Pietro Sanchiro, coordinatore Italia Unica: all’hastag il sud siamo noi di Pittella preferisco il sud siamo anche noi.
All’hastag #ilsudsiamonoi lanciato da Pittella che, prima di candidarsi a diventare l’uomo di Renzi al Sud farebbe bene a guardarsi le spalle dalla concorrenza di De Luca, preferisco #ilsudsiamoanchenoi. Quelli che non occultano la verità descritta da Svimez: dal 2000 al 2013 il Sud del nostro Paese è cresciuto meno della Grecia e si trova ormai in una situazione di sottosviluppo strutturale, con un cittadino su tre in povertà e nascite ai minimi da 150 anni. Quelli che hanno raccolto il grido d`allarme che è stato ripetutamente e testardamente ignorato per anni da quanti sono accorsi nel Mezzogiorno solo per raccogliere e mai per investire, considerando l`Italia un Paese a trazione nordista e relegando il Meridione a bacino di consenso, peraltro sempre meno convinto visti i picchi dell`astensione. Quelli che sono convinti che ora che tutte le regioni del Sud sono in mano al Pd e alla sinistra diventa davvero difficile per Renzi sfuggire alle accuse di immobilismo e indifferenza che vengono rivolte dai cittadini, dalle associazioni e dalle poche imprese che testardamente resistono. Quelli che non sono persuasi dal “monologo” di Pittella sui successi magari miracolosamente raggiunti con un Assestamento di bilancio che per primo giudica “asciutto”. Quelli che registrano che da noi ad emigrare ormai non sono più solo le persone, sono i sogni. Italia Unica vuole combattere questo menefreghismo vergognoso e lanciare una grande mobilitazione per ridare al Sud il ruolo che merita, leva di rilancio e sviluppo in grado di portare benefici a tutto il Paese. L’Italia non è tutta uguale. Bisogna costruire un progetto a lungo termine individuando delle macroaree di sviluppo differenziato a seconda delle risorse di quel territorio. Le proposte di Italia Unica per il Sud sono molte e ben strutturate: riorganizzazione della Pubblica Amministrazione meridionale, con analisi delle attività dei vari organismi locali distinguendo fra quelli inutili e inefficienti; strategie di interventi per colmare il ritardo strutturale delle infrastrutture; l’agricoltura è una risorsa straordinaria per le regioni meridionali ma è una realtà poco conosciuta e proprio per questo il recupero e la valorizzazione delle imprese potrebbero costituire un settore di traino per lo sviluppo del Sud; infine, il Turismo e la Cultura come dimostra Matera (e non solo). Il Sud è ricco di microcosmi culturali da valorizzare in tutte le declinazioni che rappresentano la vitalità e le eccellenze della popolazione. Il dato più rilevante di ciò che è mancato in questi anni nel Meridione è stato l’avvio di un processo di crescita autopropulsivo, non dipendente dall’intervento pubblico. Sessant’anni di interventi più o meno straordinari hanno creato una cultura dell’assistenza e della dipendenza, invece di dare vita alla creazione di un sistema produttivo efficiente, un fiume in piena di contributi pubblici in questi anni hanno prodotto un avvelenamento del tessuto produttivo facendo crescere in maniera esponenziale la corruzione a discapito di una politica sana di investimenti.