Migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti dalle diverse Regioni hanno presidiato stamane il valico del Brennero per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea che favoriscono le speculazioni che stanno provocando l’abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia e sull’ambiente.
Una delegazione della Coldiretti di Basilicata presente al presidio, guidata dal Presidente e dal Direttore Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto e Angelo Milo, dal Presidente e dal Direttore Provinciale della Coldiretti di Potenza Teodoro Palermo e Franco Carbone, e dal Direttore Provinciale della Coldiretti di Matera Francesco Manzari.
Sotto accusa è una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori. Autobotti, camion frigo, container sono stati verificati dagli agricoltori per smascherare il “finto Made in Italy”, dai prosciutti ai pomodori, ma anche il commercio di surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi Made in Italy al posto del latte vero, senza indicazioni in etichetta.
Nel piazzale scelto come campo base all’area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) trattori, camper e pullman giunti nella notte. Gli agricoltori, schierati attorno al tracciato stradale, hanno fermato i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire mentre sono stati sollevati cartelli per chiedere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari: “No all’ Europa che blocca i profughi e spalanca le frontiere alle schifezze” o “Il falso Made in Italy uccide l’Italia”. Su twitter la mobilitazione può essere seguita con l’hastag #bastaschifezze.
In assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti, la concorrenza sleale è insostenibile con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione, con la drammatica chiusura delle aziende e senza alcun beneficio per i consumatori, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti.
L’iniziativa si è svolta contemporaneamente alla mobilitazione dei giovani agricoltori della Coldiretti che a Bruxelles hanno mostrato le tante schifezze spacciate come Made in Italy per chiedere un impegno più forte dell’Unione Europea.