La Ola, Organizzazione lucana ambientalista comunica di aver presentato con PEC le proprie osservazioni/opposizione (in scadenza il 2 settembre prossimo) per non meglio chiariti lavori di workover per il pozzo Enoc 1, tesa ad ottenere il parere di incidenza da parte dell’ufficio compatibilità ambientale del dipartimento ambiente della Regione Basilicata.
Tale richiesta è fatta in considerazione che le attività petrolifere si trovano all’interno del perimetro del parco nazionale dell’Appennino Lucano, all’interno dell’IBA n.141 Val d’Agri e della ZPS IT9210270 della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea e sono finalizzati – secondo la compagnia mineraria – al montaggio
dell’impianto di perforazione per l’esecuzione di work-over per “ l’estrazione dei fluidi del sottosuolo…con lo scopo di verificare l’effettiva capacità produttiva del giacimento ” (pagg.17 e 18 Studio SIA). Cosa significa?
Tali “spiegazioni” fornite da ENI per la Ola non sono chiare, dal momento che esiste un “progetto pilota Monte Enoc 1” di cui la DGR n. 1038 del 3/9/2014, che prevede anche la re-iniezione dei “reflui petroliferi” prodotti dai pozzi e dal centro olio di Viggiano nel pozzo Enoc 1, da riperforare, attualmente smaltiti in Val Basento e nel pozzo Costa Molina 2 di Montemurro. In proposito la Ola attende ancora risposte chiare dall’assessore all’ambiente, Aldo Berlinguer, in considerazione dei rischi che tale operazione comporta se attuata nelle stesse postazioni dei pozzi in produzione, così come sembra avvenire in Val d’Agri, considerate le problematiche autorizzative per i pozzi re -iniettori.
Il progetto è dunque finalizzato ad utilizzare il pozzo Enoc 1, ubicato a 1250 m slm in località “Cerfalocchia”, come pozzo re-iniettore dei fluidi di strato e dei reflui prodotti presso il centro olio di Viggiano nell’ambito del progetto “Blue Water”?. O invece siamo in presenza di nuove metodiche, pur se non dichiarate,
che prevedono re-iniezioni di fluidi nel sottosuolo con il duplice scopo di smaltire ingenti quantità di reflui e acque di scarto re-iniettandole nel sottosuolo sotto lo strato di petrolio, ottimizzando in questo modo la pressione e la conseguente fuoriuscita in superficie del greggio?
In base a tali premesse la Ola “osserva” che la Regione nella DGR 1038/2014 ha “ fornito immediata disponibilità ad esaminare la proposta di realizzazione della reiniezione nel pozzo Monte Enoc 1″ così come viene specificato nella delibera regionale n.1038/2014. Un progetto, questo, analogo a quello che il comune di Grumento Nova ha
invece bocciato applicando il principio di precauzione per il pozzo di re-iniezione Monte Alpi 9 Or per le possibili interferenze con il sistema idrico sotterraneo e superficiale, come la diga del Pertusillo, interessata tra l’altro da una nuovo massiccio decadimento della qualità delle acque che ha provocato di recente la moria di
numerose specie acquatiche
Ma le ripercussioni in un’area classificata ad elevato rischio sismico (zona 1b), con accelerazione in base alla microzonazione sismica pari a 0,275 g (L.R. n.9/2011) potrebbero essere ben più gravi, considerato resta non chiarito la struttura idrogeologica superficiale e di profondità, che gli esperti ed i geologici avvertono
essere in zona molto fragile, sia per composizione sia per caratteristiche meccaniche delle rocce che potrebbero subire cedimenti dovute alle alte pressione dei fluidi re-iniettati.
La Ola chiede all’Ente Parco dell’Appennino Lucano di esprimere “ parere negativo” al progetto Enoc 1 e alla Regione Basilicata di applicare il “principio di precauzione” per il pozzo idrocarburi Enoc
1 di Viggiano, evocato nel recente ricorso al TAR del Lazio redatto ed inoltrato dall’Ufficio Legale della Regione Basilicata per l’istanza “d79 F.R.-EN” della Enel Longanesi nel mar Jonio Settentrionale che “non prende in considerazione il rischio dovuto all’impatto sull’ecosistema a causa delle conseguenze derivanti da fatti meramente
naturali e non necessariamente da errore umano, dovuti a possibili fuoriuscite di idrocarburi e fenomeni di blow-out di idrocarburi durante la perforazione e le successive possibili fasi di re-iniezione ”, bocciando di conseguenza anche l’istanza tesa ad ottenere il parere nell’ambito della procedura d’incidenza per il pozzo Enoc 1.