Nel corso del Consiglio regionale il presidente della Regione Basilicata ha chiesto di aggiornare la discussione sulla richiesta di Referendum presentata dal Movimento 5 Stelle ad una prossima seduta, dopo gli incontri istituzionali già programmati fino a settembre con i massimi rappresentanti delle Regioni interessate e con l’esecutivo nazionale.
“Non abbiamo pregiudizi o contrarietà nei confronti della proposta di un Referendum abrogativo, ma riteniamo importante che in questa fase debba prevalere il dialogo avviato con il governo nazionale, insieme alle altre Regioni italiane”.
Lo ha detto oggi, nel corso della seduta del Consiglio regionale, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, in riferimento alla proposta di Referendum abrogativo dell’art 35 del Decreto Passera, degli articoli 35, 37 e 38 dello Sblocca Italia, promossa dal M5S Basilicata, e presentata in Consiglio dal capogruppo del M5S, Gianni Perrino. “Sull’argomento, come è noto – ha spiegato il governatore lucano – c’è stato a Termoli, dopo Policoro, un incontro dei Presidenti di sei Regioni del Mezzogiorno d’Italia. Domani a Roma incontreremo il sottosegretario Vicari; sono previsti altri incontri. Ne abbiamo programmato uno a Bari per il 18 settembre, in occasione tra l’altro della Fiera del Levante. Abbiamo deciso – ha spiegato Pittella – di interloquire con il governo, tra l’altro convocati dall’esecutivo nazionale sull’argomento, ma anche di non escludere l’ipotesi referendaria qualora le nostre istanze sul tema non dovessero essere recepite. Alla luce di questo ragionamento e di quanto messo in campo, così come già preannunciato, riterrei utile – ha detto ancora – aggiornare la discussione, nei tempi ovviamente consentiti, nell’eventualità anche di ricorrere, attraverso lo strumento referendario, rispetto ai temi che si sono sviluppati nelle discussioni in Consiglio e fuori”.
Gianni Leggieri, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: “Ancora una volta i fatti hanno dimostrato chi è contro il petrolio e chi invece continua ad ingannare il popolo lucano”.
Su richiesta del Movimento 5 Stelle di Basilicata oggi si è discusso su una richiesta di referendum ex art. 98 del regolamento del consiglio per arrivare all’abolizione degli artt. 35, 37 e 38 della Legge Sblocca Italia e sulla mozione avente ad oggetto la istituzione di una commissione speciale d’inchiesta sulle estrazione petrolifere in Val d’Agri.
Due proposte volte ad affrontare il problema delle estrazioni petrolifere ridando voce e potere ai cittadini e ristabilendo legalità e certezza in questa Regione.
Due richieste difficili da digerire da parte di una maggioranza che è schiava dei vincoli imposti dal governo centrale ed incapace di salvaguardare gli interessi della comunità lucana.
Così accade che, incapaci di svincolarsi dai diktat provenienti dall’alto, i consiglieri di maggioranza le provano tutte pur di arrivare a non decidere.
Ed ancora una volta, come succede sempre in consiglio regionale quando si parla di petrolio e si devono assumere decisioni concrete e non fare solo proclami, il Presidente Pittella e la sua maggioranza chiedono di non discutere nel merito e di rinviare tutto a settembre (stessa strategia utilizzata per impedire l’impugnazione dello Sblocca Italia lo scorso 4 dicembre). Così, la proposta referendaria elaborata dal Movimento 5 Stelle viene spedita in commissione, parcheggiata e, di fatto, bloccata per evitare che si avvii quella pericolosa macchina chiamata democrazia o voto referendario. Una macchina pericolosa per chi è contro il petrolio solamente a chiacchiere e non nella realtà. Una macchina insidiosa perché costringe i politici a prendere posizioni, a schierarsi, ad impegnarsi seriamente e concretamente, ma anche attivamente, per dimostrare la contrarietà al petrolio.
Sorte non diversa, anzi peggiore, viene riservata alla mozione sulla commissione d’inchiesta. La mozione infatti è stata bocciata e liquidata velocemente senza alcuna discussione.
Una mozione che doveva servire a dare una risposta semplice ad una domanda altrettanto semplice: sono state utilizzate in Val d’Agri tecniche di estrazione del petrolio contrarie alla normativa nazionale ? Una domanda semplice, ma evidentemente troppo scomoda per chi la sera è contro il petrolio, mentre il giorno dopo dimostra con i fatti di essere parte del sistema dell’oro nero.
E’ evidente che oggi, ancora una volta, abbiamo avuto la dimostrazione che l’attuale maggioranza, il Partito Democratico di Basilicata in primis, ma non solo, gioca una partita doppia, fatta di proclami da una parte per tenere buoni i cittadini e le comunità locali in agitazione e di atti che smentiscono quei proclami.
Ancora una volta la maschera è stata gettata, la maggioranza e il suo governatore hanno dimostrato l’assoluta sottomissione al Governo nazionale e ai voleri delle multinazionali del petrolio.
A questo punto la parola passa ai cittadini, alle comunità locali ai comitati, alle associazioni e a tutti coloro che hanno veramente voglia di difendere questa Regione della colonizzazione dell’oro nero”. Abbiamo il dovere di mandare a casa questa classe politica assolutamente inadeguata. Abbiamo il dovere di chiedere con forza le dimissioni del Presidente Pittella, di tutta la sua Giunta e della sua maggioranza. Questa Regione merita una classe politica fatta di persone veramente interessate a difendere i cittadini lucani e il territorio e non di acrobati di mestiere che svendono ogni giorno la nostra regione al miglior offerente”.
Gianni Leggieri, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle
Gianni Perrino, capogruppo e consigliere regionale Movimento 5 Stelle: “Pittella e PD si rifugiano nell’ennesimo rinvio: la proposta M5S di referendum abrogativo dello Sblocca Trivelle e Inceneritori rispedita in commissione consiliare”.
Più passa il tempo, più il consiglio regionale di Basilicata assomiglia all’ottavo cerchio, ottava bolgia dell’inferno di Dante, quella in cui il sommo poeta colloca i “consiglieri fraudolenti”: peccatori che vagano avvolti in una fiamma a forma di lingua, che si ravviva ogni qual volta i “dannati” parlano. Per la legge del contrappasso dantesco, coloro che per dare cattivi consigli usarono la lingua, proprio da lingua di fuoco vengono consumati per l’eternità. Una fiamma del tutto simile a quella raffigurata nel noto logo del cane a sei zampe. E la stessa che di tanto in tanto si sprigiona, altissima e inquietante, dal Centro Oli di Viggiano.
Anche oggi, dinanzi alla proposta del M5S Basilicata di deliberare la richiesta il referendum abrogativo degli articoli 35 Decreto Sviluppo e degli articoli 35, 37 e 38 dello Sblocca Trivelle e Inceneritori, si è assistito all’ennesimo stucchevole teatrino bipartisan con l’unico obiettivo quello di “decidere di non decidere”. Mai come adesso tornano alla mente le parole di Dino Buzzati (l’autore de “Il Deserto dei Tartari”): “molto spesso avevo l’idea che quel tran tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita”. Ancora un inutile perdita di tempo prezioso su una questione vitale per i lucani e la Basilicata: bloccare le trivelle in mare e in terra, stoppare la proliferazione degli inceneritori di rifiuti.
Il M5S Basilicata lo aveva preannunciato in qualche modo nei giorni scorsi: questa scelta dilatoria era tutta nella fuffa oratoria del trio Pittella, Lacorazza e Cifarelli. La maggioranza pittelliana aveva già deciso di rinviare la nostra richiesta al vaglio della commissione competente per una sua (eventuale) approvazione entro il 30 settembre 2015. Si ripropone lo stesso, identico copione che, davanti ai sempre più gravi problemi posti dal petrolio in Basilicata, ha finora partorito obbrobri come quella del 4 dicembre 2014: pittelliani e piddini non trovano ancora sufficiente coraggio per dare un segnale chiaro e forte alle multinazionali petrolifere e al loro capo fiorentino, Renzi. Lasciano, ancora una volta, da solo il M5S di Basilicata a gridare: “Giù le mani dal nostro mare, dalla nostra terra, la Basilicata non si tocca!”.
Quello del M5S non era uno “scatto in avanti” (per dirla alla Cifarelli), ma uno “scatto di orgoglio e di dignità”: la proposta di referendum rappresenta la volontà di ridare voce ai lucani e alla Basilicata, ponendola come capofila delle regioni italiane che vogliono lottare contro l’invasione dellle piattaforme petrolifere in mare, delle trivelle e inceneritori in terra.
Arduo accettare lezioni politiche da Giannino Romaniello: a parte la complicata decifrazione del suo criptico intervento, l’ex SEL ha ammesso che non impugnare l’art 38 è stato un gigantesco errore, dimenticando di essere stato complice di quella “non” scelta scellerata. Non accettiamo lezioni di politica nemmeno dal decano del Consiglio Regionale lucano, l’animale politico (absit iniuria verbis) Francesco Mollica che, dopo entusiasticamente aver sottoscritto la nostra richiesta, ha fatto da sponda alla maggioranza, esibendosi in un imbarazzante triplo salto carpiato all’indietro, all’insegna del volemose bene(forse Lacorazza si ispira a lui quando lancia i suoi accorati appelli all’unità).
In questo torrido pomeriggio di fine Luglio, non si segnala nessuna novità per i cittadini lucani: questi signori consiglieri regionali continueranno a blaterare sui presunti successi, su inesistenti vittorie e su appelli all’unità traditi dai fatti. Avremmo voluto vedere un pizzico dell’impegno che hanno messo in campo per ‘salvare’ il comune di Potenza dal fallimento: viene tratto in salvo chi ha causato il disastro finanziario a spese dei cittadini e della comunità lucana.
Cari Pittella, Lacorazza, Cifarelli, Mollica e Romaniello, ricordate che “neppure l’astuzia più fina può sottrarsi alle leggi della giustizia e della ragione” (Ettore Bonora).
Gianni Perrino, capogruppo e consigliere regionale Movimento 5 Stelle