La mostra fotografica di Notarangelo, curata dall’Associazione pasolini di Matera in collaborazione con l’Associazione “Pensiero Attivo” di Ferrandina, verrà esposta a Miglionico dal 23 al 31 agosto, a Grassano dal 3 al 12 settembre e a Ferrandina dal 14 al 20 settembre.
Una mostra fotografica riporta il nome di Carlo Levi alla memoria del suo rapporto con la Lucania a ottant’anni dal suo confino ad Aliano nel 1935. Si tratta di scatti realizzati da Domenico Notarangelo che negli anni Sessanta tornò a mettersi sulle tracce dell’illustre pittore e scrittore torinese a trent’anni dal suo soggiorno lucano. In quegli anni il fotografo materano fissò immagini irripetibili che richiamavano alla memoria luoghi e volti che Levi aveva descritto nel suo celebre libro e ritratto nei sui quadri.
Fu l’anno in cui venne mandato al confino dal fascismo, dapprima a Grassano e subito dopo ad Aliano dove ci restò per meno di due anni. E nel piccolo e sperduto paese lucano maturò uno dei capolavori della letteratura contemporanea. Infatti Levi, di ritorno da Aliano, pubblicò nel 1945 Cristo si è fermato a Eboli. Ma nel periodo del confino, Carlo Levi realizzò anche una serie di quadri destinati a illustrare non solo le condizioni di vita dei contadini meridionali, ma anche la loro anima più profonda e meno conosciuta. La produzione lettterario e artistica di Carlo Levi dovevano poi riaccendere il dibattio sul meridionalismo che ancora oggi fa discutere: una pagina tuttora aperta e insoluta, resa attuale dal recente riconoscimento di Matera quale Capitale della Cultura Europea 2019.
Ancora legato al nome di Carlo Levi un’altra ricorrenza richiama la data della sua scomparsa nel gennaio del 1975. Sono trascorsi quarant’anni da quella data e a testimoniare il legame inscindibile fra lo scrittore e pittore torinese con la Lucania, resta oggi la tomba che accoglie le sue spoglie mortali nel piccolo camposanto di Aliano. Il popolo alianese continua ancora oggi a tributare al suo figlio adottivo segni di gratitudine con iniziative di rilievo nazionale. Il nome e la memoria di Levi sono ricordati in modo diffuso in tuttla la Lucania. Strade e scuole sono intitolate al suo nome. È già molto, ma non abbastanza. Matera è debitrice di ben più ampi riconoscimenti all’intellettuale che per primo illustrò dinanzi agli occhi stupefatti del mondo la realtà cruda e drammatica di un popolo costretto a vivere nelle grotte della vergogna in condizioni disumane. Non c’è alcun dubbio che proprio grazie all’opera letteraria di Carlo Levi, Matera a la Lucania hanno potuto conquistare il diritto ad una identità che ha aperto la strada al progresso della città e della regione. Lungo quella strada, poi, nei decenni successivi arrivarono nella città del Sassi eserciti di sociologi e ricercatori, artisti e scrittori, registi e intellettuali, musicisti e operatori culturali da ogni parte del mondo per indagare il mondo del vicinato e la realtà palpitante della cultura contadina.