Mercoledì 26 agosto i partecipanti della Summer School di Arti Performative e Community Care, nata da un’idea della cattedra di Pedagogia Sperimentale dell’Università del Salento, si trasferiscono per un giorno ad Aliano, in Basilicata, per partecipare alle attività del Festival di paeseologia, ideato e diretto da Franco Arminio “La luna e i calanchi”. Questo viaggio educativo è’ un’occasione unica di scambio e confronto di esperienze, saperi, comunità. Il Festival, così come si evince dal programma, è una sorta di adozione collettiva di un paese e di un paesaggio nello spirito della paesologia, dove fotografi, scrittori, pittori, registi, musicisti verranno a lavorare ad Aliano per lasciare traccia del loro passaggio e costruire una nuova comunità intellettuale che parli non solo alla Lucania e al Sud, ma all’Italia intera e all’Europa, una comunità che intreccia varie arti tra di loo e poi le intreccia al paesaggio e a chi lo abita.
La IV edizione della Summer School ha come tema “Il cibo giusto”, è ideata e organizzata da EspérO srl e dal Comune di Ortelle, in virtù di un protocollo d’intesa finalizzato allo sviluppo strategico delle comunità di Ortelle e Vignacastrisi e si tiene dal 23 al 30 agosto con un fitto programma di appuntamenti.
La Summer School di Arti Performative e Community Care, intende anche incrementare le competenze di operatori sociali, di performer e di educatori nel campo dello sviluppo di comunità, grazie ad un’attività formativa di tipo residenziale, che concretizza un complesso intervento sul campo, con effetti non solo sulla comunità degli allievi, ma sulla più ampia comunità del territorio interessato. E’, pertanto, uno snodo importante per le attività di ricerca e per l’operatività che EspérO sta esprimendo, per affermare un turismo slow, che sa apprezzare la possibilità di relazionarsi con le narrazioni dei territori.
Ogni anno le attività della Summer School sono state organizzate attorno ad un tema di interesse sociale, quest’anno si intende affrontare la questione del cibo, del come si costruiscono attorno ad esso le identità dei luoghi, i rapporti produttivi e sociali, il paesaggio, la società e le ritualità, in ultima istanza l’autopercezione delle comunità. Il cibo è potenziale occasione di riflessione e di raccordo tra il nostro passato e il nostro presente, cartina di tornasole delle molte contraddizioni del nostro mondo, sospeso tra fame e abbondanza, frugalità e spreco, tra ricerca di cibo sano e paura di cibo avvelenato, ragione di sfruttamento dei lavoratori della terra (causa di morte, talvolta) e opportunità di arricchimento per i grandi poli economici di organizzazione della produzione e del commercio dei prodotti agricoli. Queste le ragioni della scelta del tema: “Il cibo giusto”.