Sono trentaduemila le aziende lucane che saranno valorizzate e rilanciate dalla legge regionale sull’olivicoltura approvata nei giorni dal Consiglio regionale di Basilicata.
La nuova norma, “Disciplina concernente la tutela e la promozione dell’olivicoltura regionale e norme per l’abbattimento e il taglio degli alberi di olivo” va a sostenere il settore olivicolo che in Basilicata, su circa 27 mila ettari di territorio (6 per cento della Sau), costituisce un patrimonio dalle grandissime potenzialità.
“Dobbiamo scommettere su ricerca, sperimentazione e divulgazione – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia – oltre che puntare su una significativa aggregazione di produttori per dare luogo a utili filiere e formare nuovi addetti al comparto. Sono certo che l’approvazione di questa importante legge sarà fautrice della realizzazione del Consorzio unico regionale dei produttori, che tra gli obiettivi, vede anche il marchio unico collettivo di olio extravergine di oliva denominato “Lucano” per poi arrivare al riconoscimento del Marchio Igt. Condizioni che se realizzate porteranno significativi successi alle produzioni della Basilicata”.
La nuova normativa sulla olivicoltura lucana giunge tredici anni dopo quella approvata nel 2002 e va ad adeguare il comparto alle esigenze di innovazione e di competitività che i produttori hanno più volte espresso al governo regionale.
“Oltre che favorire le produzioni di alta qualità – ha continuato Braia – abbiamo l’esigenza di semplificare le procedure per l’estirpazione degli olivi non secolari che ricadono in zone non vincolate (e a tal proposito saranno varate presto linee guida) ormai improduttivi o gravemente compromessi da patologie irreversibili. Il dettato normativo, approvato a larghissima maggioranza, ha riscontrato ampia convergenza degli operatori del settore e delle associazioni di categoria e va, pertanto, in quella che era la direzione auspicata dal mondo rurale”.
La legge prevede tra l’altro, l’istituzione di una commissione tecnica permanente nell’ottica di una condivisione operativa che vedrà il coinvolgimento, oltre che del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali, anche di quello all’Ambiente, nonché di Alsia, Università di Basilicata, delle organizzazioni dei Produttori Olivicoli lucani e dei titolari dei frantoi che in Basilicata sono oltre 140. Il principale compito sarà quello di redigere il programma triennale delle attività in linea con il Piano olivicolo nazionale di recente approvazione e di spingere verso le azioni di tutela, valorizzazione e promozione del settore olivicolo lucano che oggi produce circa 31.500 tonnellate di olive e circa 6 mila tonnellate di olio.
Il testo di legge, infine, prevede un’idonea difesa fitosanitaria nell’ottica della sostenibilità, la conservazione degli ulivi secolari, l’ottenimento di marchi di qualità e di origine, la valorizzazione del germoplasma olivicolo regionale e la realizzazione di nuovi impianti di oliveti.