“In questi diciotto mesi in cui ho avuto l’onore di essere assessore ho avuto la possibilità di conoscere meglio e in maniera più approfondita questa regione, soprattutto le sue enormi potenzialità, sebbene frenate da alcune debolezze molto spesso strutturali”. Con queste parole, l’assessore della Basilicata a Sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Raffaele Liberali, ha iniziato oggi la sua relazione in Consiglio regionale sulle “azioni di sostegno e rilancio del Sistema produttivo”. “La Basilicata – ha proseguito Liberali – ha accusato il periodo di crisi, anche per alcune specificità strutturali: lo storico e consolidato ritardo infrastrutturale; la forte dipendenza delle imprese dalla pubblica amministrazione; la presenza limitata di grandi gruppi industriali concentrata in pochi settori produttivi. Accanto a debolezze intrinseche, non vanno però trascurati alcuni asset importanti” a partire dal “bacino di competenze: il tasso di partecipazione all’istruzione secondaria superiore, al 2011, era ad esempio del 116 per cento, fatta pari a 100 la media nazionale”.
“Nel settore lavoro – ha continuato l’assessore – in attuazione della legge regionale 1/2009, al fine di favorire l’insediamento, l’ampliamento, la ristrutturazione, la riconversione di imprese e impianti produttivi, il mio assessorato ha continuato a gestire ed ha finalizzato i tre bandi (Bando Val Basento-Matera, Bando Val D’Agri, Manifestazione di interesse “Piani di Sviluppo Industriale) ed i quattro avvisi pubblici per la reindustrializzazione dei siti produttivi inattivi (ex Cutolo del comune di Atella, l’ex Mecom di Senise, l’ex lucana metalli del di Melfi e l’ex Lucana calzaturificio di Maratea) nonché i tre bandi emanati da Invitalia nell’ambito dell’Accordo del distretto del mobile imbottito. Facendo tesoro dell’esperienza maturata e delle debolezze evidenziate – ha proseguito Liberali – ad inizio aprile è stato approvato l’avviso pubblico per i piani di sviluppo industriale attraverso lo strumento di incentivazione del Pia per un importo di 65 milioni di euro”.
Nel settore dell’energia “sono state realizzate varie iniziative, come l’avviso per la concessione di agevolazioni per la realizzazione di interventi per il contenimento dei consumi energetici degli edifici pubblici e degli impianti di illuminazione”, o il recente avviso “contributi per interventi di risparmio energetico su unità abitative private”, che con dotazione iniziale di 10 milioni di euro”.
Liberali si è poi soffermato sugli aspetti infrastrutturali. “Grazie alle procedure negoziali avviate con gli enti locali e i Consorzi industriali, si è puntato al completamento infrastrutturale di diverse aree artigianali e industriali”. Per quanto riguarda la banda larga “attualmente la regione è coperta territorialmente per circa il 95 per cento, mentre per la banda ultralarga a servizio delle aree per insediamenti produttivi, allo stato attuale già due zone industriali, Jesce e La Martella ne sono dotate di banda ultralarga e si prevede di estendere tale dotazione ad altre quattro aree (Tito, Pisticci, Melfi e Viggiano) entro fine 2016”.
Per il sostegno al credito Liberali ha ricordato che “l’avviso pubblico del 2013 per selezionare sei Consorzi Fidi operativi in Basilicata, il fondo di micro credito, dotato di importo iniziale di 15 milioni di euro ed il fondo rotativo con una dotazione iniziale di 7,5 milioni di euro”.
“È chiaro però – ha messo in guardia Liberali – che non tutto si può risolvere con interventi, sebbene importanti, relativi solo agli investimenti economici o finanziari. Per questo motivo, si ritiene utile evidenziare gli avvisi pubblici nel settore della formazione continua o le diverse tipologie di intervento a favore dell’internazionalizzazione economica, tra cui il Progetto Distretti Basilicata in Clusters”.
L’assessore ha poi evidenziato che “per avere un sistema produttivo solido è necessario introdurre un opportuno impianto legislativo in grado di sostenere tali processi. Per questo motivo, dall’entrata in vigore della legge regionale n. 1/2009 sulla competitività del sistema produttivo regionale – ha spiegato – si è susseguita un’intensa attività legislativa. E’ stato approvato dalla giunta, ad aprile, il disegno di legge organica in materia di Artigianato. A questo si aggiunga l’approvazione da parte della giunta un anno fa del disegno di legge “Sistema Integrato per l’Apprendimento Permanente ed il sostegno alle transizioni nella vita attiva (Siap)”. Sono poi in fase i predisposizione da parte del Dipartimento ulteriori disegni di legge, come quelli sul Codice del Commercio; sull’internazionalizzazione delle imprese; sulle “disposizioni in materia di efficienza energetica degli edifici”. “Ora spetta al mondo imprenditoriale lucano, al sistema della ricerca, agli operatori economici reagire con proposte che si rivelino sostenibili, finanziariamente solide e di respiro pluriennale, perché basate su analisi di mercato e business plan credibili. Solo in questo modo – ha concluso – sarà possibile guardare con fiducia allo sviluppo futuro del nostro sistema produttivo”.
BENEDETTO (CD): DI QUESTO PASSO IN BASILICATA CI VORRANNO 52 ANNI PER TORANARE AI LIVELLI PRODUTTIVI-OCCUPAZIONALI DEL 2008
“I dati della relazione dell’Assessore Liberali letti oggi in aula non solo non contengono informazioni essenziali come il numero di occupati prodotti dai bandi pubblicati dal Dipartimento Attività Produttive nell’ultimo anno e mezzo ma risultano superati rispetto alla realtà industriale e delle piccole e medie imprese. E se non bastasse proprio il Corriere della Sera sulla base dell’analisi del Fmi (Fondo Monetario Internazionale) ha diffuso un rapporto sui posti persi complessivamente in Basilicata con la crisi: dal 2008 ad oggi sono 12mila (il 6,2%)”. Lo ha detto il capogruppo di Centro Democratico in Consiglio Regionale Nicola Benedetto che ha regalato all’assessore Liberali una copia del Rapporto Bankitalia 2014 sull’economia regionale della Basilicata in modo – ha detto – “da avere un quadro realmente aggiornato della situazione”.
“Anche il Ministro Padoan, smentito ancora una volta dal Fmi – ha aggiunto – va ripetendo che la ripresa è dietro l’angolo. Purtroppo se si analizzano i dati veri a far data dal 2008 e si proiettano a ad oggi possiamo calcolare che ci vorranno in Basilicata 52 anni per tornare ai livello produttivi ed occupazionali del 2008. Il rapporto del Fondo Monetario è più benevole e parla di 20 anni per ridurre nel nostro Paese il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi. Resta pertanto una situazione di grande difficoltà per cittadini, giovani ed imprese. Pur volendo stendere – ha proseguito – un pietoso velo di silenzio sul passato della gestione del Fesr e degli altri strumenti di spesa, continua a preoccuparci il futuro della programmazione dei fondi comunitari per il sessennio 2014-2020. Se si segue il percorso del Bando Pia con richieste perentorie fortemente penalizzanti per le pmi e tempi di espletamento tutti da verificare le nostre preoccupazioni sono destinate a crescere. Quanto poi all’individuazione di nuove aree per insediamenti produttivi, l’unico modo per garantire l’attrattività è quello di scegliere la location più adatta. La verità è che nonostante l’impegno solenne contenuto nell’Assestamento di Bilancio 2014, l’allargamento dell’area Valbasento comprendendo l’area dell’ex Consorzio Felandina all’incrocio tra Basentana e 106 jonica non ha trovato pratica attuazione nonostante parliamo di un’area che dista 20 minuti dal porto di Taranto e un’ora dall’aeroporto di Bari”. Benedetto ha quindi invitato l’assessore Liberali a girare il territorio, conoscere la realtà del mondo produttivo, comprendere le problematiche e intensificare l’attivitànon solo nell’ufficio e nei convegni.
Consigliere regionale Michele Napoli (Forza Italia) su relazione assessore Liberali: “Non inversione di tendenza”
“Ha senza dubbio ragione l’assessore Liberali laddove descrive la Basilicata come una regione stretta nella morsa di una crisi, lunga e pervicace, che ha lasciato sul campo troppi morti e feriti. Insomma, niente più negazionismo come invece accaduto in passato”. Lo ha affermato il capogruppo di Fi, Michele Napoli durante il suo intervento in Aula dopo la relazione dell’assessore alle attività produttive sullo sviluppo e competitività del sistema produttivo lucano.
“Quali sono le soluzioni alla crisi prospettate? Quale l’idea di rilancio per l’economia lucana”? Queste le domande che si pone il consigliere soffermandosi in particolare sugli “indicatori macroeconomici che, riferiti al 2013, non danno contezza della attuale situazione economica e sociale della Basilicata. L’operazione verità vuole che si dica che la contrazione del Pil della regione, dall’inizio della crisi ad oggi, è stata di 16,3 punti, qualcosa come 1 miliardo e 674 milioni di euro (fonte Confindustria) in termini assoluti. Non quindi 13 punti, che è un dato non veritiero ed avulso dal contesto territoriale”.
Napoli ha fatto poi riferimento allo stabilimento Inpes, che ha chiuso i battenti due anni fa ed i suoi 123 dipendenti sono in cassa integrazione guadagni e non all’interno dello stabilimento. “Può l’assessore alle Attività produttive – si è chiesto – riferire all’Aula sullo stato dell’economia lucana ed ignorare che quello è un sito non attivo? È mai possibile procedere senza una puntuale ricognizione dello stato di fatto in cui versano i siti produttivi attivi? Si può mai credere al rilancio dell’economia quando ad annunciarla è colui il quale non ha neppure contezza di circostanze di dominio pubblico”?
“L’assessore – ha ancora detto Napoli – parla di export, della sua ripresa nell’ultimo anno. Anche qui partiamo dai dati oggettivi, ovvero dalla crisi drammatica delle esportazioni regionali. Nell’arco temporale 2007-2013 la variazione percentuale negativa è stata pari a -52,4 per cento, il dato medio nazionale + 7 per cento e quello del Mezzogiorno + 2,4 per cento (fonte Confindustria).Per quanto riguarda l’internazionalizzazione siamo da molti, troppi, anni all’ultimo posto della classifica europea (fonte Eurostat)”.
“Siamo di fronte – ha aggiunto – ad una politica rispetto alla quale non si riscontra alcuna significativa inversione di tendenza. E perseverare nella proposizione di un modello siffatto significa peggiorare lo stato del sistema produttivo lucano. Ma c’è di più, leggo di una società di rating esterna che dovrebbe procedere alla valutazione delle manifestazione di interesse sui nuovi piani di investimento. Potrebbe avere il mio plauso a patto e condizione che qualcuno, a cominciare dall’Assessore e dal Presidente della Giunta dica a chiare lettere che gli uffici ’industria’ hanno nel corso degli anni dato prova della assoluta loro inadeguatezza, dando il player ad iniziative che di industriale avevano ben poco”.
“Per favorire e per promuovere l’apertura del sistema produttivo regionale ai mercati internazionali – ha continuato Napoli – occorre anche una profonda riconversione del ruolo e delle funzioni dei consorzi industriali, al fine di renderli più adatti alle esigenze totalmente nuove della globalizzazione economica. Riformare i consorzi non significa solo risanamento dei bilanci. Significa anche far assumere loro la consapevolezza della necessità di fornire alle imprese quei servizi ad elevato valore aggiunto di cui esse oggi hanno bisogno. Tra questi incentivare la crescita degli insediamenti produttivi in maniera tempestiva, attraverso l’attività formativa in tema di innovazione di processo o di prodotto, quella di marketing territoriale, quella di ricerca mediante convenzioni con le università o con centri di ricerca privata e quelle in materia di internalizzazione”.
“Queste le esigenze sacrosante – ha concluso l’esponente di Forza Italia – per il nostro tessuto produttivo affinché superi handicap ben precisi e tristemente noti: scarsissima apertura ai mercati internazionali, eccessiva frammentazione, dimensioni ridotti delle aziende e una non più sostenibile dipendenza dell’apparato produttivo dal sistema regionale dei sussidi e degli aiuti. E’ ora che le imprese delle Basilicata ‘imparino a camminare con le proprie gambe’, e che le istituzioni regionali si limitino a porre in essere le condizioni di contesto per la nascita e lo sviluppo delle stesse. Ciò che devono fare i consorzi per dirsi realmente al servizio delle imprese e delle esigenze vitali del territorio, è supportare le imprese nella ricerca e nella individuazione dei fondi europei (anche e soprattutto a prescindere dai programmi nazionali o regionali)”.