Giovanni Barozzino, Senatore Sinistra Ecologia Libertà ha inviato una nota relativa ad uno dei temi più discussi in questi giorni, quello relativo al rapporto tra il lavoro e l’immigrazione.
Morire di lavoro. Se ne è accorto anche il Governo nazionale. Nel Paese dei “fannulloni” e dei “bamboccioni” può succedere che la morte di chi si sfinisce in condizioni di lavoro insostenibili giunga a sconvolgere le agende di governo. Una ipocrisia insostenibile, quella di Poletti & Co. Il Ministro del lavoro gratis estivo per gli studenti. Il ministro del Jobs Act. Quello stesso ministro ci parla oggi di concorrenza sleale da parte di chi riduce in schiavitù migranti e non.
Si minacciano confische e provvedimenti draconiani (che in verità andrebbero auspicati per chiunque assoldi irregolarmente lavoratori) ma non si può più sopportare l’ipocrisia meschina e abietta di chi opera per una riduzione costante delle tutele e dei diritti dei lavoratori.
La concorrenza sleale è il sistema e la norma in Europa in cui i lavoratori sono messi in competizione al ribasso con salari diversi da paese a paese. La svalutazione competitiva del lavoro è l’impropria politica “monetaria” posta in essere dal Governo italiano per attirare gli investimenti e aumentare le esportazioni. Una politica che non ha prodotto risultati da svariati anni, Jobs Act compreso.
E questo sistema produce irregolarità. La Bossi-Fini rende impossibile l’incontro della domanda e dell’offerta di lavoro e lo stesso ingresso regolare nel nostro Paese di chi viene per lavorare nei campi di Boreano come in quelli della Puglia. La clandestinità voluta produce una ricattabilità di “un esercito di riserva” di lavoratori privi di qualsivoglia tutela. Questo sistema produce altresì un progressivo e costante livellamento in basso dei salari nel settore agricolo che poi si estende agli altri comparti produttivi.
Il Jobs Act non fa altro che ratificare questo stato di fatto scientificamente pianificato e perseguito negli anni. Un sistema dello sfruttamento reso legale dalla pianura di Boreano alla piana di Melfi.
Un sistema che annulla e mortifica le conquiste di anni di lotta, di emancipazione e progresso che hanno caratterizzato la storia del Mezzogiorno e dell’intero Paese.
Valuteremo eventuali proposte concrete che proverranno dal Governo consapevoli che non servono annunci perché lo sfruttamento del lavoro in agricoltura è la conseguenza di un sistema di produzione e di filiera “malato” con un rapporto vessatorio tra aziende di produzione, trasformazione e commercializzazione e con un anello debole, i lavoratori, su cui si scaricano tutte le speculazioni in cui il pomodoro viene venduto a meno di 8 centesimi al chilogrammo.
Giovanni Barozzino, Senatore Sinistra Ecologia Libertà