestazione di mercoledì.
Qualcuno ha parlato di manifestazione fallimentare con scarsa partecipazione popolare. Ma forse è proprio ciò che Pittella voleva ottenere ieri. Una sfilata in solitaria, senza contraddittorio, per riuscire a far passare il messaggio che lui è contro le trivelle e dalla parte del popolo. Altrimenti perché organizzare una manifestazione nella mattinata di una giornata lavorativa? Il giochetto, però, è stato smascherato da un manipolo di cittadini attivi ed associazioni che non si sono lasciati abbindolare. Come in altre occasioni, a fronte di contestazioni rumorose ma assolutamente pacifiche, è emersa tutta la violenza e l’arroganza del governatore, che, senza alcuna idea né concreta proposta da contrapporre alle contestazioni, non ha trovato di meglio che minacciare furiosamente di “mettere in ginocchio” le associazioni e i movimenti dissenzienti.
A conferma dell’intento esclusivamente propagandistico dell’iniziativa, non è stato concesso nessuno spazio di contraddittorio ai cittadini ed alle associazioni, nonostante fosse stato richiesto ufficialmente. Il re, ormai, è nudo…e non è un bello spettacolo!
Ed in un crescendo “felliniano” e surreale, forse a causa del solleone e confondendo palesemente, e forse volontariamente, chi fossero gli invasori e chi i “partigiani”, un Emiliano stonatissimo e sudaticcio ha deciso di intonare “Bella Ciao”, screditando tra l’altro la presenza del sindaco Leone e dei suoi sostenitori di destra che hanno sfilato ordinati e allineati con le loro bandiere nel corteo pittelliano. E’ ovvio che la scelta di contestare da semplici cittadini, senza mostrare alcun simbolo e bandiera, per esprimere la distanza dalla manifestazione-farsa, non deve assolutamente diventare l’occasione, per questi politici senza contenuti, di associarci alle bandiere fasciste e a quei gruppi di estrema destra che con noi non hanno nulla a che vedere. A differenza di ciò che Pittella, Emiliano & C. hanno voluto far credere dal palco apostrofando indistintamente la platea dei presenti al grido di “fascisti”!
E’ bene che Pittella e i suoi seguaci si rassegnino al fatto che questi teatrini non bastano più per confondere il popolo lucano. Martedì 21, nelle sedi istituzionali opportune, e non sul bagnasciuga ionico, Pittella dica chiaramente al Consiglio ed ai lucani quali sono le sue strategie sul destino di trivelle che sta facendo sulla Basilicata e sui lucani, almeno in sede istituzionale non si nasconda dietro vuoti proclami, sia chiaro e parli di atti istituzionali consequenziali e coerenti con l’obiettivo dell’uscita dall’era dalle fonti fossili di energia. Inizino a fare i seri questi politicanti che hanno a che fare con gente dignitosa e menti pensanti, non con le loro truppe cammellate. Inizino a dare segnali forti, sia nazionali che internazionali, richiamando, redarguendo o punendo quanti, chiamati a rappresentare il “popolo”, legiferano a favore delle multinazionali contro gli interessi delle popolazioni locali (vedi TTIPP e “questione airgun” nei reati ambientali).
Trasformiamo il sud in riferimento internazionale per le fonti energetiche virtuose e diffuse a disposizione dei singoli cittadini, come annunciato e mai realizzato, tradendo il popolo, già nel 2003!
Questo devono perseguire anche tutte le altre figure istituzionali presenti a Policoro!
Solo così potrebbe riaprirsi un dialogo ed arrivare a manifestazioni realmente congiunte ed unitarie, come ai tempi di “Scanzano Jonico”!
“I contestatori fischianti del 15 luglio”
Emiliano lo conosco bene, perchè è stato sindaco della mia città adottiva Bari. Escluso il primo mandato, caratterizzato da buoni principi ed operazioni coraggiose come l’abbattimento di Punta Perotti, il resto degli anni a seguire, è stato un crescendo di delirio di onnipotenza. Fatte fuori le associazioni non allineate, prima lui e poi Vendola, hanno sposato totalmente le logiche del mercato capitalistico che ci hanno letteralmente condotto all’attuale crisi sociale ed economica. La loro pseuda associazione alla parola sinistra, purtroppo ha tratto ed ed attrae in inganno molti cittadini che partecipano agli appuntamenti elettorali come fossero degli incontri di calcio. Pertanto, un uomo furbo e scaltro che da un magistrato nessuno se lo aspettava, si è calato completamente nella realtà della politica più squallida, pur di restare al centro del potere. Caro Emiliano, cantare Bella Ciao significa offendere chi ha fatto la Resistenza per dare a te la possibilità di giocare alla politica sulla pelle dei cittadini. Ormai questa canzone di sofferenza è finita in bocca a cani e porci! Abbiate il coraggio di non infangare la memoria storica almeno.
Mentre del povero Pittella, si conosce solo la sua provenienza famigliare. Padre fedelissimo craxiano e fratello rivoluzionario della domenica nel Parlamento europeo. Successori di padri in figlio per eredità politica tramadata, in una città come Potenza che non riesce a tenere su nemmeno i bilanci del comune. Questi signori, temibilissimi rampanti della politica giocano sulla salute e sulla pelle di tutti i lucani, attraverso pericolosi accordi sottobanco dettati dallo sblocca italia dell’inutile presidente del consiglio, loro amico di merende Renzi.
Pittella, vale bene cento trivelle! Furbo e scaltro anche lui, pronto a sfruttare a suo favore i sacrifici di tanti cittadini onesti che hanno creduto in una sinistra ormai degradata ed immorale. Furbo a sfruttare l’immagine di Matera eletta a Capitale della Cultura 2019 senza che se ne sono resi conto e quando il ministro delle infrastrutture Del Rio è venuto a Potenza si è steso come tappetino e si è fatto camminare addosso. Gente inutile e dannosa alla Regione. Incapaci e servili alle logiche di potere, rimangono i nostri più temibili nemici da battere. Servirebbe oggi più che mai la nostra unione di popolo per battersi sui sani principi della salvaguardia del nostro territorio contro la devastazione e l’invasione delle multinazionali del petrolio che si lasciano dietro solo morte e distruzione del territorio.