Il negozio di gioielleria si conferma come una realtà consolidata nel vissuto dei lucani: sono quasi l’80% dei consumatori coloro che la frequentano. E’ il ceto medio che vi si reca per acquistare per sé o per altri (100% circa del campione) o per la riparazione di un gioiello (28,7%). Si acquista per i famigliari più stretti (75,6%) o per occasioni speciali come nascite ed altri eventi del ciclo della vita, i compleanni, i matrimoni. Quasi l’80% dei consumatori acquista gioielli in oro. Il 50% circa dei consumatori acquista i gioielli pagandoli prevalentemente in contanti. Sono i risultati principali di una ricerca realizzata da Federpreziosi-Confcommercio in occasione di Vincenzaoro, la rassegna più importante di settore. Ancora tra le scelte dei lucani: il 38,2% negli ultimi 18 mesi ha comprato orecchini , il 34,1% bracciali, il 28,3% collane, il 25,6% orologi.
La gioielleria è considerata un luogo per occasioni speciali dal 90% circa del pubblico, raffinato ed elegante (90% circa) dove trovare competenze e professionalità (85% circa), bello e piacevole (85% circa), dove ci si sente a proprio agio. Le vetrine comunicano bellezza, lusso e senso di ricchezza, ma solo presso poco meno del 50% del pubblico: a volte sono giudicate “vecchie”. Non sempre i prezzi sono esposti, mentre il 90% del campione desidererebbe che lo fossero sempre. Oltre il 50% degli intervistati ha una gioielleria di fiducia dove trova un ”consulente” affidabile a cui chiedere i consigli e che garantisce la qualità del prodotto al di là delle marche o della pubblicità. Tra coloro che hanno una gioielleria di fiducia, solo il 30% circa sarebbe disposto a sperimentare un nuovo punto di vendita e solo il 6% sarebbe disposto a sperimentare un negozio on-line
Il 42,2% degli intervistati ritiene che il gioielliere abbia un livello di “professionalità” superiore rispetto agli altri commercianti; l’82,9% è d’accordo con l’idea che quello del gioielliere sia un mestiere dell’artigianato artistico; il 91,4% ritiene che sia un lavoro esposto ai rischi della criminalità predatoria; il 75% circa pensa che occorra avere un qualche genere di requisito per esercitare questa professione.
Per Angela Latoracca, dirigente Confcommercio Potenza, amministratore di “Gino Gioielli”, che quest’anno festeggia 30 anni di vita, i cambiamenti in atto nella distribuzione commerciale sono sotto gli occhi di tutti: crescente affermazione dei centri commerciali e in seno ad essi della grande distribuzione, forte polarizzazione delle tendenze di vendita sui brands più internazionali ed affermati, e-commerce e proliferare di siti di vendita (indipendenti o legati alle marche) molto aggressivi, affaccio diretto della produzione alla distribuzione attraverso i negozi monomarca. Tutti questi fenomeni, pur con alcune tipicità e attenuazioni, stanno avanzando anche nel nostro mercato della gioielleria, dell’oreficeria e dell’orologeria. Eppure, ciò nonostante, resiste e persiste sul mercato italiano fatto di una rete molto estesa di negozi e di professionisti della distribuzione orafa e orologiera al dettaglio (si contano circa 20.000 unità) che è ancora oggi un forte e imprescindibile riferimento per tanti consumatori. Per mantenere un’insegna di successo, oltre alla serietà e alla competenza, l’ingrediente principale – continua Latoracca – è la passione nell’anticipare e nel ricercare sempre le nuove tendenze, incrociando passione, ricerca e gusto italiano. Non a caso le tre caratteristiche più importanti dell’attività del gioielliere sono, secondo i consumatori: conoscenza approfondita del prodotto offerto, passione e competenze, buon gusto e capacità di consigliare il pubblico. L’immagine del gioielliere così come delineata dal consumatore è positiva: il gioiellerie è un professionista (68,5%), è un esperto (66,2%), è affidabile (57,2%).
“Attraverso questa ricerca”, spiega il Presidente di Federpreziosi-Confcommercio Giuseppe Aquilino “abbiamo voluto andare un poco più a fondo nelle motivazioni della crisi dei consumi e verificare se anche noi gioiellieri dovessimo considerarci in qualche modo colpevoli. E questo al di là della note contingenti motivazioni di carattere generale che riguardano non solo i preziosi. E’ emerso in grande evidenza che nel nostro Paese, fra le molteplici ragioni che influenzano il calo dei consumi in generale e di quelli di lusso in particolare, non vi è quella della disaffezione per il prezioso o di un mutato atteggiamento del cliente nei confronti del negozio di gioielleria.
Cosa particolarmente significativa se pensiamo che nel nuovo millennio il consumatore è ancora più mutevole e indipendente nelle sue scelte rispetto al passato e che siamo di fronte a un interlocutore che ha comportamenti d’acquisto molto differenti, che si integrano e sovrappongono, e a cui ben si addice la definizione di “comsum-autore” oggi utilizzata da noti sociologi.
I risultati che abbiamo avuto sono stati estremamente positivi e – afferma Angela Latoracca – vanno anche oltre le aspettative: il consumatore ci apprezza come affidabili e qualificati professionisti, referenti privilegiati nella scelta dei suoi acquisti ed è un frequentatore altamente fidelizzato dei nostri negozi.”