Nessuno dei sei borghi lucani tra i più belli d’ Italia (Acerenza, Castelmezzano, Guardia Perticara, Pietrapertosa, Venosa, Viggianello) figura nella classifica dei 158 “borghi felici” stilata dal Centro studi Sintesi, sulla base di 47 indicatori del Bil (Benessere interno lordo). Senza scomodare nuovamente la teoria del Presidente Pittella sulla “sindrome della tristezza” che serpeggia nelle nostre comunità e al di là di interpretazioni tra il sociologico e l’analisi economica è comunque la ri-prova che “bello” non coincide con “felice” fino a quando il turismo non diventa attività economiche e lavoro. A sostenerlo è Arturo Giglio, segretario del Centro Studi Turistici Thalia a sostegno della tesi che nonostante le indiscusse bellezze naturalistiche, ambientali, paesaggistiche storico-monumentali, artistiche, a cui aggiungere l’attrazione della gastronomia e dei prodotti tipici, nei nostri sei borghi selezionati rigorosamente dall’Associazione nazionale il turismo non produce ancora ricchezza e di conseguenza felicità. Il Sole 24 Ore spiega il significato della classifica del Centro studi Sintesi. Dall’analisi di un insieme assai variegato di variabili statistiche si ottiene una spremitura di qualità: la base di partenza è costituita dagli 8.047 Comuni italiani riconosciuti dall’Istat; poi, attraverso una scrematura incrementale si arriva a una selezione di 158 Comuni. Un drappello di piccoli paesi caratterizzati da una qualità del benessere mediamente superiore al resto d’Italia.Ai primi tre posti tre comuni della provincia di Bolzano con primo Brunico, grazie soprattutto «agli importanti risultati in termini di condizioni di vita materiali (il reddito Irpef medio è il più elevato registrato dai 158 Comuni selezionati e anche i depositi pro capite sono nettamente superiori alla media) e al primato nel campo ambientale (forte incidenza di auto a limitate emissioni inquinanti).
Per il presidente del C.S. Thalia Piero Scutari “siamo di fronte ad una nuova lezione: il Turismo è il comparto che più di tutti in Basilicata può generare crescita e nuovi posti di lavoro. ci vogliono validi strumenti, mettere in pratica strategie, ampliare il prodotto, intervenire sulle strategie di marketing e commercializzazione , rafforzare gli elementi che fanno parte delle caratteristiche e delle competenze del territorio, lavorare sui servizi, sulla qualità , ci vuole assolutamente un cambio di passo , se non si procede in una nuova progettualità inevitabilmente si inibiscono le possibilità di crescita. Si è puntato un po’ troppo su progettualità immaginative che non avevano riscontri né con le risorse umane, ne con le tradizioni, mettendo in secondo piano le fondamenta delle logiche del mercato turistico, questo con i mutamenti del mercato, non ha dato i risultati sperati, urge una nuova fase progettuale capace di dare slancio e possibilità alle potenzialità vere del turismo Lucano.
Questa è la sfida che aspetta al Presidente Pittella, dare opportunità per il turismo di questa Regione, come ogni sfida, sono necessari cambiamenti, evoluzione, confronto, e mai come adesso offrire opportunità a coloro che vogliono essere attivi nelle creare attività turistiche. E nel cambio di passo che invoco per il turismo lucano c’è anche una strategia di marketing del turismo del Sud. Mi spiego: oggi il turismo in tutte le regioni meridionali messe insieme raggiunge quasi 24 milioni di pernottamenti l’anno che, per avere un’idea del suo potenziale inespresso, sono leggermente superiori a quanti ne realizza solo l’isola di Creta (19 milioni) o la Costa Azzurra-Provenza (21 milioni). E’ evidente che una piccola regione come la nostra che non ha aeroporti e porti deve fare rete innanzitutto con Puglia e Campania. La nostra proposta: il Presidente Pittella incontri i colleghi delle Regioni del Sud per affrontare anche quest’aspetto del turismo interregionale, prevedendo l’utilizzo dei nuovi Programmi regionali FESR 2014-2020 in pochi progetti comuni, per reggere la concorrenza di altre Regioni ed aree dell’Europa, su tutte le isole Baleari (Spagna), che da tempo fanno “rete” e “sistema” con la formula dei prezzi bassi e qualità di servizi. E’ una delle condizioni perchè anche i nostri borghi oltre ad essere belli siano felici”.
Caro Piero, (penso tu sia il figlio del Sen. Donato) quanto dici è giusto. Secondo me il vero problema è Potenza che non lascia un minimo di progettualità ad altri centri perchè proprio Potenza in quanto tale non offre nulla. I borghi che citi sono bellissimi ed andrebbero messi in rete e fare sistema con Matera che offre molte più opportunità che Potenza. Creare degli itinerari turistici comprendendo i borghi citati con altri centri della provincia di Matera e la stessa Matera. Lo sforzo che stanno facendo i borghi da te nominati sono enormi e sono convinto che se non producono (per ora) ricchezza, sicuramente gli abitanti sono FELICI di viverli nella stessa maniera, se non meglio, dei borghi che sono classificati ai vertici di questa “ideale classifica”.
nino silecchia