Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità, in una nota affronta il problema della discarica di Pisticci.
Di seguito la nota integrale.
Abiusi (Ambiente e legalità): “C’è chi ha il pozzo petrolifero e chi la discarica”
In un periodo di vacche magre ognuno si arrangia come può. In Val d’agri i comuni di quel comprensorio godono delle royalties rivenienti dalle estrazioni petrolifere; all’epoca della nascita di Acquedotto Lucano alcuni comuni che disponevano di sorgenti le cedettero all’organo tecnico regionale previo compensazioni; all’epoca degli incentivi smisurati molti comuni si sono avvantaggiati con le “compensazioni ambientali” rivenienti dalla istallazione dei Parchi Eolici. Oggi anche quella manna è finita, non già le laute sovvenzioni pagate ai gestori e che gravano sulle tasche dei consumatori anche per il 13%. Il Comune che non ha il pozzo di petrolio o la sorgente di acqua o le compensazioni per le FER -Fonti Energetiche Rinnovabili- si inventa la discarica, se può, come fonte di finanziamento integrativo. Finita l’epoca delle discariche comunali e del buco nero dove si buttava di tutto ed in maniera incontrollata e nata la discarica comprensoriale che raccoglie i rifiuti di diversi comuni tutti intendi a non differenziare e a non recuperare il rifiuto. Queste ultime discariche sono controllate in maniera cartacea e cioè hanno una apposita AIA- Autorizzazione Integrata ambientale- con delle precise prescrizioni di gestione alle quali ci si dovrebbe attenere. Vi è poi una distinzione molto importante, per la magistratura ma giuridicamente irrilevante, tra discarica pubblica e quella privata, per le prime si chiudono anche tutti e due gli occhi e l’AIA può essere disattesa sulle seconde la censura è inflessibile. E’ una distinzione giuridicamente irrilevante perchè entrambe, autorizzate, svolgono un servizio pubblico ma la prassi ricorrente è quella della distinzione non giustificata, peraltro, né dai costi né dall’efficienza. Non facciamo riferimento alla discarica di La Martella che ha avuto licenza di navigare sul percolato e non rispettare l’ AIA scaduta da tempo immemorabile- 3 anni e mezzo-. A Pisticci opera la discarica di La Recisa, l’unica in tutta la Provincia di Matera, fino al 23 Luglio operava in deroga a quanto stabilito dalla legislazione nazionale sui trattamenti minimi da eseguire e cioè i rifiuti non venivano tritovagliati e l’umido non era stabilizzato . Tutto questo sembrava essere concesso da alcuni comma di un articolo di legge regionale che sono stati impugnati presso la Corte Costituzionale che ha sentenziato la loro illegittimità e quindi non vi sono più deroghe.
In Basilicata, piuttosto periferica, rispetto al sistema centrale le notizie arrivano in ritardo e non sempre. Il risultato è che la discarica di Pisticci sembra continui ad operare adesso in maniera illegittima ed i cittadini pisticcesi che hanno trovato il modo per rimpinguare il bilancio pubblico ne sono ben lieti ed anche il privato che gestisce la discarica trova il suo beneficio facendo lievitare i prezzi di conferimento perchè opera in regime di monopolio. Basilicata terra da Far-West!
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità